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Cave e Vincoli Paesaggistici


I Colli Sono di Tutti, non Soltanto delle Cave

L’Italia, nel 1902, comincia a preoccuparsi del proprio patrimonio artistico da tutelare: viene approvata una legge che “tutela la conservazione dei monumenti ed oggetti aventi pregio nell’antichità”. Tra i monumenti da tutelare, ne rientrano alcuni situati nella zona euganea: il monastero di Praglia e la Rocca di Monselice. Quest’ultima collina, è stata fortemente aggredita da una fervida attività estrattiva, che con il suo avanzare ha distrutto mura, torri, chiese e rischia di radere al suolo ciò che resta del Mastio Federiciano. Nel 1902 il prefetto di Padova emana una legge per proteggere la zona, ma la ditta Giorgio Cini avanza ugualmente. Le proteste si alzano, ma si placano immediatamente davanti all’occupazione che dava il lavoro nelle cave. Nei primi decenni del Novecento sono numerosissime le zone di estrazione, che destano più preoccupazione per le condizioni di lavoro e gli scioperi frequenti, che per motivi ambientali. La Camera dei Deputati, nel 1908, sembra aiutare la situazione dei Colli Euganei, promulgando una legge che includeva tra le cose immobili da tutelare anche “giardini, foreste, paesaggi, le acque e tutti i luoghi ed oggetti naturali”.. Finalmente, nel 1922 viene approvata una legge che estende la protezione a tutte le bellezze panoramiche. A differenza di tutti le altre nazioni europee non vi sono in questo periodo, né a livello nazionale, associazioni ambientaliste o di tutela. Vi sono però due grandi figure, che operano nel territorio con una profonda preparazione culturale ed sensibilità sui temi di difesa del paesaggio: Brunelli Bruno ed Arnoldo Callegari. Attorno alla metà degli anni Trenta va cessando l’assalto alla Rocca, ma si vanno ad istaurare nuove cave nella zona di Battaglia e del Turri, “non c’è colle ormai – dice Callegari – che non sia assalito dagli uomini”. Pochi decenni dopo, ed altri parassiti attaccano i Colli Euganei: gli elettrodotti e i cementifici. Ad Este la vecchia fornace di calce si trasforma in cementeria, ed a Monselice se ne istallano ben due di nuove: la Cementeria di Monselice del 1955 e l’Italcementi nel 1959. Le cave attive diventano un centinaio, gestite con mezzi rozzi e senza alcun limite estrattivo; e nessun movimento di protesta, nemmeno un accenno, si leva contro di esse. A qualche isolato “esteta arrabbiato che vorrebbe nientemeno che sulla cosa ponessero mano gli organi preposti alla tutela delle bellezze naturali”, un quotidiano nel 1957 risponde che “il mondo cammina, gli uomini si moltiplicano, la mano d’opera cresce… che cosa valgono, di fronte a questo, i lamenti ispirati alla estetica pura?”. Improvvisamente però, nel 1961 il problema ambientale euganeo esplode ed appare sulla stampa quotidiana un esplicito intervento di denuncia di Camillo Semenzato: i Colli sono di tutti. Non soltanto delle cave. Nel 1968 si svolgono a Padova e ad Abano i primi convegni pubblici in difesa dei territorio. Ma anche i cavatori rispondono con un convegno a Montegrotto: sono le cave, non il turismo il vero futuro dei Colli. I maggiori quotidiani italiani dedicano ampio spazio alla questione: è la prima volta – scrive Paolo Monelli sul Corriere della sera – che si progetta la distruzione totale di un pezzo d’Italia, un territorio senz’altri esempi in Italia e forse nel mondo per il suo aspetto vago e pittoresco e per la sua originalità geologica”. Al governo non vengono ascoltate le richieste per salvare il territorio, così, nel 1968, un gruppo di cittadini fonda a Battaglia il primo Comitato per la difesa dei Colli Euganei. I comitati si estendo a tutti gli altri comuni e nel 1971 viene approvata dal Parlamento la legge 29 novembre 1971, n. 1097 “norme per la tutela delle bellezze naturali ed ambientali e per le attività estrattive nel territorio dei Colli Euganei”. Delle 70 cave aperte, più della metà vengono immediatamente chiuse e per le altre si apre un regime di regolamentazione. Anche per la maggior parte di queste arriverà presto la chiusura, mentre una decina, di trachite da taglio nella zona di Vò, saranno disciplinate dal Parco Regionale, che nascerà nel 1989.

GIANNI SANDON, La tutela e la valorizzazione: storia e problemi, FRANCESCO SELMIN (a cura di), I Colli Euganei, Verona, Cierre Edizioni, 2005, pp. 386-415.