Le piante medicinali
Le Piante Medicinali
La natura, anche se purtroppo gravemente bistrattata dai più “svariati insulti”, ci propone ancora cose buone. In primavera i sottoboschi e i prati continuano a fiorire, possiamo raccogliere (sempre scegliendo il più possibile i luoghi meno inquinati) erbe selvatiche commestibili e soprattutto come facevano le “vecchie nonne” in passato, le buone erbe della salute, le Piante Curative. Andando a camminare nel verde fra una passeggiata e un’escursione le possiamo incontrare, ed è bene imparare a conoscerle perché ci possono essere oggi ancora utili, soprattutto conoscere il loro modo di impiego nell’ambito dell’uso curativo domestico famigliare.
Conoscere le piante medicinali non è difficile, basta solo un po’ di impegno e meglio ancora se c’è anche un po’ di passione per le verdi presenze che circondano il nostro esistere, personalmente vi garantisco che è un’esperienza che vi coinvolgerà in un percorso entusiasmante.
Dopo che avremo imparato a conoscere le erbe curative più comuni il passo successivo sarà imparare qual’è il momento migliore per raccoglierle, chiamato in fitoterapia “periodo balsamico”, cioè il momento giusto affinché nell’erba che raccogliamo ci siano i principi attivi a noi utili nella loro massima concentrazione. Imparare quale è il giusto momento di raccolta è molto semplice: se usiamo la parte aerea delle piante, cioè le foglie e i fiori, i principi attivi sono al massimo della loro efficienza all’inizio della fioritura. Se invece raccogliamo le radici, che possono essere rizomi, tuberi, ecc. il periodo favorevole è la stagione fredda, quando la parte aerea della pianta non è in vegetazione e i principi attivi sono raccolti e concentrati al massimo grado nelle radici.
Per quanto concerne i “preparati caserecci”, delle “buone erbe curative”, bisogna tralasciare le preparazioni professionali, cioè fatte da specialisti con strumenti adatti, sto parlando degli oli essenziali concentrati, delle varie essenze. A noi basterà imparare bene l’uso domestico delle piante medicinali, che prevede cose semplici.
Le preparazioni in infuso (come si fa il thè), si fanno versando acqua bollente sulla miscela di erba secca preparata per l’uso, di solito un cucchiaino per una tazza, si filtra dopo 5 minuti e si beve caldo senza aggiungere dolcificanti, le dosi possono essere 2-3 o più tazze al giorno lontano dai pasti, per periodi anche lunghi (20-30 giorni). Oppure le prepareremo in decotto, che a differenza dell’infuso prevede una breve bollitura a fuoco lento del preparato per 5-10 minuti, di solito per questo preparato si usano le radici seccate e sminuzzate delle piante medicinali. Si può anche preparare il vino medicato, in questo caso si mette a macerare “l’erba contusa” in buon vino bianco, le dosi possono essere 2 cucchiai da minestra di erbe fresche, contuse in un litro di vino bianco, si lascia a macero al fresco e al buio per 15 giorni, e poi si beve a bicchierini: 3 al giorno prima dei pasti. Possiamo preparare anche il Cataplasma, in questo caso si frantuma l’erba fresca rendendola in poltiglia e si applica nella zona da curare, il Cataplasma è una medicazione per uso esterno. Poi ci sono i bagni alle mani e ai piedi, la cosiddetta cura per osmosi, praticata dall’erborista francese Maurice Messeguè. In questo caso si immergono nell’acqua calda preparata in infuso o decotto con l’erba da usare, i principi curativi vengono così assorbiti attraverso la cute per osmosi. Ma secondo me, il miglior modo per usare le piante medicinali a scopo soprattutto preventivo, delle “buone erbe curative”, bisogna tralasciare le preparazioni professionali, cioè fatte da specialisti con strumenti adatti, sto parlando degli oli essenziali concentrati, delle varie essenze. A noi basterà imparare bene l’uso domestico delle piante medicinali, che prevede cose semplici. Le preparazioni in infuso (come si fa il thè), si fanno versando acqua bollente sulla miscela di erba secca preparata per l’uso, di solito un cucchiaino per una tazza, si filtra dopo 5 minuti e si beve caldo senza aggiungere dolcificanti, le dosi possono essere 2-3 o più tazze al giorno lontano dai pasti, per periodi anche lunghi (20-30 giorni).
Oppure le prepareremo in decotto, che a differenza dell’infuso prevede una breve bollitura a fuoco lento del preparato per 5-10 minuti, di solito per questo preparato si usano le radici seccate e sminuzzate delle piante medicinali. Si può anche preparare il vino medicato, in questo caso si mette a macerare “l’erba contusa” in buon vino bianco, le dosi possono essere 2 cucchiai da minestra di erbe fresche, contuse in un litro di vino bianco, si lascia a macero al fresco e al buio per 15 giorni, e poi si beve a bicchierini: 3 al giorno prima dei pasti. Possiamo preparare anche il Cataplasma, in questo caso si frantuma l’erba fresca rendendola in poltiglia e si applica nella zona da curare, il Cataplasma è una medicazione per uso esterno. Poi ci sono i bagni alle mani e ai piedi, la cosiddetta cura per osmosi, praticata dall’erborista francese Maurice Messeguè. In questo caso si immergono nell’acqua calda preparata in infuso o decotto con l’erba da usare, i principi curativi vengono così assorbiti attraverso la cute per osmosi.
Ma secondo me, il miglior modo per usare le piante medicinali a scopo soprattutto preventivo, ma anche curativo è quello di raccogliere nel “momento giusto”, l’erba da usare, le sue foglioline e i fiori e consumarla allo stato fresco per esempio in insalata spezzettando i fiori e le foglioline che possono essere di Malva, Calendula, Pulmonaria, Boraggine, Margheritina, Viola ecc. Questo è un ottimo modo per assimilare le sostanze curative delle buone erbe. C’è da dire che non tutte le piante medicinali si possono usare così, se volete, provate l’Assenzio e lo capirete da soli. Il modo migliore per preparare le piante medicinali per la conservazione è il seguente. Si tagliano alla base i gambi delle erbe comprendenti di foglie e fiori (all’inizio della fioritura), si attaccano con le mollette ad uno stendibiancheria all’ombra e all’aria, dopo breve tempo la pianta è seccata, allora si frantuma e si conserva in vasi di vetro chiusi ermeticamente e al buio, scrivendo sul vaso il nome della pianta e la data di raccolta.
Di solito il preparato va usato entro l’anno. Per le radici dopo averle raccolte e lavate si tagliano a pezzetti sottili e si seccano velocemente all’aria e se è possibile anche al sole poi si conservano come il preparato precedente. Spero che queste informazioni semplici vi possano essere utili. Avrete capito, leggendo queste rubrica, che la conoscenza della natura è la mia più grande passione e mi permetto di invitarvi a partecipare a questa scoperta, che vi potrà accompagnare per tutta la vita, migliorandola soprattutto sotto l’aspetto psicofisico. Le Associazioni naturalistiche dei Colli Euganei sono a vostra disposizione per aiutarvi in questo.
Vi auguro buona Vita.
Gastone Cusin
Ph: www.inherba.it