L’ ABC del Fungaiolo
L’ ABC del Fungaiolo
Il mio viaggio nel mondo dei funghi è iniziato in un lontano passato, ero ancora bambino, penso ci sia dentro di me un istinto innato di attrazione rivolta a questi strani organismi, per me speciali. Da piccolo abitavo in campagna, in primavera ero attratto dal verde e dai fiori e andavo nei campi in vicinanza di casa, sparivo all’improvviso e… facevo disperare mia madre, che mi cercava chiamandomi e io stavo zitto e mi nascondevo… volevo stare da solo, ed è così che nella mia solitudine ho incontrato i miei amici d’infanzia: i funghi. Queste strane “apparizioni” erano una novità per me e mi affascinavano, ne ho raccolti alcuni e sono andato dalla mamma a chiedere spiegazioni, lei li prende in mano e mi dice: sono funghi. Verso i 18 anni frequentavo una ragazza (che poi sarebbe diventata mia moglie) che abitava alle falde del Monte Ricco, un giorno il papà di lei, che si chiamava Remigio ma che era conosciuto dai più come “Milio Fanfuga” mi dice: «Ruggero, varda che ze vegnù fora i capeoni sol Monterico, va vedare». Quelli che lui chiamava “capeoni” erano la Macrolepiota procera chiamata anche Mazza di tamburo. Mi avvio salendo il crinale di Via Solana nei pressi di Cava Fiocco, dopo pochi passi vedo un fungo enorme, sembrava un piccolo ombrello e poi un altro e un altro ancora, c’è n’erano a decine, belli, freschi, grandi e profumati, fu per me un’incontro fatale, che agì da stimolo per farmi innamorare ancora di più di questi strani esseri che abitano ilì bosco e che con la loro presenza trasmettono un messaggio di mistero, un richiamo che profuma di magia. Mi ricordo le copiose fioriture di Russula cyanoxantha chiamata Colombina maggiore, l’Amanita caesarea o Ovolo buono, ma anche Coco o Fungo reale, mio suocero invece li chiamava Boei. Quest’ultimo pregiato, conosciuto e molto ricercato, compariva fin dalle prime piogge d’agosto nel sottobosco di castagni che avvolgono i versanti di levante e settentrione del Monte Ricco, arrivavano all’improvviso con centinaia di carpofori. Erano i mitici anni 70-80 del secolo scorso. A quei tempi i cercatori erano pochi e c’era di che sbizzarrirsi alla ricerca di questi gioielli. Ora che ci sono momenti climatici diversi le cose sono cambiate, non ci sono più le fioriture copiose di una volta. I funghi, sia commestibili che non commestibili, sono indispensabili all’equilibrio dell’ecosistema e rappresentano una risorsa naturale preziosissima che deve essere rispettata e tutelata. Quindi prima di raccoglierli, riflettiamo su “cosa, come e perché” stiamo raccogliendo.
Raccolta dei funghi: consigli pratici
Prima di affrontare una giornata nei Colli a caccia di funghi, vi svelo alcuni consigli pratici. Ricordate che la Natura deve essere rispettata e mai sottovalutata, ci può essere estremamente amica quanto nostra nemica.
-Scegliete luoghi non troppo impervi ed avvertite sempre qualche famigliare su la vostra destinazione.
-Cercate di essere sempre in compagnia di un amico.
-Assicuratevi di avere le condizioni fisiche e mentali necessarie ad affrontare l’escursione.
-Scegliete un abbigliamento tecnico, multistrato e di colori neutri o mimetici.
-Le scarpe adatte, da trekking o stivali, sono essenziali per poter girovagare nei boschi ed evitare insetti, rovi ed umidità.
-Tenere il cellulare acceso ed assicurarsi che abbia batteria sufficiente.
Accessori indispensabili
-Un cesto di vimini, dotato di un manico comodo e robusto.
-Un coltellino adatto alla raccolta e pulizia dei funghi.
-Permesso di raccolta funghi.
Dove non si deve andare a funghi
Evitate i boschi fitti di qualsiasi tipo, le zone paludose ed i versanti troppo impervi. Non vale la pensa rischiare di farsi male per conquistare un buon cesto di funghi. Ovviamente non si devono raccogliere funghi nei luoghi in cui è vietato, ai margini delle strade e nei parchi cittadini.
Regolamentazione
La legge 23 agosto 1993, n. 352, regolamenta la raccolta dei funghi per preservare la loro presenza su tutto il territorio nazionale. In quasi tutto il territorio italiano è necessario munirsi di un permesso a pagamento di durata variabile che limita l’attività di raccolta dei funghi secondo criteri diversi a seconda delle singole aree territoriali. Prima di programmare una passeggiata nel bosco alla ricerca di funghi, è bene informarsi dettagliatamente sulle regole vigenti nella località prescelta. Quando si va a funghi nel bosco si deve scegliere un bosco ricco di cespugliato, perché in un bosco povero di esso il terreno è scarso d’acqua e la flora batterica muore e quindi lì ci sono pochi funghi. L’influsso lunare sulla crescita dei funghi, anche se non trova sostegno scientifico, secondo la mia esperienza ha il suo peso: la fungata compare in luna calante, cioè nel periodo che va dal plenilunio all’ultimo quarto e così di seguito finché dura la buona stagione. Naturalmente nei periodi scarsi di precipitazione andranno scelti i versanti settentrionali delle alture essendo essi più freschi e più umidi. Quando si va in montagna invece bisogna considerare che la fungata è preceduta dalla comparsa dei cosidetti “spioni” essi sono funghi Porcini, sempre di piccola taglia che compaiono all’improvviso nelle radure al margine del bosco, una volta trovati gli “spioni” basta tenere sotto controllo la zona e dopo una settimana arriva la fungata. Altro segno della nascita di funghi “buoni”, è la comparsa dell’Amanita muscaria e del Clitopilus prunulus chiamato anche “Spion dea brisa”. Il vento invece è micidiale per lo sviluppo dei carpofori, infatti se c’è vento si blocca la fungata. Un altro consiglio poi è di procedere nel bosco dal basso verso l’alto, il passo così è rallentato ed avremo modo di esplorare meglio la zona. Essenziale per l’appassionato di funghi sarebbe conoscere gli alberi, perché così si ha la possibilità di capire quali specie fungine si possono incontrare nel luogo visitato. Ricordatevi poi un detto: “tanta neve tanti funghi”, perciò se nell’inverno ha nevicato parecchio c’è da supporre che l’annata sarà riccadi funghi, questo perché il manto nevoso serveda copertura per proteggere il micelio dal gelo esuccessivamente per la massa d’acqua che vienelentamente rilasciata. Soprattutto però ricordateche i Funghi non devono essere considerati soltanto dei manicaretti per il loro delizioso apporto in cucina, ma valutateli soprattutto per la loro bellezza, per i loro colori, i loro profumi, la variabilità delle loro forme e perché sono indispensabili alla vita del nostro pianeta. Per essere sempre certi di quel che si porta a casa, è bene far controllare i funghi raccolti dagli ispettori del Servizio di riconoscimento micologico attivi in tutte le Asl italiane, o dai Gruppi micologici locali. Il servizio è gratuito ed aperto a tutti i cittadini ed è l’unico in grado di garantire la sicurezza di ciò che metteremo nel piatto.