Agarico chiomato
COPRINUS COMATUS
N.V. Agarico chiomato – Fungo dell’inchiostro
Cappello: 2-6 cm. di diametro, 5-15 cm. di altezza di forma cilindrico-ovoidale, poi campanulato, tutto rivestito da fibrille di color biancastro che con l’età si lacerano in moltissime squamette sovrapposte in zone concentriche che assumono un colore brunastro, il centro è liscio di colore ocraceo, il margine è aperto, fragile, festonato, ben presto roseo-nerastro.
Lamelle: fitte, molto alte, serrate, appressate a libro, ineguali, libere dal gambo, inizialmente bianchissime, dopo appena qualche ora assumono una colorazione rosata, poi violacea, infine nera.
Gambo: 10-20 (30) x 1-3 cm. ,molto slanciato, attenuato in alto, ingrossato o bulboso alla base e radicante, unito a dei filamenti miceliari bianchi, midolloso, cavo, rivestito di fibrillosità pruinosa, di colore bianco, ha un anello membranoso, libero, di colore biancastro, spesso evanescente.
Carne: fragile, delicata, più rigida nel gambo, di colore bianco, che al taglio si colora di rosato, odore fungino, sapore mite, delicato.
Spore: 10-13 x 6-8,5 micron, ellittiche, lisce, opache. Sporata: nera.
Habitat: cresce durante tutto l’arco dell’anno in parchi, giardini, campi coltivati, nei terreni grassi, si può incontrare in tutta la zona dei Colli Euganei.
Commestibilità: buono, delicato finché le lamelle sono bianche.
Osservazioni: è un fungo molto conosciuto nei “Nostri Colli”, ma poco raccolto, spunta fin dalla primavera all’autunno inoltrato in terreni grassi ricchi di humus, difficilmente singolo, quasi sempre gregario, è un fungo inconfondibile, però effimero, in poco tempo diventa nero, si liquefa, diventando una poltiglia nera e si dissolve, per questo motivo viene chiamato fungo dell’inchiostro. Quando è giovane si può spadellare con burro, prezzemolo, sale e un po’ di panna, per fare le “pappardelle”.
I Funghi, in Gastone Cusin, Giancarlo Zanovello (a cura di), I Funghi dei Colli Euganei, 2012.
Testo e Foto di proprietà del Gruppo Micologico Naturalistico Culturale di Monselice e Teolo, per loro gentile concessione.