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Ambienti Vegetazionali: il Robineto

Albero di Robina
Ambienti Vegetazionali
Il Robineto

La robinia (Robinia pseudoacacia Linneo) è stata importata dall’America Settentrionale nel 1601 nei giardini  del re di Francia come pianta ornamentale, dove il Curatore dell’Orto Botanico si chiamava  Jean Robin , mentre in Italia è stata coltivata per la prima volta all’Orto Botanico di Padova quasi un secolo dopo.
Perso il fascino di novità esotica, dai giardini venne abbandonata e si inselvatichì, proliferando a tal punto che oramai è l’essenza più numerosa nei boschi dei Colli Euganei. La sua grande diffusione è dovuta alla possibilità, come tutte le leguminose, di fissare l’azoto atmosferico nel terreno e quindi colonizza terreni poveri dove la sua grande capacità di emettere polloni dalle radici combinata alla velocità di sviluppo e la grande disseminazione, la rende imbattibile per le altre essenze. Così i terreni ceduati* o i coltivi abbandonati, sono facilmente conquistati e con il suo veloce accrescimento soffoca le altre piante sottraendone gli spazi, tanto che attualmente nei Colli Euganei sono circa 2000 ha i boschi di robinia, e sono in continua espansione. Il turno di ceduazione è di 12 anni fornisce un ottimo legname combustibile o come tutore delle vigne, le foglie venivano usate per sfamare gli animali, i fiori danno il miele di acacia, molto chiaro e dal gusto delicato, è insomma una presenza ingombrante, ma utile ai fabbisogni degli abitanti dei colli. Purtroppo non esiste un modo per ridurre la sua presenza indesiderata, in quanto se tagliata sviluppa nuovi polloni in quantità, e trattamenti diserbanti sono impensabili; conviene lasciarla morire di vecchiaia, infatti non è molto longeva, e se si riducessero le ceduazioni le piante autoctone riconquisterebbero in 50-70 anni il terreno perduto. La sua grande proliferazione ed il suo enorme bisogno di acqua impoveriscono i terreni, quindi nel sottobosco di robinia possono sopravvivere solo poche specie arboree ed arbustive come rovi e sambuco. A differenza del castagno, la robinia è una pianta velenosa, e ad esclusione dei fiori che si possono mangiare impanati e fritti, tutte le sue parti contengono una sostanza tossica, specialmente i frutti, la corteccia e le radici, inoltre le sue spine danno delle punture molto irritanti.

* Il bosco ceduo è periodicamente tagliato per fornire legname combustibile, il turno di ceduazione dipende dal tipo di essenze di cui è composto: nei Colli Euganei per la robinia, che ha una elevata velocità di rinnovamento, bastano 12 anni, per il castagno che è un po’ più lento ci vogliono 15 anni, mentre per le querce ed i carpini bisogna aspettare 20 anni. Al taglio vengono risparmiate alcune piante di specie pregiate, chiamate “matricine”, che hanno il compito di maturare i semi che cadendo al suolo germinano e danno origine a nuove piante che rinnovano il bosco.

Robinia

Stefano Formaglio – Guida Naturalistica Parco Colli Euganei