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Arquà Petrarca: Geomorfologia

Geomorfologia Arquà Petrarca

Arquà Petrarca: Geomorfologia
Pianura Alluvionale, Rocce Marine e Vulcaniche

Il territorio di Arquà Petrarca, esteso nel settore sud-orientale dei Colli Euganei, comprende i Monti Bignago (84 m) e Castello (107 m), posti a sud del borgo, il colle Calbarina (136 m) situato ad est, i Monti Piccolo (316 m) e Ventolone (408 m), siti a nord, mentre nel settore sud-orientale include parte del Monte Ricco (339 m). Lo stile morfologico osservabile è quello tipico dei Colli Euganei ed è quindi caratterizzato dalle forme coniche dei corpi eruttivi (Monte Piccolo, Monte Ventolone, Monte Castello, Monte Ricco) accompagnate dai profili moderatamente ondulati delle formazioni sedimentarie calcaree quali Mottolone, Calbarina, Bignago e l’altopiano del Sassonegro che circondano i corpi eruttivi stessi e si raccordano con la pianura alluvionale ai margini del rilievo.
Il complesso sedimentario è costituito da rocce calcaree e marnose della formazione della Scaglia Rossa di età generalmente cretacea superiore (65-70 milioni di anni dal presente).
Parte di Cranio OloceneNel Montericco sopra la Scaglia si riscontra anche un lembo di marne dell’Eocene medio (circa 40 milioni di anni dal presente).
Le rocce che costituiscono i corpi eruttivi sopracitati sono vulcaniti acide di composizione riolitica; sono tutte riconducibili al ciclo eruttivo che ha originato i Colli nell’Oligocene inferiore (30-35 milioni di anni dal presente). L’altopiano calcareo di Arquà, nella fascia al margine meridionale del corpo eruttivo del Ventolone, è attraversato da numerosi filoni di trachite orientati principalmente in direzione NNE-SSO, mentre nel Montericco cinque filoni paralleli orientati a NNO-SSE tagliano le formazioni sedimentarie e sono associati ad importanti linee di frattura con la stessa direzione.
La pianura alluvionale a ridosso del margine meridionale del rilievo, interrotta soltanto dalla piccola dorsale che collega il Monte Ricco all’altopiano di Arquà, è un’area depressa di circa 3-5 metri rispetto alla pianura circostante.
Queste zone, prima delle opere di bonifica, ospitavano estese aree palustri e lacustri, rimarcabili per la diffusa presenza di torba e argille.
Gli ultimi bacini lacustri di un certo rilievo sono il Lago della Costa e il Lago di Lispida (quest’ultimo non appartenente al territorio arquesano), alimentati prevalentemente da sorgenti termali. Il lago della Costa rappresenta quindi il residuo di un lago di ben più vaste proporzioni che lambiva gli Euganei meridionali fino a tempi storici recenti.Geomorfologia Arquà Petrarca

 

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Le torbe, conservando perfettamente gli antichi granuli pollinici, costituiscono un ricco archivio paleontologico che ha consentito di documentare l’avvicendarsi delle vegetazioni e quindi dei climi del tardo Glaciale e del periodo Postglaciale. Il Lago della Costa è un sito di grande rilievo archeologico per la presenza di un importante insediamento palafitticolo dell’antica e media età del bronzo; nell’area sono stati infatti rinvenuti innumerevoli reperti litici, come raschiatoi, punte di freccia, asce e materiali ceramici. Il sito riveste anche un grande interesse paleontologico poiché ha restituito resti ossei di mammiferi (alcuni dei quali estinti o da tempo scomparsi dalla zona euganea) come il bue primigenio, il cinghiale, il cervo, il capriolo; i reperti in questione rappresentano generalmente i resti di pasto degli antichi abitatori delle sponde del lago.

Franco Colombara