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La tomba del Capitano di ventura Benedetto Crivelli

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La tomba del Capitano di ventura
Benedetto Crivelli

A Creola onore al merito a colui che ha tradito il Re di Francia

Vi è una graziosa città, in Lombardia, Crema sulle rive del Seriouna enclave della Repubblica di Venezia. Eppure così vicina a Milano, dista soltanto una trentina di chilometri, ma così lontana dal capoluogo regionale, per storia e tradizione. È proprio l’appartenenza per quasi quattro secoli alla Serenissima che l’ha resa nota nella storia moderna, nello scacchiere diplomatico-militare del tormentato periodo della Lega di Cambray (1509-1512). E vi è un borgo, Creola sulle rive del Bacchiglione, dove nella chiesetta di Santa Maria del Carmine è sepolto il condottiero mercenario che ha cucito le sorti della storia di Venezia con Crema, grazie ad un furbastro tradimento.

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Costui è il Capitano di fanteria Benedetto Crivelli che il Re di Francia Luigi XII di Valois aveva incaricato di difendere la Fortezza di Crema. Venezia non brillava per dotazione di guarnigioni di terra; minacciata dalle strategie espansionistiche dei francesi e dei milanesi, è ricorsa ad assoldare il Crivelli, il quale cedendo alle lusinghe ha “voltato le spalle” al Re di Francia a favore di Venezia. La Serenissima pagò per bene quel tradimento: nominò il Crivelli Patrizio Veneziano che risulta iscritto al Maggior Consiglio in data 14 settembre 1512; gli donò il feudo di Creola, in territorio Euganeo, nonché una abitazione a Venezia. Benedetto Crivelli scelse di abitare stabilmente a Creola, certamente a partire dai primi mesi del 1513, dove fece costruire la chiesetta di Santa Maria del Carmine nella quale manifestò da subito l’intenzione di essere sepolto.

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Ed è proprio in questa sua Cappella gentilizia che alla sua morte avvenuta nel 1516 trovò sepoltura. Dispose, da sua volontà testamentaria, anche la presenza di un prete mansionario che abitava nella casa adiacente la chiesetta; aveva l’incarico di celebrare periodicamente una santa messa in suo suffragio, oltre alla solenne celebrazione annuale in occasione della Solennità della Trinità, coinvolgendo la comunità di Creola. Ma la tomba non era ancora predisposta. Dovette provvedere Alvise Pisani, successore nel possedimento del feudo, commissionando un pregevole sarcofago per una “dignitosa” sepoltura al Capitano di Ventura. Il sarcofago in marmo bianco di Carrara è sorretto da quattro colonne e con due pilastri al centro. Nelle specchiature è incisa la dedica latina:

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BENEDICTO CRIBELLO FORTISSIMO PEDITVM DVCTORI OB EXIMIA EIVS IN REM VENETAM MAGNIS MVNERIBVS DONATO SIMVLO A SENATV VENETO IN PATRITIVM ORDINEM ASCITO ALOYS PISANVS D MARCI PROC HAERES EX TEST BENEFICIIM OBIITI ANNO M.D. XVI (A BENEDETTO CRIVELLI FORTISSIMO COMANDANTE DI FANTERIA PER LE SUE PRESTAZIONI ECCELLENTI IN FAVORE DELLA REPUBBLICA VENETA RICOMPENSATO CON GRANDI DONI E SIMULTANEAMENTE DAL SENATO VENETO NELL’ORDINE PATRIZIO ACCOLTO ALVISE PISANO ESSERE DEL SIGNOR PROCURATORE MARCO SECONDO IL TESTAMENTO DEL BENEFICIO DI MARCO MORI’ NEL 1516).

Nel 1991 la studiosa ricercatrice americana Anne Markham Schuulz, dell’Università di Cambridge, dopo attenti confronti con opere scultoree del Rinascimento veneto e una analisi archivista di fonti storiche e bibliografiche, ha attribuito la tomba del Crivelli a Lorenzo Bregno scultore lombardo attivo nel Veneto ai primi decenni del ‘500. Sopra la cassa si trova, come da canoni prettamente classici, il letto funebre, sopra il quale giace, disteso, il capitano morto, ritratto vestito con la possente, metallica armatura, con la spada posta lungo il fianco sinistro. Di notevole rilievo la precisione con cui sono resi i particolari dell’armatura, la rigidità metallica di quest’ultima che contrasta fortemente con la “morbida” delicatezza del lenzuolo e dei cuscini su cui poggiano la testa ed i piedi del condottiero. La testa, ritratta senza l’elmo, posa sul cuscino con i capelli ondulati spartiti in due bande regolari e simmetriche che scendono lungo i lati del viso, fino quasi a congiungersi, con la barba del defunto, anch’essa scolpita con naturale realismo. Il volto, composto ed assorto, non è rigido, ma delicato nei suoi passaggi sfumati di luce ed ombra.

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«Lo scultore possiede un’eccezionale maestria nell’uso dello scalpello, trattando abitualmente il marmo, tanto da riuscire a rendere i diversi gradi di consistenza, nonché la differente matericità dei materiali che di volta in volta va a trattare: la rigidità metallica dell’armatura, la leggerezza della stoffa del lenzuolo e dei cuscini, la diversa consistenza dei capelli e della barba e del volto». L’abilità dell’autore si evidenzia anche nel tratteggiare il sentimento di quiete, di pace del guerriero, ritratto nel sonno della morte, riuscendo a creare una forte suggestione.
Il sepolcro del Crivelli va considerato come uno dei più alti esempi di scultura veneta della prima metà del Cinquecento. Una decina di anni fa il sepolcro e l’intera chiesa sono stati interamente restaurati.
Da una ispezione del sepolcro stesso risultano trafugate le spoglie del condottiero. Che sia stato una rivincita dei milanesi assoldati dai Re di Francia? Il mistero continua e fa di Creola un luogo suggestivo e storico in terra euganea.

Riccardo Ghidotti
Foto di Guido Caburlotto