Boletus parasiticus
XEROCOMUS PARASITICUS
Sinonim: Boletus parasiticus
Cappello: da 3-10 cm. emisferico, convesso, raramente piano, cuticola asciutta e vellutata, con il tempo secco si screpola con facilità disegnando come un intarsio dal colore giallastro, ocra, bruno olivastro, il margine minuto involuto e ondulato.
Imenoforo: tubuli corti, adnati un po’ decorrenti, prima giallastri, poi a maturità verde olivastri, pori grandi, poi angolosi, giallo oro, bruno scuro con l’età, al tocco immutabili.
Gambo: 3-6 x 0,5-1 cm. cilindrico, quasi sempre ricurvo, pieno, sodo, concolore al cappello, tutto percorso da fibrille di colore brunastro.
Spore: 11-17 x 4-6 micron, fusiformi, lisce, qualche volta guttulate. Sporata: bruno-olivastra.
Habitat: nei boschi di latifoglia, sopratutto castagno, cresce sopra un Gasteromicete cioè lo Scleroderma citrinus, in estate e autunno. Località : “Costigliola”, Monte Ortone, ecc.
Commestibilità: scadente per la carne dura coriacea.
Osservazioni: non molto presente nei “nostri colli”, cresce in prevalenza nei boschi di castagno, lungo i sentieri, sulle rive smosse, franose in un terreno arido dove trova il suo habitat ideale lo Scleroderma citrinus, è l’unica boletacea che vive come parassita, crescendo singolo o copioso su un unico carpoforo di Scleroderma, penetrando così all’interno con il suo micelio alterandolo e rendendolo sterile, va ricordato che lo Xerocumus parasiticus può essere consumato, mentre lo Scleroderma è tossico.
I Funghi, in Gastone Cusin, Giancarlo Zanovello (a cura di), I Funghi dei Colli Euganei, 2012.
Testo e Foto di proprietà del Gruppo Micologico Naturalistico Culturale di Monselice e Teolo, per loro gentile concessione.