Delmo Veronese
Delmo Veronese
Delmo Veronese, un nome che forse in molti abbiamo sentito, figura notevole, pittore, ricercatore, artista … persona tanto semplice quanto completa e ricca.
In queste righe voglio provare a raccontarlo non solo come artista, ma anche attraverso episodi di “vita vera”. Presentando la mostra “Incontri con la Natura” in occasione del “Settembre euganeo” estense (1980), Delmo racconta: «(…) un lavoro sereno quanto impegnato, suggerito sempre, anzitutto, dal grande, impellente bisogno d’imparare la lezione della nostra ineguagliabile Maestra, la Natura».
Credo che già queste poche righe possano offrirci lo spunto per capire la limpidezza d’animo che caratterizzava questo nostro artista conterraneo. Quello che traspare di Delmo Veronese, dai libri, dalle recensioni e dai racconti delle persone che con lui hanno condiviso momenti ed esperienze, è l’immagine di un uomo libero e buono, mettendo proprio l’accento sulla “b” di ‘buono’ come mi suggerisce un suo caro amico, Riccardo Ghidotti. Credo non ci si possa aspettare nulla di diverso da una persona così innamorata della natura da esserne quasi un tutt’uno: essa era il suo ossigeno reale e spirituale, culturale ed etico.
Questo aspetto di uomo in pace (come lo definisce Aldo Pavan in “Omaggio a Delmo Veronese. Percorsi d’arte e di Vita”) si riflette anche sulla sua pittura, che non è mai malvagia, ma sempre positiva, colorata, piena di vita; non è affrontata nella frenesia, ma nella riflessione, così ad esempio l’utilizzo dei colori pastello, mette in luce la delicatezza dell’animo. Ritraendo gli “scheletri” delle piante che uscivano dalle rocce, o la stessa flora nel periodo invernale, lui riusciva a coglierne la poesia, vedeva in esse il seme della vita che sarebbe poi germogliata a primavera.
Ecco che tutte queste peculiarità che Delmo aveva, derivavano proprio dal suo stretto legame con la natura: aveva una speciale ammirazione per i fiori tanto che una volta, durante una camminata con un amico, passando sotto un viale di mandorli in fiore, gli suggerì di inspirare a fondo quel profumo di vita quasi cercando di invitarlo a vivere le sue stesse emozioni interiori.
Anche durante le sue escursioni sui Colli Euganei aveva l’attenzione di trasmettere cultura e nozioni; nel dialogo donava tante conoscenze che a volte, sappiamo, restano più impresse che non studiate sui libri. Oltre che pittore, questo incredibile artista era un appassionato di fossili, nella pietra e nel fossile vedeva il divenire della storia; aveva la capacità di far cogliere non tanto la testimonianza archeologica ma il senso della storia, così come la spiega Enzo Stanghellini (presidente AIAB – Associazione Internazionale Amici di Bolca): «… testimonianza di un mondo favoloso, intatto, sepolto ad una distanza inconcepibile nel tempo, che nessun occhio umano poté mai vedere vivo perché allora eravamo solo nella mente di Dio».
Ho potuto capire, in questi brevi “episodi di vita vera” come Delmo fosse una persona saggia, umile… forse ciò deriva anche da un aspetto della sua vita di cui poco si parla, ovvero la sua religiosità profonda. Mi racconta il Sig. Ghidotti «eravamo a Cornoleda, e Delmo era seduto sulla vera da pozzo, quando si mise a raccontare -Da bambino mi dicevano che Lui scrive sulle righe storte… se io mi guardo indietro, vedo un Bisatto! Ho sempre fatto quello che non ho mai pensato di fare. Siamo difronte ad un uomo, che arrivato ad un certo punto della sua vita riconosce ed ammette: «quelle righe sono le tue, e per te è come fossero dritte» perché rammenta «tornare indrio par indrissarle, nessuno xe bon de farlo! Qualcun altro le ha create per noi». Mi sembra rassicurante terminare il mio racconto con l’immagine di questo uomo e artista, che accetta un atteggiamento di modellatura personale, attraverso prove, sofferenze, ma anche positività, riconoscimenti … vita.
Biografia
Delmo Veronese nasce il 13 Febbraio 1920 ad Ospedaletto Euganeo. Durante il periodo scolastico, fa casualmente la conoscenza dello scultore Gino Vascon, diventando poi suo allievo e iniziando quel cammino che lo porterà ad essere un conosciuto pittore ed artista. È stato da sempre un viaggiatore, dapprima per dovere: la guerra lo porta in Libia, Tunisia, Grecia, Germania. Si sposta poi a Bologna dove frequenta l’Accademia di Belle Arti alla scuola di Giorgio Morandi per l’incisione. Negli stessi anni apprende insegnamenti di ritrattistica e tecnica dell’affresco dal pittore bolognese Amleto Montevecchi. Proprio grazie ai suoi ritratti riscuoterà molto successo e fama in diversi paesi, ed in special modo, si aggiudicherà un prestigioso 1° premio, a Londra, per un ritratto di Winston Churchill. Completa la sua formazione a Parigi presso l’Ecole Italienne d’Art Appliqué diretta da Gino Severini e dal suo assistente pittore Riccardo Licata. Proprio a Parigi poi, si avvicina allo studio della Geologia ed inizia a frequentare assiduamente i Musei di Scienze Naturali. Le sue mostre suscitano notevole interesse, poiché oltre ai dipinti inizia ad esporre anche i reperti mineralogici e paleontologici che lui stesso raccoglie durante ricerche in Germania, Inghilterra, Francia, Svizzera ed in Italia. Proprio questa passione per i fossili lo porta a conoscere il territorio di Bolca e, successivamente riceve l’ambito premio “Bolca, Laguna di pietra” assegnatogli dall’A.I.A.B. (Associazione Internazionale Amici di Bolca). Successivamente riprende lo studio sulle origini dei Colli Euganei; a Este presenta una Rassegna artistico-scientifica di quadri ispirati ad essi ed ai suoi reperti. Questi ultimi saranno donati alla Provincia di Padova e custoditi nel Museo Paleontologico di Cava Bomba a Cinto Euganeo. Muore nel Maggio 2001, manifestando, qualche mese prima, il suo “immenso dispiacere di essere stato abbandonato dal desiderio di dipingere”.
Lettura consigliata: Luisella Fogo, Omaggio a Delmo Veronese Percorsi di arte e di vita, Este, 2011
Elena Rota