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Elezioni e Commissariamenti

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Elezioni e Commissariamenti

Dopo il Parco del Delta del Po e di quello della Lessinia, anche il Parco dei Colli Euganei viene commissariato dalla Regione. La decisione, come chiarito dall’assessore regionale al territorio Cristiano Corazzari, non deriva «da una valutazione sull’operato del presidente, ma esclusivamente da motivazioni di carattere tecnico». In attesa che venga varata la legge sui parchi, ha spiegato sempre l’assessore, la Regione si è mossa per contenere le loro spese di gestione e funzionamento. Termina dunque la presidenza di Luca Callegaro, già sindaco di Arquà Petrarca, a cui subentra il commissario Maurizio Dissegna, l’uomo che si occuperà dell’ordinaria amministrazione fino all’approvazione della nuova normativa e all’elezione di un nuovo direttivo. Tutto questo però non piace a diversi amministratori della zona: si teme infatti che il commissariamento si protragga per un lasso di tempo eccessivo e che ciò produca una stasi nociva per la vita del Parco. Molte associazioni ambientaliste e non solo sono inoltre sul piede di guerra, ritenendo che il progetto di riordino delineato dalla Regione mortifichi i Colli Euganei e la loro ricchezza ambientale e paesaggistica. Infine tiene banco l’emergenza cinghiali: gli avvistamenti di ungulati nei pressi di strade e abitazioni continuano (poche settimane fa è stata segnalata la presenza di una madre con i suoi cuccioli nella campagna di Baone). Oltre al pericolo per la sicurezza degli automobilisti, vanno considerati i frequenti danni alle colture, aspetto che preoccupa non poco gli agricoltori. Anche per loro far cadere il problema nel dimenticatoio durante il periodo del commissariamento sarebbe, ovviamente, deleterio.

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GALLANA STACCA STOPPA, IL CENTRODESTRA SI RIPRENDE ESTE

Il primo turno si era chiuso a sorpresa con il vicesindaco uscente in svantaggio di circa sette punti. Stefano Agujari Stoppa, alfiere della coalizione di centrosinistra, aveva ottenuto il 32,20% (pari a 2.910 voti) mentre Roberta Gallana, candidata del centrodestra, era arrivata al 39,35% (frutto di 3.556 preferenze). Al ballottaggio ci si attendeva dunque un duello serrato, un testa a testa, soprattutto alla luce della scelta a sorpresa di Carlo Zaramella, leader della civica “Este sicura”, di schierarsi con Stoppa. Non è stato così: la candidata del centrodestra, sostenuta dalle civiche “Roberta Gallana Sindaco“, “Este Viva-Este con Te” e dal trio Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia, ha ottenuto ben 4.541 preferenze, il 57,25% del totale. Stoppa, appoggiato dalle sue Civiche d’Este, dal Partito Democratico, dall’Udc, dalla civica “Este a Colori” e, appunto, da “Este Sicura” di Carlo Zaramella, si è fermato a 3.391 voti, il 42,75%.
Dominio assoluto per Gallana: la neo sindaco ha completato l’en-plein, chiudendo in testa in 18 seggi su 18. Al ballottaggio l’affluenza ha toccato il 59,11%, in evidente calo rispetto al 66,68% del primo turno. Per quanto riguarda i candidati consiglieri, all’ottima performance globale delle cinque liste presentate dalla Gallana hanno fatto da contraltare le poche preferenze accumulate dai singoli componenti delle liste. Nella top 20 dei più votati sono appena 4: si tratta di Sergio Gobbo (167 voti, Este Viva-Este con Te), Roberto Trevisan (152, Forza Italia), Leonardo Renesto (70, Roberta Gallana sindaco) e Giuseppe “Pino” Chiodarelli (64, Forza Italia), rispettivamente in quarta, quinta, diciottesima e ventesima posizione. Ai vertici della graduatoria il primo cittadino uscente Giancarlo Piva (341, Partito Democratico), Alberto Fornasiero (224, Civiche d’Este) e l’ex assessore alle Attività Produttive Matteo Pajola (193, Civiche d’Este).

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MONTEGROTTO TERME, EXPLOIT MORTANDELLO: È LUI IL NUOVO SINDACO

Non c’è stata storia: Riccardo Mortandello, 34 anni, è diventato il nuovo sindaco di Montegrotto. Il leader della lista civica “Nuova Montegrotto” ha stravinto, ottenendo 3.187 preferenze, pari al 51,47% dei voti espressi nei nove seggi del Comune termale. Alessandro Boschieri con la lista di centrodestra ha raggiunto il 29,13% dei voti (1.804 preferenze). Staccata Monica Bordin della lista “Luca Claudio”, che si è fermata al 19,38% (1.200 voti). Alle preferenze ottenute dalle liste dei tre candidati sindaci vanno ad aggiungersi le 72 schede bianche e le 182 schede nulle scrutinate nella nottata, per un’affluenza totale del 69,3% (in calo del 6% rispetto alle elezioni amministrative del 2011). Tra i candidati consiglieri record di preferenze per Elisabetta “Betty“ Roetta che, appartenente alla lista vincitrice, ha collezionato ben 365 nomine. Intorno a quota 300 anche Alessia Prendin (306) e Silvia Bonuglia (296). Tra gli aspiranti consiglieri delle liste non vincitrici spicca il nome di Luca Claudio, della lista civica omonima: il sindaco uscente di Abano Terme, al ballottaggio con Monica Lazzaretto per la conquista del secondo mandato, si è contemporaneamente candidato anche come consigliere a Montegrotto e ha ottenuto 206 preferenze.

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ABANO: ALLE URNE VINCE CLAUDIO, MA È TUTTO DA RIFARE

Lo scorso 19 giugno Luca Claudio aveva conquistato il secondo mandato consecutivo da sindaco, il quarto totale nelle Terme (in precedenza, un decennio da primo cittadino nella vicina Montegrotto), superando al ballottaggio la candidata del centrosinistra Monica Lazzaretto. Claudio, sceso in campo con una coalizione composta da liste civiche dell’area di centrodestra, al ballottaggio aveva ottenuto il 52,33%, pari a 5.252 voti totali. Lazzaretto, appoggiata dal Partito Democratico e da due forze civiche, aveva invece raccolto 4.785 preferenze, fermandosi al 47,67%. L’affluenza del secondo turno si era attestata sul 63%, in calo rispetto al 68% del primo turno. Claudio aveva trionfato in 12 seggi su 18, i due terzi del totale. «Non sarò il sindaco di tutti» aveva subito promesso, andando controcorrente rispetto alle consuete dichiarazioni post vittoria di quasi tutti i colleghi italiani. Non sarebbe stato, in particolare, il sindaco del clero locale. «Ho deciso di dichiarare guerra ai preti che dicevano di votare Pd, al cattocomunismo e a questa cultura ipocrita e becera». La festa, però, è durata solo qualche giorno. La mattina del 23 giugno, infatti, la Guardia di Finanza ha arrestato il neo primo cittadino aponense, accusato di essere coinvolto in un presunto giro di tangenti. Il prefetto di Padova Patrizia Impresa ha quindi sospeso il consiglio comunale (che potrebbe essere definitivamente sciolto nei prossimi mesi dal Presidente Mattarella). Il 14 luglio è arrivato nella cittadina termale il commissario prefettizio Pasquale Aversa, che svolgerà provvisoriamente le funzioni di sindaco, giunta e consiglio.

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ROVOLON RIELEGGE SINIGAGLIA

Maria Elena Sinigaglia l’ha spuntata di nuovo. La lista civica “Rovolon che vogliamo” e la sua leader hanno vinto nettamente: grazie alle 1.181 preferenze – pari al 46,93% dei voti espressi nelle dodici sezioni del Comune euganeo – la Sinigaglia è riuscita nell’impresa della rielezione a primo cittadino di Rovolon. Alberto Maria Pittoni della lista “Lega Nord” ha raggiunto il 36,44% dei voti, staccando di molto la lista civica “Fatti Avanti” capitanata da Francesco Bonomi (11,92%) e la lista civica “Lista Rubini”, fermatasi al 4,68%. Alle preferenze ottenute dalle liste dei quattro candidati sindaci vanno ad aggiungersi le 15 schede bianche e le 44 schede nulle scrutinate nella nottata, per un’affluenza totale del 64,76% (in calo del 6% rispetto alle elezioni amministrative del 2011).

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Davide Permunian

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