Geometrie e Colori della Natura, i Minerali della Trachite di Zovon
Geometrie e Colori della Natura
I minerali nella Trachite di Zovon
La Tridimite fu scoperta nel 1868 da Gerhard vom Rath, mineralogista tedesco, nelle rocce trachitiche di Cerro San Cristobal, vicino a Pechupa in Messico; nella sua pubblicazione Rath menziona altri siti, tra cui “Monte Pendise” di Teolo nei Colli Euganei. La tridimite si rinviene nelle cavità di alcune rocce eruttive e negli Euganei è particolarmente abbondante nella trachite
La Trachite di Zovon
Tra i litotipi presenti negli euganei, troviamo la trachite è una roccia magmatica effusiva a medio tenore di silice. Il colore è generalmente grigio, ma può passare al giallo aranciato e giallo bruno qualora la roccia abbia subito processi idrotermali non degenerativi che hanno determinato la deposizione di ossidi idrati di ferro. La trachite grigia viene chiamata “fredda”, quella a tonalità giallognole “calda”; quest’ultima sovente presenta zonature marcate, brune, che rappresentano fasi successive di penetrazioni idrotermali. I minerali essenziali che la costituiscono sono: feldspati, plagioclasi, biotite. Tra i principali accessori vanno ricordati: anfiboli, pirosseni, magnetite, apatite, zircone, ilmenite. La silice è presente in varie forme microcristalline. La tessitura è porfirica; macroscopicamente nella massa di fondo grigia risaltano occhi tondeggianti di feldspati e cristalli scuri di mica. La trachite buona da taglio si presenta con fessurazione colonnare ben spaziata, regolare, in prismi naturali, tali da fornire blocchi di dimensioni sufficienti per fornire manufatti. Le caratteristiche meccaniche sono ottime e comparabili a quelle dei migliori graniti. Nel campo delle pietre da taglio la trachite euganea occupa una posizione particolare poiché è preferibile ai materiali di natura calcarea, offrendo, rispetto a questi, maggiore durevolezza e resistenza specialmente al calpestio; tali caratteristiche la pongono pertanto alla stregua delle rocce più dure. Resiste bene all’aggressione degli acidi forti e per questo è stata usata anche per rivestimenti di serbatoi e altre strutture industriali. Si presta ad una discreta lucidatura. Le cave di trachite di Zovon forniscono un materiale di alta qualità. Un grande cruccio dei cavatori di trachite è dato dalla frequente presenza di cavità all’interno dei blocchi, che nel dialetto locale vengono chiamate caroj (tarli). Queste cavità sono irregolari e di dimensioni variabili da qualche centimetro ad alcuni decimetri; si sono originate da bolle di gas rimaste intrappolate nel corso del consolidamento del magma trachitico in raffreddamento. Il termine scientifico per definire queste strutture è geode e le pareti del geode sono tappezzate di cristallizzazioni minerali di vario tipo; spesso prevale una specie, ma più frequentemente si riscontra un’associazione di più minerali. Il cruccio dei cavatori è invece la gioia dei ricercatori di minerali, che nelle geodi scoprono i loro tesori mineralogici.
I minerali nella Trachite di Zovon
La genesi dei minerali nel geode è riconducibile in generale alla cristallizzazione frazionata, man mano che la roccia neoformata si raffredda, delle varie sostanze presenti nei fluidi all’interno della bolla. Nella trachite di Zovon sono stati individuati ben 24 minerali diversi; tra questi descriviamo i più comuni e vistosi.
Calcite Classe Carbonati, carbonato di Calcio.
La calcite è uno dei minerali più diffusi in natura. Si presenta in numerosi abiti cristallini: romboedrici, scalenoedrici, prismatici, ecc. Se pura è perfettamente trasparente ma a seconda delle impurità disperse nel reticolo può assumere varie colorazioni, dal bianco latteo, al verde, all’azzurro e al giallo. Nelle geodi della trachite di Zovon si presenta generalmente in cristallini romboedrici trasparenti, ma spesso soffusi da patine di celadonite e ossidi di ferro.
Quarzo Classe Silicati, biossido di Silicio.
Il quarzo è uno dei minerali più comuni in natura ed è il più importante dal punto di vista litogenetico, essendo un componente fondamentale di moltissime rocce. Si rinviene sia in cristalli ben formati che in masse microcristalline; quando è puro è perfettamente incolore, ma la presenza di elementi estranei dispersi nel reticolo cristallino possono determinare svariati colori. Tra le varietà colorate ricordiamo la famosa ametista, usata anche come gemma, presente anche nelle geodi di Zovon in minuti cristalli con abito bipiramidale. È presente anche con curiosi cristalli a scettro e con abito prismatico.
Trimidite (Pseudotrimidite) Classe Silicati, biossido di Silicio.
Nel numero precedente di Euganeamente ho già accennato alla tridimite, figurando un campione di questo minerale proveniente dal Monte Cero. Ritengo tuttavia utile un approfondimento per la tridimite sia perché è la specie mineralogica più interessante dei Colli Euganei, sia perché le cave di trachite di Zovon rappresentano i siti di ritrovamento di gran lunga più importanti. La tridimite fu scoperta nel 1868 da Gerhard vom Rath, mineralogista tedesco, nelle rocce trachitiche di Cerro San Cristobal, vicino a Pechupa in Messico; nella sua pubblicazione Rath menziona altri siti, tra cui Monte Pendise di Teolo nei Colli Euganei. Nel 1878 lo studioso tedesco Max Schuster, analizzando campioni di tridimite provenienti da Zovon e da Monte Zoin (Teolo), riconosce correttamente il fenomeno di paramorfosi che caratterizza questo minerale. La tridimite si presenta in cristalli tabulari a contorno esagonale grandi al massimo un centimetro, spesso aggregati a tre individui compenetrati (geminati); tale caratteristica ha determinato l’attribuzione del nome tridimite. La colorazione è bianca o limpida, ma spesso i cristalli sono ricoperti da patine di altri minerali, verdi se si tratta di celadonite (vedi in seguito), ocracee se i pigmenti sono ossidi di ferro. Rara in natura, la tridimite è una cristallizzazione della silice (biossido di silicio) stabile ad alta temperatura (tra 870 e 1470 °C), mentre a temperatura ordinaria si trasforma in quarzo. In alcuni casi però, nella fase di raffreddamento di alcuni magmi eruttivi, questa trasformazione avviene solo a livello di reticolo cristallino (vedi glossario numero precedente), mentre la forma macroscopica del cristallo resta immutata. Questo fenomeno è detto paramorfosi e il minerale interessato è chiamato paramorfo; pertanto la specie che correntemente viene denominata tridimite in termini mineralogici precisi è quarzo pesudomorfo su tridimite o pseudotridimite. La tridimite si rinviene nelle cavità di alcune rocce eruttive; negli Euganei è particolarmente abbondante nella trachite, ma si trova anche nella riolite e, più raramente, nella latite. La tridimite è ricercatissima dai collezionisti di minerali e Zovon è sicuramente il sito che per quantità e qualità dei campioni ha fornito i musei e le collezioni private di tutto il mondo.
Celadonite Classe Silicati, mica di Potassio, Ferro, Magnesio. La celadonite, detta anche terra verde, si presenta in masse di aspetto terroso di colore verde scuro. È facilmente rinvenibile nelle cavità della trachite, dove si presenta sotto forma di fibre verdi oppure di patine terrose, ricoprenti spesso altri minerali.
Molibdenite Classe Solfuri, solfuro di Molibdeno.
Minerale abbastanza raro in natura, ha un colore grigio acciaio, con lucentezza spiccatamente metallica e si presenta in cristalli lamellari a contorno esagonale, che nelle geodi di Zovon non superano il centimetro.
Siderite Classe Carbonati, carbonato di Ferro.
Si rinviene generalmente in masse concrezionali di colore bruno, ma nelle geodi della trachite è spesso presente in cristalli romboedrici di colore giallo bruno. Si presenta anche con una curiosa aggregazione di cristalli tabulari, chiamata dai collezionisti locali rosa dei Colli.
Goethite Classe Ossidi, triossido di Ferro idrato.
La limonite è una miscela di ossidi e idrossidi di ferro,lagoethiteèilmineralefondamentaledella limonite. Nelle geodi di Zovon la goethite si trova in aggregati di cristalli aciculari.
Magnetite Classe Ossidi, tetrossido di Ferro.
È un minerale fortemente magnetico, di colore nero e lucentezza metallica.
La tradizione vuole che il nome magnetite sia stato attribuito da Plinio il Vecchio, il quale riferisce che un pastore di nome Magnes si accorse che la punta di ferro del suo bastone veniva attirata da una particolare roccia nera.
Nella trachite di Zovon si rinviene in piccoli cristalli ottaedrici, neri e lucenti, spesso associata a pirite e molibdenite.
Franco Colombara