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Giardini del Castello del Catajo

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Giardini del Castello del Catajo


Botanica e storia dei giardini:
il parco del Catajo, risultato di continue e centenarie evoluzioni, presenta caratteristiche che vanno dalle sopravvivenze delle antiche impostazioni del XVI e XVII secolo (viali, coltivazioni di agrumi, peschiere) alle ristrutturazioni del XVIII secolo (piante esotiche, statue, zone a bosco), ai cambiamenti del XIX e XX secolo (carpinate, fontane rocaille, la piscina). Importanti sono inoltre le essenze arboree che comprendono sia esemplari tipici della flora locale (ad esempio querce secolari) sia esemplari di importazione (ad esempio magnolie, sequoie, sofore).

Giardini del Catajo

Si possono osservare, durante la visita del giardino, i frutti delle numerose cure che ad esso vengono dedicate, ma anche i problemi che ha incontrato in passato, quali l’abbattimento di piante secolari ad opera di eventi naturali (fulmini, vento) e umani (taglio), questi ultimi imposti da svariati motivi quali malattie, ristrutturazioni ecc., oppure naturali e umani insieme, quali ad esempio il diffondersi nel sottobosco di piante infestanti e dannose, introdotte dall’uomo.

Di fronte al castello si estende il grande Parco delle Delizie: in origine conteneva solo alberi da frutto, ma nel 1600 fu modificato da Pio Enea II con l’introduzione di vasi di agrumi lungo i viali principali, di un bosco d’olmi, di un labirinto in bosso e di una peschiera rettangolare. Ricami in bosso all’ingresso rappresentavano le insegne della Repubblica Veneziana, Stato Pontificio, Estensi e Medici, le potenze cui sono dedicate le sale interne. L’impostazione attuale del parco risale al periodo tra ‘700 e ‘800, quando Tommaso, esperto di botanica, tolse le siepi in bosso per sostituirle con un giardino botanico e piantò le magnolie, da poco introdotte in Europa. A quel periodo risale anche la maestosa sequoia lungo il viale principale, al temine del quale si innalza il monumento funebre a Barbara Querini, moglie di Tommaso, morta molto giovane dopo soli due anni di matrimonio. Accanto alla peschiera si nota una vasca ovale, costruita dai Duchi di Modena come piscina; molti degli arredi marmorei del giardino furono asportati in epoca asburgica.

Giardini del Catajo

Dal portale d’ingresso, trasformato in arco di trionfo dal marchese Tommaso, si accede al Cortile dei Giganti, così chiamato per le grandi figure che ne decoravano le pareti; fu spesso utilizzato per rappresentazioni teatrali (molto amate dagli Obizzi) e tornei, anche di tipo acquatico, poiché la parte bassa poteva essere riempita d’acqua e quindi diventava lo spazio ideale per piccole naumachie. L’edificio che chiude il cortile a ovest in origine ospitava le scuderie, che costituivano un vanto per il prestigio dei cavalli custoditi; in seguito fu trasformato in teatro che nell’800 fu sostituito da un oratorio dedicato a San Michele, tuttora presente.

Giardino del Catajo

Di fronte all’ingresso, si nota la maestosa fontana dell’Elefante fatta erigere da Pio Enea II nella seconda metà del XVII secolo; con le sue figure mitologiche (Bacco e il corteo di satiri e baccanti) unite all’animale esotico (elefante) e inserite all’interno di una grotta, la fontana costituisce una particolarità nel panorama veneto e si avvicina piuttosto ad esempi centroitaliani (come le fontane medicee di Villa Castello). Del resto gli Obizzi avevano stretti rapporti con l’Emilia e la Toscana, sia per interessi economici che per rapporti personali con importanti famiglie di quelle zone.

Info

Via Catajo, 1
35041 Battaglia Terme (Padova)
Tel. 049-9100411
www.castellodelcatajo.it
info@castellodelcatajo.it

Orario apertura

Marzo – Settembre – Ottobre – Novembre:
Domenica, Martedì e giorni festivi dalle 14:30 alle 18:30

Aprile – Maggio – Giugno – Luglio – Agosto:
Domenica, Martedì e giorni festivi dalle 15:00 alle 19:00