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I Boschi di Castagni di Margaret Symonds

Boschi di Castagni dei Colli Euganei di Margaret Symonds
I Boschi di Castagni dei Colli Euganei
di Margaret Symonds

Per raccontare il periodo autunnale ed invernale nei Colli Euganei, non ho scelto la solita descrizione di luoghi o fatti legati ai Colli Euganei, risaputi e conosciuti. Ho pescato un bel racconto sui Colli Euganei della scrittrice inglese Margaret Symonds (1869 – 1925). Una prima traduzione in assoluto che appare soltanto due anni fa, grazie all’editore Santi Quaranta di Treviso affidandone la traduzione finissima della traduttrice Alessandra Poletto. Titolo originale: Days spent on a Doge’s Farm (1908). In Italia appare sotto il titolo di La Contessa Pisani (2013). Si tratta di una serie di brevi racconti, di grande respiro poetico, che raccontano in forma diaristica e autobiografica, le belle visite sui Colli Euganei nel periodo romantico. Un capitolo, il diciannovesimo, è proprio titolato “I Colli Euganei”. In esso l’autrice narra della suggestiva ascesa notturna sul Monte Venda, affascinata dalla bella prosa di Shelley “fra i Colli Euganei mi trovai/e ascoltavo il peana/che legioni di corvi innalzavano/al sorgere maestoso del sole”. Margaret Symonds era affascinata dagli innumerevoli boschi e boschetti di castagni in “questo paradiso euganeo”. Così scrive: “attraversammo un fitto bosco di castani, dove la luce della luna si rifletteva in un pallido luccichio sulle foglie, mentre gli immensi tronchi si stagliavano neri contro l’erba più chiara. Poi giungemmo a Castelnuovo. Il paese era addormentato… e imboccammo i sentieri maltenuti del Venda. Inciampammo su sentieri ghiaiosi tra siepi di acacie nane, rive fangose e boschi di castagni che quasi oscuravano la luna e rendevano l’aria soffocante”.

Il gruppetto giunse in cima al Monte Venda alle due e mezza di notte. E così la scrittrice descrive il luogo: “la sommità del Venda è larga e piatta: è ricoperta di castagni. Ma lungo tutto il lato meridionale vi è una spianata artificiale, l’area di un grande monastero ora completamente abbandonato e in rovina. Un particolare e morbido manto erboso abbraccia i ruderi, lo stesso che aggiunge quel tipico fascino a ogni dimora medievale”.

Lassù gli amici hanno atteso l’alba, dopo che un temporale li aveva messi a dura prova, riparandosi tra i ruderi del Monastero diroccato. A questo punto Margaret Symonds scrive, a mio parere, una delle più belle pagine della letteratura sui Colli Euganei. “Poi, nel bosco di castagni, assistemmo al sorgere del sole. Dopo una lunga attesa sopraggiunse l’alba – uno scintillio di bianco a stento visibile sopra le nuvole nel cielo orientale: qualcosa che pulsava e tremolava, e che era scosso da un brivido non appena toccava la luce soffusa della luna. Il giorno nascente stava lentamente soffocando la luce ormai debole della luna. Alla fine il sole si arrampicò sopra uno strato di nuvole dense: un dio arancione opaco che derubò il mondo del mistero, ma lo riempì di verità e di splendore. Penso che non ci fu niente, nessun piccolo dettaglio, che le sue dita dorate non toccarono. Tuttavia è impossibile descrivere accuratamente quella visione, pur avendovi assistito dal centro di un immenso anfiteatro. Seduta sulla cima più alta dei Colli Euganei, cercai con tutta me stessa di fissare nella mente la meraviglia di quell’alba italiana”. Dai castagni, quei boschi che hanno tanto affascinato la scrittrice inglese, quegli stessi boschi secolari che ancora oggi, d’autunno, ci donano un frutto tra i più preziosi e tipici della nostra terra euganea.

Riccardo Ghidotti