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Il Melone: Il Miglior Amico delle Giornate Calde

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Il Melone
Il Miglior Amico delle Giornate Calde

Con il termine Melone (nome scientifico Cucumis melo) si indicano sia la pianta rampicante della famiglia delle Cucibitacee, sia i frutti che essa produce, dalla forma ovale o tondeggiante e dalla buccia coriacea che racchiude una polpa dolce e profumata. La stagione della loro raccolta è l’estate, della quale questi frutti rappresentano il simbolo, grazie all’alto contenuto di acqua e di fibre dissetanti e nutrienti.

Essendo un frutto con poche calorie, è indicato per le diete dimagranti, ed avendo un’alta percentuale di sali minerali come ferro, fosforo, sodio e calcio, ma soprattutto di potassio, ci aiuta a tenere sotto controllo la pressione nonché a ripristinare le scorte idriche perdute durante la sudorazione. La polpa varia dal bianco all’arancio ed è succosa e molto profumata quando raggiunge la maturazione.

Risale addirittura al medioevo il classico rituale di annusare e picchiettare con le nocche il melone prima dell’acquisto, tutto questo per cercare di capire o meglio indovinare, se il frutto che si ha in mano è maturo al punto giusto. Molto antiche e sconosciute sono le sue origini. A questo proposito ci sono diverse scuole di pensiero, alcuni studiosi dicono che provenga dall’Africa mentre altri dell’Asia Minore.

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Già al tempo dei Sumeri (circa 3000 anni fa) il melone era conosciuto e consumato. Lo si ritrova in un poema epico Gigalmesh dove l’eroe consumava “meloni cassia”, i frutti erano rappresentati sulle tavole imbandite in alcuni bassorilievi. Quando Mosè condusse il popolo ebraico nel deserto dove vagò per 40 anni, uno dei prodotti alimentari che più desiderava erano i meloni “il pesce, che abbiamo fatto mangiare liberamente in Egitto, i cetrioli, e meloni” (Esodo 11, 05). Particolarmente interessante è la notizia riportata dal quotidiano Uniosarda del Febbraio 2015 secondo cui

i semi di melone, riferibili all’età del Bronzo (tra il 1310-1120 a.C.) sono stati trovati nel pozzo N di Sa Osa (Cabras) e sarebbero la prima testimonianza certa della coltivazione del melone nel bacino del Mediterraneo. La scoperta è stata fatta dal gruppo di archeobotanica del Centro Conservazione Biodiversità dell’università di Cagliari. Prima di questa scoperta la diffusione del melone nel Mediterraneo era stata attribuita a Greci e Romani in periodi molto recenti.

Moltissime sono le varietà di melone coltivate in tutto il mondo: si distinguono per forma (ovale o tondeggiante), colore e sapore. Si raggruppano in meloni estivi e i meloni invernali.

I meloni estivi hanno in genere polpa giallo arancio e si dividono tra meloni retati (tondi e di forma allungata, hanno generalmente una buccia sottile coperta da un fitto reticolo con polpa di sapore dolce) e meloni cantalupi (meloni di grosse dimensioni, dalla superficie liscia e buccia solcata, hanno polpa particolarmente gustosa), mentre i meloni invernali hanno polpa di colore bianco o verdognola, poco profumata ma dal sapore dolce. In Italia si coltivano essenzialmente due tipologie: cantalupo e retato.

Il melone si presta a tantissime preparazioni dolci e salate, crude o cotte. Il piatto per eccellenza è prosciutto e melone, le cui origini risalgono addirittura al II secolo d.C. scomodando le teoria della medicina Gaelica.

Vi propongo una ricetta estiva veloce e fresca, adatta per le caldissime serate estive.

RISO FREDDO CON MELONE E PRIMO SALE

riso-e-meloneIngredienti per 4 persone
250 gr di riso adatto al consumo freddo (io ho usato un mix di riso integrale e riso wild nero a chicco lungo)
200 gr di Primo Sale
mezzo melone (io ho utilizzato il cantalupo)
q.b. olio extravergine di oliva dei Colli Euganei
gherigli di noci tritate (o frutta secca a piacere)
foglie di menta-cioccolato

Procedimento
Cuocere il riso in abbondante acqua salata. Una volta cotto far raffreddare velocemente sotto l’acqua e lasciar scolare bene. Tagliare a pezzetti il primo sale, aggiungerlo al riso e condire con un po’ di olio extravergine di oliva. Aggiungere il melone tagliato a dadini e i gherigli di noce tritati. Decorare a piacere con delle foglie di menta-cioccolato. Da servire con un buon calice di Serprino dei nostri colli, servito freddo.

Erica Zampieri
Foodblogger
Sapori e diSSapori