Il Natale nei Colli Euganei… Negli anni 50!
Il Natale nei Colli Euganei…Negli anni 50!
“La novena di Natale… per nove giorni consecutivi dovevamo svegliarci prestissimo per partecipare alla santa messa delle ore 6.00. Faceva molto freddo e per raggiungere la chiesa dovevamo percorrere una stradina sterrata di circa 1 km, spesso ricoperta di neve. Per noi bambini, i campi imbiancati sembravano mandorlato ed i rami degli alberi, spesso erano piegati a terra dal peso della neve, apparendo come enormi giganti sconfitti…”
“La sera prima di Natale noi bambini eravamo tutti agitati, ma dovevamo andare a letto presto lo stesso. Le tavelle del sottotetto erano bianche brillanti dalla neve esterna o dal ghiaccio che si formava… ci mettevamo sotto le coperte con la munega e lo scaldino di brace… ma al risveglio il naso era sempre ghiacciato lo stesso. Si dormiva poco quella notte, perché il primo di tutti i fratelli e sorelle che si svegliava e correva di fretta dai genitori a fare gli auguri riceveva 500 lire di mancia.
Ci mettevamo i vestivi della festa ed andavamo a messa a digiuno… con l’unico pensiero che al ritorno a casa avremmo trovato una buonissima cioccolata calda”. Il pranzo di Natale…A pranzo mangiavamo tutte le delizie che gli altri giorni dell’anno passavamo ad immaginare… la mamma preparava le lasagne, con le uova fresche della corte e intanto sotto la cenere del camino si cucinava lo schissoto. Quando il periodo andava bene, si prendeva anche un pollo o una faraona e la si faceva arrosta. Un pezzo piccolo a ciascuno… e tutti si voleva mangiare la coscia! Poi frutta: carrube e mandarini. Sotto il piatto del papà venivano messe le letterine con i buoni propositi. A turno recitavamo le poesie ed il più bravo veniva premiato con 500 lire di mancia. Nel pomeriggio si ritornava in chiesa per il vespro, poi a casa si giocava a carte o a tombola con i parenti e i vicini…fino a l’ora di andare a letto”.
Danilo Montin