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A Cosa serve il Verde in Città?

A Cosa serve il Verde in Città?

A cosa serve il verde? Sempre più spesso anche sui “media” vengono riportate notizie discordanti su quel che riguarda il “verde” cittadino. Generalmente i punti di vista sono due: qualcuno si lamenta perché le piante sono un costo e sporcano, mentre altri si lamentano quando viene tagliato un albero. Facciamo chiarezza e comprendiamo quali sono le principali funzioni del verde urbano.

Estetica: gli alberi ornamentali fanno parte in tutto e per tutto dell’arredo urbano e concorrono a rendere bella ed armoniosa la città.
Risparmio energetico: riduce i consumi di riscaldamento e soprattutto di raffreddamento degli edifici.
Sanitaria: grazie alla fotosintesi purificano l’aria donandoci ossigeno e grazie alle foglie riescono a trattenere le polveri inquinanti.
Protezione idrogeologica: Le radici tengono insieme il terreno e assorbono parte dell’acqua piovana, le chiome intercettano parte delle precipitazioni.ì
Passeggiare, stare all’aperto, rilassarci o fare sport.
Storico culturale: gli alberi monumentali vanno salvaguardati per il loro valore storico indipendentemente dal loro aspetto, dalle loro dimensioni o dal loro stato fitosanitario generale.
Didattica: il verde può essere un laboratorio a cielo aperto dove ampliare le proprie conoscenze.
Tutela della biodiversità: inserire specie diverse in città aiuta a mantenere un certo livello di biodiversità

Più in dettaglio, un’attenta pianificazione della città dovrebbe far procedere di pari passo l’espansione della città stessa con l’estensione delle porzioni verdi in modo da soddisfare i principali bisogni. In più, assegnando al singolo albero la funzione principale, potremmo gestire il verde in maniera oculata massimizzando i benefici. Oltre a quanto ribadito, il “verde” può aiutarci a risolvere alcune delle problematiche che sempre più spesso affliggono gli abitanti delle città. Possiamo dunque parlare di “verde tecnologico” (o “verde tech”).

Isola di calore

L’incessante sviluppo urbanistico ha portato ad una trasformazione del territorio e ad un cambiamento di uso del suolo. Le aree che un tempo erano occupate dalla vegetazione, oggi trovano posto a costruzioni, asfalto e cemento. L’utilizzo di superfici impermeabili e con scarsa capacità di riflettere l’irraggiamento  solare (quindi con conducibilità termica superiore a quella del suolo naturale) contribuisce all’aumento della temperatura. Quest’aumento si concentra nelle zone urbane rispetto alle zone rurali dove si registrano temperature inferiori di anche 4 o 5 °C. Il “verde”, grazie alle sue funzioni di ombreggiamento, assorbimento delle radiazioni e ai processi fisiologici di evapotraspirazione, consente di ridurre naturalmente la temperatura ambientale. I sistemi tecnologici da adottare sono molteplici. Si annoverano tra essi le alberature stradali, i giardini progettati, il verde pensile, l’utilizzo di nuovi materiali ecosostenibili per la costruzione di strade e parcheggi. In sostanza la progettazione del verde urbano dovrebbe promuovere la realizzazione di “aree cuscinetto”, cioè ampie zone “a verde” integrate nella città che aiutino a combattere l’isola di calore.

Effetti sul ciclo dell’acqua

Negli ambienti più naturali come boschi, praterie, zone umide e campi coltivati, le acque meteoriche sono assorbite e filtrate dal suolo. In ambiente urbano, invece, le superfici sono per lo piùì impermeabilizzate, l’acqua meteorica non viene assorbita e causa il cosiddetto “runoff” (scorrimento). Il “runoff” va a gravare sul sistema fognario e poi nei corpi idrici di raccolta che non sono sempre adeguatamente dimensionati. Spesso questi ultimi non sono sufficienti per farsi carico delle portate d’acqua generate dalle precipitazioni e vista la rapidità con cui esse vi giungono non riescono a smaltirle causando sempre più spesso inondazioni. Per far fronte a queste situazioni si sono proposte varie soluzioni utilizzando il “verde tecnologico” e finalizzate alla gestione “in-situ” delle acque meteoriche. Tra queste si annoverano i tetti verdi, i bacini di bioritenzione, le fasce filtranti ed i rain garden. I principali scopi di queste soluzioni sono quelle in primo luogo di ridurre i volumi di acqua che arrivano al sistema fognario, ed in secondo luogo di allungare il tempo in cui l’acqua giunge al sistema stesso. Avremmo quindi meno volumi d’acqua che arriva più lentamente al sistema di smaltimento.

Gli stagni: sono bacini (artificiali o naturali) impermeabilizzati che ricevono l’acqua piovana e rimangono sempre allagati. Grazie alla presenza di piante si ha un miglioramento della qualità dell’acqua.
Le fasce filtranti: sono zone coperte da vegetazione poste a valle di strade e parcheggi. Il loro scopo è quello di rallentare le acque di scorrimento superficiale, stoccarle e favorirne l’infiltrazione.
Il rain garden: questa tecnica ci permette di migliorare la gestione dei deflussi mantenendoì allo stesso tempo un valore estetico. Consiste nella creazione di aiuole in zone più depresse, dove la pendenza naturale convogli l’acqua al suo interno. Qui verrà in parte infiltrata e in parte utilizzata dalle piante che, se scelte correttamente, ci doneranno numerose fioriture.
I tetti verdi ed il verde verticale: l’inverdimento delle superfici dei fabbricati, come i tetti o le pareti, si è rivelato un ottimo metodo per diminuire il runoff urbano. Sia il substrato sia la vegetazione sono in grado di intercettare l’acqua meteorica filtrandola e rilasciandola più lentamente. Inoltre si ha un effetto sulla riduzione degli inquinanti.

Riduzione degli inquinanti

Il “verde” è in grado di abbassare il livello delle polveri nocive in sospensione nell’atmosfera grazie a due meccanismi. Il primo, indiretto, avviene grazie al minor riscaldamento delle superfici che evita la formazione di correnti ascensionali che mettono in movimento le particelle di polvere. Il secondo è diretto, infatti, le piante riescono a trattenere e filtrare le polveri grazie alla conformazione delle foglie (lamina rugosa o presenza di peli), che in seguito saranno dilavate dalle precipitazioni.

Effetti sulla qualità della Vita

Vi è una letteratura con molti studi che trattano i diversi effetti del verde urbano sulla salute. Questi studi si concentrano in maniera principale su due diversi aspetti: la salute psicologica e la salute fisica. Si è ampliamente dimostrato come la natura aiuti a liberare la mente con conseguenti benefici sulle performance lavorative, favorendo l’attenzione, l’apprendimento e la curiosità. Questo può aiutare alla diminuzione di quelle che sono le principali malattie mentali come la demenza senile o anche l’Alzheimer. Anche per quanto riguarda il problema dei deficit di attenzione nella popolazione più giovane, si è verificato che la natura ha effetti molto positivi. Per quanto riguarda la salute fisica, gli studi hanno dimostrato che la presenza, la vicinanza e l’accessibilità ad aree verdi dove è possibile fare attività fisica aiuta a combattere i problemi di sovrappeso e obesità che in Italia riguardano circa il 40% della popolazione. Tutto ciò si ripercuote sull’insorgenza di malattie correlate come il diabete e le malattie cardiovascolari. Queste sono le basi di quella che chiamiamo “GreenHealth” ovvero la “salute verde”. In Scozia, dove il concetto di “GreenHealth” è perfino alla base del lavoro di pianificazione urbana, con uno studio si è calcolato che il sistema sanitario nazionale potrebbe essere sgravato del 2-3% dei suoi costi grazie alla presenza del verde in città. Più in generale, grazie a delle proiezioni si è potuto calcolare che il solo l’aumento del 10% delle aree verdi in città implicherebbe una riduzione dell’insorgenza di malattie quantificabili alla diminuzione di età di circa 5 anni.

Conclusioni

Dunque, il verde ha numerose funzioni essenziali per il funzionamento di quello che è definito “ecosistema urbano”. All’espansione della città dovrebbe corrispondere un aumento di porzioni verdi, evitando l’eccessiva cementificazione e il cambio di uso del suolo. Inoltre, le più moderne tecnologie applicate al “verde” ci permettono di risolvere alcune delle problematiche che sempre più spesso si verificano in città, come gli allagamenti. Queste ultime torneranno ad essere più armoniche, meno inquinate, più confortevoli e quindi più vivibili. Attenzione, però! Dobbiamo pianificare anche con un’ottica di gestione efficiente. Bisogna, infatti, scegliere le specie giuste ed applicare le corrette tecniche agronomiche. Variare le specie e le età consente di evitare problematiche fitosanitarie. Pensare che un albero non debba mai e poi mai essere potato o abbattuto è sbagliato tanto quanto pensare che il verde sia un mero costo di gestione e quindi sacrificabile.

 Censimenti del Verde

Con la Legge n.10/2013, inoltre si sono resi obbligatori i “censimenti del verde” ovvero la raccolta dei dati del patrimonio “verde”. Questa legge, operativa dall’anno successivo, prevede che tutti i comuni sopra i 15.000 abitanti si dotino di un catasto degli alberi, che per ogni bambino nato o adottato venga piantato un nuovo albero dedicato ed i dati dello stesso vengano comunicati ai genitori del bambino ed obbliga gli amministratori del comune a produrre un bilancio del verde a fine mandato, che dimostri l’impatto dell’amministrazione sul verde pubblico (numero di alberi piantumati ed abbattuti, consistenza e stato delle aree verdi, ecc.). Purtroppo, in molte città, questa legge non è ancora stata applicata. Attendiamo fiduciosi!

Filippo Rossato