Il Viale Stellato dello Zodiaco
Il fresco autunnale si fa sentire tra i rami degli alberi dei nostri Colli Euganei.
Alcuni di questi sono rimasti senza foglie mostrando tratti
di Cielo che durante l’estate non era possibile scorgere.
In questo periodo dell’anno possono alzarsi brezze che spazzano via le nubi, lasciando il Cielo libero e terso, facendo provare meraviglia nell’osservazione degli astri. Fin dalla notte dei tempi, l’uomo ha desiderato raccogliere le stelle in asterismi di varia forme e dimensioni: le costellazioni. Durante la storia ne sono create molte, di nuove sulle antiche e viceversa, a tal punto da creare una certa confusione. Tutto venne messo in ordine dall’Associazione Astronomica Internazionale (UAI) nel 1922, con un concetto vincente che raccoglieva i meriti degli antichi precursori dell’astronomia sia dal punto di vista scientifico, sia da quello culturale e anche da quello letterario. Tante sono le costellazioni accettate, ben 88, divise tra quelle visibili dal nostro emisfero, quello Boreale e quello Australe, posto nell’altra metà della Terra. Dalla nostra latitudine possiamo ammirare 6 costellazioni Circumpolari, vale a dire costellazioni che ruotano molto vicino al polo nord celeste e quindi visibili tutto l’anno e 47 costellazioni stagionali, che possiamo ammirare, quindi, stagione per stagione.
Esiste una materia, l’archeoastronomia, che raccoglie testimonianze di raffigurazioni del Cielo già da 16.000 anni fa, dal Paleolitico superiore. Gli studi danno come primi ideatori delle costellazioni i Sumeri e Babilonesi, creatori dello Zodiaco. Poi i Greci hanno sviluppato enormemente, sotto il punto di vista scientifico e letterario, lo studio delle costellazioni. Le opere di Omero (1000 a.C.) descrivono le costellazioni, poi Eudosso (340 a.C.) e Ipparco (200 a.C.), i quali stilano una mappa precisa del cielo. Ma il massimo lo si raggiunge con Tolomeo (150 a.C.) che, scrivendo il più famoso testo antico di astronomia, “l’Almagesto”, compie l’opera più completa per il riconoscimento delle stelle in cielo. Tra tutte le costellazioni ve ne sono 12 di straordinaria importanza: le costellazioni zodiacali. Sono così chiamate perché si trovano in quella fascia ristretta di cielo dove cammina il Sole: l’eclittica. Quindi nell’area visiva di queste costellazioni possiamo ammirare anche il passaggio della Luna e dei pianeti: il nostro Sistema Solare. L’osservazione del cielo, in antichità, dava la possibilità di calcolare il tempo e la determinazione delle lavorazioni delle varie colture.
Era un’esigenza. Le costellazioni stagionali, comprese le zodiacali di quel periodo, sono quelle che per comodità osservative appaiono ai nostri occhi dopo il tramonto, in prima serata di quella relativa stagione, e si possono osservare fino alla mezzanotte. Naturalmente le stelle brillano anche più tardi, fino all’alba e sono queste stelle, di queste costellazioni che sfidano i più appassionati a fantastiche veglie notturne. In autunno, ad ottobre e novembre, a comode ore serali possiamo ammirare costellazioni zodiacali importanti ma con stelle deboli comunque visibili in serate limpide e senza Luna, come il Sagittario, il Capricorno, l’Aquario, i Pesci e l’Ariete, ma è dalla mezzanotte in poi che inizia lo sfarzo con l’apparizione del Toro con il suo occhio, la supergigante Aldebaran, i Gemelli con le due stelle luminose Castore e Polluce, quindi un tratto di deboli stelle del Cancro per poi ammirare il Leone che scompare nel chiarore dell’alba di fine ottobre. Immensa la letteratura mitologica a corredo di questi antichissimi asterismi che hanno sempre posto tante suggestioni alla mente umana. In autunno, prima dell’alba, nella zona di Cielo descritta da queste costellazioni si può verificare la ‘Luce Zodiacale’.
Si tratta di un fenomeno che appare come una debole luminosità causata dal Sole ancora nascosto dalla Terra, che si estende attorno a queste costellazioni in prossimità dell’alba. Una Luce magica. Agli appassionati di astronomia osservativa non può sfuggire, in questi mesi di ottobre e novembre, il passaggio in prima serata, quindi in comoda osservazione, di due pianeti non visibili ad occhio nudo, ma con un telescopio di media apertura, dagli 8 pollici, circa 20 cm di diametro dell’obbiettivo principale in poi. Questi due pianeti sono Urano, il dio che impersonifica il Cielo, figlio della notte, padre di Crono (Saturno) e Nettuno il dio del mare e dei terremoti, sempre raffigurato con il tridente ritto su un carro trainato da maestosi cavalli marini. Urano dista da noi circa 20 Unità Astronomiche, mentre Nettuno a circa 30 U.A., vale a dire, ridotto in chilometri, a 4.500.000.000, quindi quattromiliardi e cinquecento milioni di chilometri. Entrambi questi pianeti hanno un caratteristica ben visibile al telescopio: appaiono di un colore azzurro intenso, dato dall’enorme presenza di un gas che conosciamo bene in cucina: sono pianeti avvolti da gas metano. Nettuno si trova nell’area della costellazione dell’Aquario, mentre Urano in quella dei Pesci.
Tra i sentieri di questi nostri meravigliosi Colli Euganei, ricchi di castagne cadute dai rami e ancora racchiuse nel suo riccio, possiamo ora descrivere, con il naso all’insù verso meridione, il ‘viale di stelle’ percorso dall’Eclittica, la passeggiata del Sole nel Cielo. Un viale di costellazioni importanti famosissime, utili per tante informazioni che hanno dato all’uomo per la il calcolo del tempo, delle culture e per la sua storia. Un viale percorso di notte dalla Luna e dai Pianeti. Un viale che porta a profonde conoscenze.
Splendida immagine di Nettuno ripresa dalla sonda Vojager 2 durante l’incontro con il pianeta nel suo lungo viaggio il giorno 30 Ottobre 1998. Nettuno è l’ottavo pianeta del Sistema Solare, ha una massa venti volte quella della Terra e, come si può notare, sulla sua superficie si muovono venti composti da gas metano che possono raggiungere la velocità di 2000 km all’ora.
Sensazionale ripresa di Urano dalla sonda Vojager 2, l’unica sonda ad aver ripreso il settimo pianeta del Sistema Solare con immagini ravvicinate. Grande fu la sorpresa degli astronomi quando rilevarono a stretta distanza da Urano la presenza di deboli anelli, ma costituiti nello stesso modo in cui si sono creati quelli di Saturno. Urano ha l’atmosfera più fredda di tutti gli altri pianeti del Sistema Solare, -224 gradi. Urano fu scoperto e classificato come pianeta da William Herschel il 13 Marzo 1781, astronomi precedenti avevano scambiato Urano per una debole stella.