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La Genesi di Monte Ricco

Veduta Aerea del monte Ricco di Monselice - Colli Euganei

La genesi di Monte Ricco 

In Italia i reperti di mosasauri non sono molto comuni e
provengono tutti dalla nostra regione, infatti la fauna fossile
ad echinidi della cava “Cementeria di Monselice” rappresenta
la più ampia collezione echinologica dei musei veneti.

La città di Monselice si estende nel braccio di pianura compreso tra il Monte Ricco (331 m) e la Rocca (151 m); i due colli rappresentano due apparati vulcanici di tipo discordante, poiché le masse magmatiche, all’epoca della loro estrusione, hanno tagliato nettamente le preesistenti rocce sedimentarie di origine marina. Da un punto di vista genetico però i due monti presentano una differenziazione magmatica molto rilevante. Il Monte Ricco si è originato per il consolidamento di magma riolitico, un magma acido molto viscoso, costituito prevalentemente da silice (una forma microcristallina del quarzo), mentre la Rocca è formata da trachite, una roccia un po’ meno acida, ma comunque molto viscosa, che oltre la silice presenta anche altri minerali (plagioclasi, anfiboli e pirosseni). La messa in posto delle masse magmatiche dei due colli citati si è verificata nel corso del ciclo eruttivo euganeo, datato all’Oligocene inferiore (circa 33 milioni di anni dal presente). La trachite, com’è noto ha fornito, e limitatamente fornisce ancora, una pregiata pietra da taglio, ricercata fin dai tempi romani. È stata utilizzata per lastricare moltissime piazze delle città del Veneto (Venezia in primis) e non solo; la diffusione della trachite si estende infatti dalla Lombardia (Pavia), al Friuli (Udine), all’Emilia Romagna (Ferrara, Bologna, Ravenna).

Monte Ricco Monselice - Colli Euganei

La riolite, invece, come quella del Ricco, non si presta affatto alla lavorazione in quanto fragile, vetrosa e intensamente fratturata. Ritorneremo sull’argomento, più avanti quando parleremo delle cave. Il Monte Ricco è un rilievo molto articolato dal punto di vista morfologico, forse il più complesso di tutti i Colli Euganei. Presenta una forma trilobata essendo costituito da un corpo principale – Monte Ricco – collegato, ai due massimi periferici di Dosso Solone a nord e Monte Castello a ovest; praticamente le tre masse si compenetrano reciprocamente, generando una serie di selle e di ripidi canaloni.
Un punto di vista privilegiato per cogliere questa singolare morfologia si trova percorrendo la nuova superstrada per Montagnana, tra Monselice ed Este. Il Monte Ricco è quasi completamente circondato dalla pianura alluvionale, salvo verso nord dove una corta dorsale calcarea lo unisce all’altopiano di Arquà Petrarca e quindi all’acrooro euganeo. La massa riolitica è orlata nel lato occidentale da rocce calcaree di origine marina – Scaglia Rossa e Marne Euganee – di età compresa tra circa 90 e 40 milioni milioni di anni dal presente. Nel lato orientale, invece, la massa riolitica è sepolta sotto le alluvioni recenti del Quaternario.

I fossili delle rocce sedimentarie

La grande cava di calcare e marna, aperta alla base settentrionale del colle, ha fornito la materia prima per la fabbricazione di cemento nel grande complesso industriale “Cementeria di Monselice”. Da circa una decina di anni la cava non è più attiva ed è stata oggetto di una esemplare ricomposizione ambientale. Nel corso dei molti anni di attività, la cava, meta di molti ricercatori di fossili, ha restituito un gran numero di reperti, alcuni di grande interesse scientifico. Molti di essi, grazie alla sensibilità degli appassionati, sono confluiti nel Museo Geopaleontologico Cava Bomba di Cinto Euganeo. La paleontologia dei Colli Euganei è stata già ampiamente trattata in due recenti numeri di Euganeamente e pertanto mi limito a riassumere le principali scoperte relative alla cava “Cementeria di Monselice”, che, ricordo, si trova nel territorio comunale di Arquà Petrarca.

Ricostuzione del Mosasauro, il grande rettile lacertiano abitatore dei mari del Cretaceo - Colli Euganei

La Scaglia Rossa è una formazione geologica costituita da una successione di calcari più o meno argillosi, di colore bianco o rosato o rosso mattone; è di origine marina e i sedimenti che l’hanno originata si sono deposti in un ambiente di mare profondo; l’età degli strati messi a nudo nella cava varia dai 90 milioni a 65 milioni di anni dal presente. I fossili più comuni di questa formazione sono i ricci di mare, rappresentati da ben sette specie diverse, con centinaia di reperti, in buona parte conservati nel citato museo. La fauna fossile ad echinidi della cava “Cementeria di Monselice” rappresenta la più ampia collezione echinologica dei musei veneti ed è stata oggetto di tesi di laurea e consultata da numerosi studiosi, anche esteri.
Un altro importante reperto della Scaglia è un dente magnificamente conservato di Mosasauro.

Dente di selaceo squaloideo del genere Carcharodon, simile al gigantesco squalo bianco attuale - Colli Euganei

I mosasauri sono un gruppo di rettili comparsi nel Cretaceo ed estintosi nel Cretaceo Superiore, 65 milioni di anni dal presente; il nome Mosasauro prende origine dal fiume Mosa, nelle cui sponde nei Paesi Bassi, affiorano rocce cretacee dove i resti fossili di questi animali sono stati scoperti per la prima volta. I mosasauri rappresentano il più importante esempio di adattamento di un gruppo terrestre alla vita pelagica. Erano infatti giganteschi rettili lacertiani, predatori, diffusi in tutti i mari del mondo. In Italia i reperti di mosasauri non sono molto comuni e provengono tutti dal Veneto. Mi piace qui ricordare che il dente di cava Cementeria di Monselice è stato rinvenuto da un cittadino Monselicense, Renato Giraldo, che resosi conto dell’importanza del reperto lo ha prontamente consegnato al museo Cava Bomba. La zona sommitale della Scaglia in questo sito è caratterizzata da calcari di colorazione rosso mattone molto intensa; questi livelli contengono abbondantemente denti di squalo e raramente anche vertebre degli stessi animali. Le Marne Euganee, l’altra formazione geologica presente nella cava, sono sovrapposte alla Scaglia Rossa, la loro età si estende da 49 a 40 milioni di anni, e rappresentano ancora un ambiente sedimentario di mare aperto. I fossili visibili ad occhio nudo in questa formazione sono piuttosto rari e sono soprattutto denti di squalo.

Riccio di mare fossile (Stenonaster tubercolatus), fossile guida della Scaglia Rossa cretacea - Colli Euganei

Le cave

Come si è precedentemente accennato la roccia che costituisce il Monte Ricco non si presta assolutamente come pietra da taglio, ma allora perché numerose ed enormi cave deturpano questo colle? La riolite viene usata come pietrame da sottofondi stradali o per bonifiche arginali.Questi materiali hanno un basso costo e quindi per avere una certa resa economica è necessario disporne in larga misura. Il grande impulso che ha portato per anni ad una escavazione selvaggia è stato determinato dal tragico evento della rotta del Po del 1951 in Polesine; circa 100 furono le vittime, decine di migliaia gli sfollati, l’economia polesana fu gravemente compromessa.

Foto Storica della Cava del Monte Ricco - Colli Euganei

I lavori di somma urgenza consistettero nella chiusura dei varchi arginali mediante costruzione di coronelle in pietrame in asse alle arginature abbattute. Gran parte del materiale necessario venne perciò fornito dalle cave del Monte Ricco, essendo questo il sito con pietrame adatto ai lavori, logisticamente più vicino. Ma l’escavazione non si fermò all’emergenza contingente e per molti anni la richiesta di pietrame per i lavori di bonifica determinò, non so se giustificato, uno sfruttamento massiccio delle cave di riolite. Bisognerà arrivare all’inizio degli anni ’70, quando entrò in vigore una legge dello Stato, presentata da due parlamentari veneti, gli onorevoli Fracanzani e Romanato, che ha determinato per i Colli Euganei la chiusura di tutte le cave di materiale “vile” e una precisa regolamentazione di quelle di pietra da taglio e da cemento.

Franco Colombara