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La Rocca un Obelisco di Lava Rovente

La Rocca di Monselice

La Rocca un Obelisco di Lava Rovente

Fin dall’inizio della geologia moderna, attorno alla metà del Settecento, i Colli Euganei sono ben noti ai geologi per la grande varietà di fenomeni eruttivi che manifestano. L’origine vulcanica dei Colli è testimoniata dalla forma conica e acuta dei rilievi maggiori, richiamante quella dei vulcani, sia pure privi di cratere.larocca2

 

Le eruzioni, verificatesi in ambiente sottomarino in un arco di tempo compreso tra circa 43 e 30 milioni di anni dal presente, si sono attuate secondo svariati meccanismi. Riscontriamo infatti apparati come duomi o cupole di ristagno, dove la lava molto viscosa si è accumulata sopra la fessura di emissione, i laccoliti, che si sono formati per intrusione del magma sotto la copertura sedimentaria, i corpi discordanti, messi in posto quando la lava ha squarciato la copertura e gli strati sedimentari sono stati tagliati di netto. Innumerevoli sono poi i filoni o dicchi che spuntano dalle formazioni sedimentarie ma sono presenti anche in quelle magmatiche, e molto numerosi sono pure i camini vulcanici o neck.

Un apparato eruttivo molto particolare, unico esempio nei Colli Euganei, è quello della Rocca di Monselice. Sul lato occidentale del rilevo, in corrispondenza dell’ingresso di una enorme cava oggi adibita a parcheggio, è ben visibile il rapporto tra la roccia eruttiva (quarzo-trachite alcalina) e le rocce sedimentarie marine che costituiscono il margine più esterno del colle.

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Queste ultime sono state squarciate dall’eruzione e raddrizzate addirittura quasi sulla verticale dalla lava estremamente densa, che ha formato un apparato a forma di guglia.

Questo tipo di fenomeno non è affatto comune, nemmeno per le lave visco se molto ricche di silice.

Un esempio attuale di eruzioni di questo tipo è stato documentato nel vulcano La Pelée in Martinica (Antille). Nella eruzione del 1904 dal vulcano è fuoriuscita lava talmente viscosa, quasi già solidificata, che non è riuscita a traboccare nel cratere e ha formato una guglia di 350 metri di altezza. Il processo ha avuto una durata lunghissima, dal 4 gennaio al 9 di marzo.

La roccia vulcanica che costituisce la Rocca è una trachite (in senso lato) di ottima qualità, perlomeno in determinati settori, e pertanto questa risorsa è stata sfruttata fin dai tempi della Serenissima. La trachite veniva trasportata a Venezia per via fluviale a mezzo di barconi fino agli anni ‘50 e ‘60 dello scorso secolo, ma proprio in quegli anni l’attività estrattiva registrò una forte accelerazione per l’aumentata richiesta di pietrame trachitico, un materiale di scarso valore che per fornire una resa economica doveva essere prodotto in quantità enormi. Il vuotonormativo in materia di cave in quei tempi, ha permesso lo scempio ambientale che abbiamo ereditato; l’escavazione selvaggia, attuata soprattutto per brillamento di mine, nonché la mancanza di una completa ricomposizione ambientale, hanno inoltre lasciato aperte serie problematiche di rischio per la stabilità dei versanti con accentuato gradiente topografico, soggetti frequentemente a minacciosi movimenti franosi.

Franco Colombara