L’Euganea Terra Patavina, con i suoi Colli Rossi di Vigne…
L’Euganea Terra Patavina,
con i suoi Colli Rossi di Vigne…
La Storia del Vino nei Colli Euganei
I Colli Euganei, appaiono come un’area privilegiata dove scoprire tracce antiche di viticoltura, grazie alla laro posizione isolata, che ha contribuito a mantenere integri alcune caratteristiche autoctone dell’uva coltivata in questa zona. Un esempio è la poesia di Marziale, in cui si parla di viti dalle foglie rosse, che potrebbe rimandare alla varietà di uva autoctona detta Pedavenda.
Se tu vedrai, o Clemente, prima di me
l’euganea terra patavina,
con i suoi colli rossi di vigne,
porta a Sabina d’Este
le mie poesie non ancora
toccate dalle mani del popolo ed in fresca
porpora legate.
Marziale
Nella seconda metà del 1800 nei Colli Euganei viene catalogata la presenza di circa 100 varietà di uva bianca e 150 di uva nera. Ma la presenza dell’uva in questo territorio ha origini molto più antiche, alcuni ritrovamenti fossili la datano come una delle specie vegetali più antiche presenti nella zona. Alcuni recenti scavi condotti nell’area del santuario di Meggiaro a Este, le cui fasi di vita si collocano tra VI e II sec. a.C., all’interno del pozzo sacro, testimoniano una consistente presenza di Vitis vinifera. Tra i numerosi resti botanici infatti sono stati riconosciuti circa 200 vinaccioli interi e più di 400 frammenti; l’analisi sui vinaccioli non combusti, in base all’indice di Stummer, nel tentativo di distinguere tra forme selvatiche e coltivate di Vitis vinifera L., sembra indicare nel territorio estense la presenza di vitigni con caratteristiche intermedie fra la forma spontanea e quella coltivata. La consistenza di questi dati, che possono anche far pensare a processi di spremitura fatti in loco, unita alla maggior presenza nei corredi tombali di vasellame a carattere potorio, risulta indicativo dell’importanza che sembra aver avuto il vino nei rituali dei Veneti antichi. Si ritiene possibile che anche in quest’area, come in altri casi, sia stato fondamentale il ruolo degli Etruschi nella diffusione della viticoltura e nella progressiva “addomesticazione” della vite selvatica.”. Le prime popolazioni che occuparono l’area dei Colli Euganei, tra cui gli Euganei, usavano bere un miscuglio di succo d’uva fermentato, ma è solo con la civiltà atesina (1200 a.C) che il vino diviene una bevanda assai utilizzata, soprattutto grazie al potere simbolico e culturale attribuito alla bevanda. Con l’arrivo dei romani nel territorio euganeo, la vite inizia ad essere coltivata e potata, ed il suo succo diviene una bevanda molto comune, miscelata a volte con miele e spezie. Marziale in un suo epigramma cita il Monte Cero interamente coperto di viti ed in una sua epistola inviata all’ amico Clemente lo invita ad ammirare i dolci clivi Euganei ornati e dipinti di tralci.
Durante la caduta dell’Impero la viticoltura viene praticata di rado, ed il succo ottenuto è di scarsa qualità. Solamente agli albori dell’anno 1000, con il del sistema feudale ed il costante impegno dei monaci e dei monasteri nell’agricoltura, il vino torna ad essere una prodotto pregiato e largamente utilizzato. Il suo commercio costituisce una grandissima fonte di ricchezza, e per capire l’importanza del vino prodotto della zona dei Colli Euganei, basti pensare che l’unità di misura della zona era chiamata “la concola del Pedevenda”. Nei secoli successivi il vino è considerato una bevanda preziosa e deliziosa, la bevanda prodotta nei Colli Euganei è elogiata dalla casse nobile veneziana e citata in molti scritti; il medico e filosofo Andrea Bacci afferma “I vini dei Colli Euganei sono forti ed ingannevoli perché la terra è tutta attraversata da vapore e fonti di calore, e queste favoriscono la produzione di uve buone. Infatti è proprio grazie alla posizione geografica privilegiata con estesi pendii, predisposti per una corretta esposizione ai raggi solari e la vicinanza a fonti termali, che la viticoltura nei Colli Euganei arriva ad essere largamente conosciuta. La forte richiesta di vino abbassa però la qualità, ma questo processo dura poco, poiché le continue guerre, le gelate invernali e la peste, distrussero moltissime coltivazioni e varietà di uva, decimando anche la manodopera. Nei secoli successivi la coltivazione di uva avviene selezionando particolari varietà provenienti anche dall’estero, specializzandosi nel settore soprattutto dalla fine del ‘700, seguendo nuovi metodi di produzione derivati dai moderni studi sulla viticoltura. Nel ‘900 la produzione di vino entra in difficoltà a causa di malattie e parassiti della pianta e viene messa alla prova soprattutto dalle grandi guerre che attraverseranno il territorio. Nella seconda metà del Novecento le uve coltivate vengono selezionate nuovamente, fino ad arrivare nel 1963 all’istituzione del marchio D.O.C. ai vini prodotti nel Colli Euganei, istituendo inoltre il Consorzio di Tutela dei vini D.O.C. C.E. nel 1972. Attualmente la coltura della vite è largamente diffusa nel territorio, offrendo una grande varietà di vigneti e di vini d’eccellenza.