L’Antico Convento di Santa Margherita
L’Antico Convento di Santa Margherita
Il Salarola è un piccolo colle situato a nord-est dell’abitato di Calaone, frazione del comune di Baone, nella sella tra il monte Castello e il più alto monte Cero. Nei secoli XII e XIII questi due rilievi ospitavano sulle loro sommità due castelli, il primo era residenza secondaria dei Marchesi d’Este e il secondo un vero e proprio fortilizio a difesa del territorio atestino (vennero entrambi demoliti dai Padovani nel 1293- ’94). Da queste notizie il Nuvolato, storico estense di metà ‘800, faceva derivare una curiosa (ma incerta) etimologia del nome “Salarola”: la collinetta sarebbe stata nel Medioevo il luogo deputato al pagamento del “salario” ai soldati delle vicine fortificazioni. Ben più fondata e significativa fu la presenza di una comunità religiosa su questo piccolo monte: nel 1179 viene fondato un monastero femminile benedettino, grazie alla donazione di terreni fatta al vescovo di Padova dall’allora marchese Obizzo d’Este e dai suoi vassalli Albertino e Alberto, conti di Baone. Il nuovo cenobio, intitolato a S. Margherita, dotato anche di un ospizio, rimase sempre sottoposto al giuspatronato dei suoi potenti protettori, i marchesi d’Este, e fu tra le comunità che nel ‘200 entrarono a far parte di un nuovo ramo tutto padovano della famiglia benedettina, quello dei monaci albi. Nel 1220 vi trovò accoglienza una illustre componente della Casa d’Este, Beatrice I, figlia del defunto marchese Azzo VI, che con la famiglia viveva da qualche anno nella residenza di monte Castello, ma che aveva finito per preferire la vita consacrata a quella di corte. Beatrice rimase un anno e mezzo sul Salarola, ottenendo poi dal fratello marchese il pieno consenso alla professione come monaca benedettina e trasferendosi nel 1221 in un nuovo monastero, edificato proprio per lei sul monte Gemola, in una zona più centrale e meno accessibile degli Euganei. Nel ‘400, venuta meno la protezione e l’aiuto economico degli Estensi, il monastero del Salarola iniziò a spopolarsi, motivo che indusse Papa Pio II a decretare nel 1459 la sua unione con il monastero padovano di S. Mattia. Alla metà del ‘500 il luogo fu definitivamente abbandonato dalle ultime monache e il vescovo ne decise la vendita a privati, che trasformarono gli edifici in case coloniche. Oggi degli antichi edifici monastici sopravvivono solo parti dei muri perimetrali e una cappella con finestra adibita ad abitazione. Il colle di Salarola oltre ad essere un luogo ricco di storia, è anche ricco di mistero. Due siti molto suggestivi che sorgono poco più in basso del monastero, sono infatti i protagonisti di curiose leggende: la “Carega del Diavolo”, particolare filone roccioso, e la “Fontana delle Muneghe”, che si trova nel bosco.
La tradizione popolare collega la presenza della vasca in pietra dove confluisce l’acqua che sgorga dal monte, all’antico cenobio. Come racconta la scrittrice Silvia Rodella, alcune monache benedettine in un tempo imprecisato, vi sarebbero cadute dentro morendo annegate nel tentativo di salvare una consorella che voleva sfuggire alle insidie di un misterioso tentatore… forse proprio il Diavolo che la leggenda vuole nascosto nella “carega” fatta di roccia.
Pietro Antoniazzi
Info
Antico Convento di Santa Margherita
Via Saraola, Calaone