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Le Stelle ed il Vino

Le Stelle ed il Vino

Le Stelle ed il Vino 

Il territorio dei Colli Euganei è legato a vere tradizioni secolari ma una, ineluttabilmente, è la più importante: la tradizione millenaria del vino. Per la vinificazione si utilizza una calendarizzazione frutto dell’esperienza dell’Uomo che nel corso del tempo ha imparato a far crescere l’uva in modo perfetto. Una domanda, tuttavia, sorge quando pensiamo all’uomo antico, coltivatore di vino: come faceva a regolamentare i tempi della piantagione e della vendemmia? Quale era il momento migliore per avviare la conservazione del vino? Tutto questo ha una risposta: il Cielo. Da sempre l’uomo ha utilizzato gli astri per calcolare il tempo, intesi come movimento nel Cielo delle Stelle e della Luna, per capire il momento migliore per la lavorazione delle varie colture. Non sappiamo esattamente quando l’uomo coltivò per la prima volta la vite, qualche descrizione la fa risalire addirittura all’antico Egitto, ma le notizie più importanti le offre l’antica Grecia e la sua Mitologia. Esistono vari racconti, diversi l’uno dall’altro nei particolari, ma simili per argomentazione. Uno di questi narra la storia dell’uomo e del vino in modo appassionante e questo racconto ce lo consegna Igino, un narratore greco che conferma dioniso come il dio arcaico della vegetazione, del flusso vitale, quel dio che rappresenta l’istintività dell’uomo, la liberazione dei sensi e dello spirito divino. Dioniso è il dio detentore della conoscenza della vite e del vino. Igino racconta che Icario, un pastore eroe, esempio per rettitudine equilibrio e giustizia, aveva una figlia di nome Antigone e una cagnetta di nome Mera. Venne scelto da Dioniso per far conoscere il vino a tutte le popolazioni dell’antica Grecia e per far questo gli fornì un grande carro carico di grandi otri ricolmi di vino che chiamò Boote. da qui la probabile riduzione etimologica della parola da Boote a botte! Straordinaria conoscenza, se pensiamo che Boote è tutt’ora una delle costellazioni più importanti, che sta proprio sopra la nostra testa da primavera fino agli inizi dell’autunno e che contiene la quarta Stella più brillante del Cielo notturno: la meravigliosa super gigante arancione Arcturus. Come gran parte dei racconti mitologici, anche questo di Igino (narrato nel suo “Mitologia Astrale”) ha un risvolto drammatico. Icario fece conoscere il vino a tutti gli abitanti della Grecia, compresi alcuni pastori dell’Attica, che ne fecero un uso smodato e si ubriacarono fino a svenire. Considerarono questo addormentamento come l’effetto di un veleno, usato da Icario per rubare le pecore dei loro greggi. Al loro risveglio, gli sventati uccisero Icario e lo seppellirono vicino ad un albero. La figlia Antigone con la cagnetta Mera cercarono Icario e trovarono il suo corpo esanime. dalla disperazione, sia la figlia che il piccolo affettuoso animale, si tolsero la vita. dioniso, commosso dall’evento, eresse in Cielo sia Icario come Costellazione di Boote, Antigone come costellazione della Vergine e anche Maira, la piccola cagnetta identificata il Canis minor noto sopratutto come la “Canicola”. Sappiamo poi che una delle Stelle della costellazione della Vergine ha un nome che non ha bisogno di spiegazioni: Vindemiatrix. Quando si vedeva tramontare questa Stella ad ovest si poteva procedere alla vendemmia. Tutti astri che possiamo ammirare nel Cielo di Settembre e Ottobre, ancora più mirabili dall’altezza dai nostri Colli Euganei. Ancor oggi si usa la Luna per le date di imbottigliamento del vino a seconda del tipo di fase lunare e del tipo di vino. Molti sono scettici su questa pratica, altri no, ma il legame tra i frutti della Terra e Luna non è scientificamente provato ma sicuramente conclamato fino dalla notte dei tempi.

Marco Bregolato

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