Home » Colli Euganei » Ultimi Inserimenti » Lo Splendore di Selene

Lo Splendore di Selene

Lo Splendore di Selene

Come si è formata la Luna?
La teoria più accertata afferma che la Terra,
nel primo miliardo di anni durante la sua formazione,
venne colpita da un grande corpo celeste,
simile a Marte per dimensioni

Certe notti su molti sentieri dei Colli Euganei è possibile camminare lasciandosi affascinare in un modo diverso e quasi surreale da tutto ciò che ci sta intorno. Questo è possibile solamente durante le notti di Luna Piena che creano delle atmosfere magiche. Ha sempre portato consiglio o timore, la Luna, e in qualche leggenda anche paura. Fin dai tempi più antichi l’astro d’argento ha accompagnato l’uomo e il suo tempo. Un ciclo Lunare di 29 giorni, computo di un mese, come il naturale ciclo femminile. La Luna e la Donna. Per gli antichi greci la Luna aveva tre personificazioni: la Luna piena era Selene (colei che splende), in fase crescente era Artemide, la dea Diana degli antichi romani, dea delle iniziazioni femminili e della caccia.
In quella calante era Ecate, la dea della magia. Un contadino, fino alla metà del secolo scorso sapeva calcolare il tempo con le fasi lunari. Le credenze e le tradizioni popolari affidavano, sempre alle varie fasi lunari, la buona semina, il buon raccolto, la vendemmia e l’imbottigliamento del vino. Ma come si è formata la Luna? La teoria più accertata afferma che la Terra, durante la sua formazione (nel primo miliardo di anni) venne colpita da un grande corpo celeste, probabilmente simile a Marte per dimensioni. La massa e i detriti espulsi, nel tempo iniziarono a gravitare attorno alla Terra, agglomerandosi e divenendo ciò che noi possiamo ammirare come  l’oggetto più luminoso del Cielo notturno. Una legge fisica afferma che, nello spazio, ogni corpo di una certa massa che gravita attorno ad un altro corpo, nel tempo, prende forma sferica.
Quindi la Luna era parte del nostro pianeta. Una teoria affascinante che crea un senso di appartenenza tra questi due corpi celesti: la Terra e la Luna.Il nostro unico satellite ha un orbita ellittica che si dispone periodicamente in un punto più lontano (apogeo) posto a 405.000 km e in un punto più vicino (perigeo) posto a 363.000 km. Quindi la distanza media della Luna da noi è di 384.000 km. Ha un diametro di 3476 km, circa un quarto della Terra e quando è in fase di Luna piena essa ci appare di una grandezza visuale uguale ad un piatto liscio da tavola, del diametro di  23 cm, posto ad una distanza di 8 metri dai nostri occhi. Uno dei luoghi più accessibili da tutti per una passeggiata notturna nelle prime tiepide serate di aprile e maggio è quella che porta di fronte alla famosa Villa Barbarigo, in località Valsanzibio.

Maestosa opera con un giardino rinascimentale tra i più belli d’Europa, ricolma di realizzazioni d’arte dal significato umanistico che nasce dalla mitologia. Il Rinascimento. Un percorso che porta ad un portale ed ad una statua della dea Diana-Luna, divinità della natura selvaggia, un percorso con giochi d’acqua, tra simboli e riferimenti che portano alla saggezza dell’uomo. Una splendida costruzione barocca, l’arco dedicato a Sileno, la divinità degli alberi e detentore della saggezza, appunto. Questo mirabile sito dei Colli Euganei fu annotato come luogo ameno da un importante astronomo senese del ‘500 in visita in questa villa, Alessandro Piccolomini, il quale ne restò affascinato. Piccolomini fu il primo astronomo a nomenclare le stelle, anticipate da una lettera dell’alfabeto, in base alla loro magnitudine, vale a dire alla loro luminosità apparente. A lui è dedicato un cratere lunare, il cratere “Piccolomini”.
Una visita di giorno è d’obbligo, ma una passeggiata notturna ai piedi di questa villa, di fronte all’arco di Sileno, affascina. La pietra dell’edificio barocco e delle statue riflette la luce lunare, donando impressioni che vanno dall’incantevole allo spettrale, così come vuole la Luna. Per osservare la signora del Cielo non servono alte quote, tuttavia a 100 metri di altezza anche ad occhio nudo la Luna risulta con un’area più definita e si ha l’impressione di una superficie mutevole, a zone chiare e zone più scure. Già con un binocolo fermo su cavalletto lo spettacolo aumenta, si riconoscono le depressioni, vale a dire i mari e sopratutto i crateri. Con un telescopio di media apertura corredato di un oculare da un centinaio di ingrandimenti, osservando la Luna quando è al primo quarto o all’ultimo quarto, vale a dire quando la linea d’ombra l’attraversa centralmente, detto “Terminatore” lo spettacolo è totale: i crateri sono ben visibili per le ombre lunghe che si stendono sulla superficie. In questo modo, il nostro spirito di osservazione si eleva e ci meravigliamo e si coglie l’importanza di questo astro per gli antichi. Importante, sarebbe, per ognuno di noi che ha perso questa cultura, capire il tempo con la Luna, così come l’uomo lo capiva per sopravvivenza. Un sfida della Luna, che è sempre lì, che ci aspetta.

 La Congiunzione di Maggio tra Luna e Giove

Nei primi giorni di maggio la Luna sarà ben visibile e in particolare, la sera del 7 maggio sarà possibile osservare un fenomeno celeste particolarissimo: la “congiunzione” tra la Luna e il pianeta gigante Giove. Una Congiunzione è l’avverarsi di uno stato di vicinanza prospettica, vale a dire solamente per un osservatore da un certo punto sulla Terra, tra due o più oggetti celesti. In questo caso la Luna, quasi in fase di “Luna piena”, si troverà solamente qualche grado al di sopra di Giove, dando l’impressione che il pianeta sia attaccato da un filo invisibile al disco lunare. Il palco dove avverrà questo spettacolo è la costellazione della Vergine, che si può osservare volgendo lo sguardo verso sud. Una congiunzione tra la Luna e un pianeta non è un fenomeno raro, tuttavia è affascinante, perché avviene solamente per una notte. Molto più rara è una congiunzione tra due o più pianeti. Se il Cielo sarà libero da nubi alzate gli occhi e lasciatevi affascinare da questo spettacolo astronomico.

Marco Bregolato