Manifestazioni Termali nei Colli Euganei
Manifestazioni Termali nei Colli Euganei
Le acque termominerali sgorganti ai margini, specialmente orientali, del gruppo collinare euganeo sono conosciute ed apprezzate per le loro proprietà terapeutiche fin dai tempi romani; attualmente costituiscono un’importante risorsa economica per i comuni di dove sono sorti e prosperano imponenti complessi terapeutici ed alberghieri. La temperatura dell’acqua delle sorgenti termali varia dai 17 ai 58 °C, mentre quella delle acque emunte da terebrazioni è compresa tra 60 e 87 °C. Queste acque sono caratterizzate da un alto contenuto in cloruri, ioduri, carbonati e acido solfidrico; sono inoltre leggermente radioattive. Fino ai primi del ’900 venivano utilizzate a scopo terapeutico le acque calde sgorganti spontaneamente da polle; il continuo aumento del fabbisogno degli stabilimenti termali ne ha determinato la ricerca a profondità sempre maggiori mediante la perforazione di pozzi; questi attualmente sono circa 200 e forniscono globalmente 700 – 800 litri di acqua al secondo. Si riteneva, fino a pochi anni fa, che l’origine del termalismo fosse in qualche modo collegata all’origine vulcanica dei Colli, ma le recenti ricerche (anni ’70) promosse dall’ENEL e condotte da ricercatori dell’Istituto di Geologia dell’Università di Padova, hanno messo in evidenza l’impossibilità di questa spiegazione del fenomeno, riconoscendo invece l’origine geotermale delle acque calde.
Il Circuito Idrotermale Euganeo
L’ossatura geologica del Veneto centrale è formata da un potente complesso di rocce carbonatiche mesozoiche, di oltre 2000 metri di spessore. Questa serie carbonatica, permeabile per fessurazione e carsismo, costituisce una dorsale che poggia sopra un basamento scistoso cristallino, praticamente impermeabile. La dorsale descritta forma le Prealpi vicentine e veronesi e si protende, attraverso i Colli Berici, fino agli Euganei, per sprofondare rapidamente verso l’Adriatico, sotto le alluvioni della Pianura Padana. Le acque meteoriche che precipitano al suolo nella zona Piccole Dolomiti–Lessini alimentano gli acquiferi profondi circolanti nelle rocce carbonatiche fessurate e, grazie al particolare assetto strutturale regionale, seguono un percorso di un centinaio di chilometri da NW a SE, raggiungendo i 2500 – 3000 metri di profondità. Poiché il gradiente geotermico è mediamente pari ad 1 °C ogni trenta metri di profondità, le acque in profondità raggiungono una temperatura elevata; acquisiscono inoltre i sali minerali dalle rocce carbonatiche e la radioattività dal basamento cristallino. Dopo una permanenza in profondità di non meno di 60 anni, le acque meteoriche divenute ormai acque termali, trovano a ridosso dei corpi eruttivi euganei le condizioni geologiche favorevoli ad una rapida risalita. I Colli Euganei infatti sono interessati da vari sistemi di faglie e fratture che mettono in comunicazione gli strati più profondi con la superficie, mentre gli strati di rocce carbonatiche mesozoiche, entro le quali circolano le acque termali, sono tagliati e dislocati dalle intrusioni magmatiche del ciclo eruttivo oligocenico euganeo; queste si spingono in profondità oltre il basamento cristallino e ostacolano il deflusso delle acque verso SE. La fuga laterale delle acque calde viene impedita dalla coltre di sedimenti argillosi paleogenici e neogenici impermeabili. In definitiva si ritiene che sia attivo un circuito a largo raggio, con la zona di ricarica situata nel Veneto settentrionale e Trentino meridionale e con emergenze nei margini orientali ed occidentali degli Euganei, dovute all’assetto geologico regionale e alle caratteristiche strutturali profonde del gruppo collinare euganeo.
Franco Colombara