Home » Colli Euganei » Cucina Veneta » Il Natale a Km Zero

Il Natale a Km Zero

Natale a Km Zero - Colli Euganei

Il Natale a Km Zero
Pensa Globae – Mangia Locale

Pancia preparati, che tra poco è Natale. Tavole straripanti di mille leccornie aspettano solo i nostri palati. Di certo, però, niente si cucina da solo. Ma anche questo è il bello delle feste, preparare delle prelibatezze per i propri cari e per i propri amici. Il nostro pianeta non è in grado di sostenere il fabbisogno e gli sprechi alimentari di una popolazione in aumento. Il pranzo di Natale con il minor impatto ambientale è quello che rispetta le regole del riciclo, la stagionalità degli alimenti, la provenienza locale degli ingredienti e la coltivazione biologica (ogni ettaro coltivato col metodo bio assorbe 1,5 tonnellate di CO2 all’anno). Un menù a base vegetale è più sostenibile di uno con ingredienti animali, perché fatto di materie prime che necessitano di minori risorse nel ciclo di produzione.

Evita lo spreco di cibo
Apri solo le confezioni necessarie e servi porzioni contenute. Meglio una quantità minore di cibo nel piatto accompagnata da un eventuale bis, piuttosto che una porzione abbondante avanzata nel piatto.

L’esempio è in tavola
Un consiglio soprattutto per il cenone di Capodanno: anche se gli invitati sono tanti, meglio usare stoviglie “vere”, piuttosto che usa e getta. Si generano meno rifiuti e CO2. L’alternativa per i pigri e gli informali è la cena in stoviglie di bioplastica: piatti e bicchieri in amido di mais, biodegradabili in pochi mesi, vanno nel bidoncino dell’umido e sono ingredienti per il compost.

Befana sì, ma “eco”
Nella calza della Befana, quest’anno, al posto delle comuni caramelle piene di zucchero raffinato, coloranti e conservanti, prova a mettere del buon cioccolato equo e solidale, della frutta secca, piccoli agrumi, un vasetto di miele al cacao e nocciole, biscotti fatti in casa con ingredienti bio. Idee golose che non danneggiano la salute!

Nella calza della befana cioccolato bio - Colli Euganei

La spesa a kilometro zero
È come se tutti ci fossimo dimenticati che fino a pochissimo tempo fa facevamo la spesa dal fruttivendolo sotto casa, dal macellaio di fiducia, e nel piccolo negozio di alimentari all’angolo. Il panetterie sfornava il pane che serviva a soddisfare la gente del quartiere senza sprechi inutili, dal fruttivendolo i broccoli si trovavano solo in inverno e le fragole solo in primavera e, spesso, se le condizioni del mare erano proibitive, dal pescivendolo c’era poca scelta. Se oggi entriamo in un centro commerciale veniamo praticamente sommersi dalla quantità di prodotti alimentari presenti: dal reparto del pesce agli scaffali colmi di prodotti confezionati, dal banco dei formaggi e dei salumi al reparto ortofrutta, passando per la macelleria. Sapete tutta questa scelta cosa implica?
Una recente inchiesta ha messo in luce come in Italia i prodotti alimentari di un pasto medio consumato a tavola hanno viaggiato per oltre 1900 chilometri. Ha senso abbinare l’arrosto con un vino australiano che per arrivare a casa nostra ha percorso oltre 17.000 chilometri, consumando 10 kg di petrolio ed emettendo circa 30 kg di anidride carbonica? Un ritorno al passato, una riscoperta dei prodotti tipici italiani e la spesa fatta direttamente dai piccoli produttori agricoli stanno attraversando un periodo di forte interesse da parte di noi consumatori e dell’opinione pubblica. L’idea di prodotti a chilometro zero e di spesa a km 0 piace a un numero sempre maggiore di persone e gli aspetti positivi di questo modo di fare acquisti sono davvero tantissimi. Il cibo a km 0 acquistato presso le aziende agricole vicine a noi è più fresco a la sua rotazione ci insegna a riscoprire la stagionalità dei prodotti del nostro territorio. Ecco perché quest’anno ho deciso di proporvi per il Natale due ricette tipiche della nostra tradizione utilizzando solo prodotti rigorosamente acquistati dai produttori locali.

Prodotti a Km Zero nella tavola di Natale - Colli Euganei

Come da tradizione il Natale deve mettere in tavola una gran quantità di cibo, ma un occhio anche in questo giorno faranno evitare inutili sprechi. Cominciamo con un antipasto molto local, una soppressa, veneta ovviamente, fatta dall’amico di famiglia… che l’ha stagionata ed è quindi arrivato il momento di affettarla e mangiarla accompagnata di un ottimo pane casereccio fatto con la pasta madre. Per la ricetta del pane vi rimando al blog www.saporiedissaporifood.it, ce ne sono di vari tipi tra cui scegliere in base ai vostri gusti. La prima portata, come da tradizione sarà un bel piatto di tortellini in brodo, per la cui ricetta vi rimando al numero di Euganeamente di Natale dello scorso anno.
Quest’anno il piatto forte del pranzo sarà l’ossobuco di vitello con i piselli. Vitelli rigorosamente allevati in zona ad una alimentazione completamente vegetale com’è etico che sia. Per i piselli ovviamente sono quelli di Baone surgelati la scorsa primavera. Quest’anno come pre dessert ho deciso di addobbare un buffet di cioccolato e fave di cioccolato, certo non è a km 0, ma è la scusa per far conoscere il cioccolato equo e solidale, meglio ancora se lavorato in un piccolo laboratorio artigianale di Este. Le fave di cacao sono una state una vera scoperta. Ma questa sarà un’altra puntata. Per il gran finale ovviamente a casa mia c’è il Panettone.
Mi direte si il panettone fatto in casa è lungo e difficile. Lungo si molto ma è una bella sfida e perché non provarci quest’anno? Prendetevi il giusto tempo, per queste preparazioni non ci vuole fretta e in bocca al lupo.

Ossobuco di Vitello e Piselli di Baone

Ricetta: Ossobuco di Vitello con Piselli di Baone

Ingredienti per 4 persone:
1 ossobuco a testa
1 bicchiere di vino bianco secco
100 gr di farina bianca
sale e pepe
400 gr di piselli
2 cucchiai di olio extravergine di oliva

Procedimento

Prendere una padella grande, meglio se di terracotta. Aggiungere l’olio extra vergine di oliva e mettere a scaldare il tutto. Infarinare gli ossobuchi. Quando l’olio comincerà a formare delle piccole bollicine sarà caldo, aggiungere la carne, rosolare da entrambi le parti. Aggiungere il vino, portare a bollore in modo da perdere l’alcool. Abbassare la fiamma al minimo e coprire. Lasciare cuocere per almeno 2 ore, o più se necessario. Coprire il tutto con un coperchio. Quando mancano circa 30 minuti alla fine della cottura aggiungere i piselli. Servire con del pane casereccio oppure con della polenta gialla molle.

Erica Zampieri