Nevio Scala Dai Campi di Calcio a Quelli di Terra
Nevio Scala,
dai Campi di Calcio a Quelli di Terra
Come tutte le belle storie quella di Nevio Scala, di certo il più noto cittadino di Lozzo Atestino, parte da una passione profonda, dalla voglia di inseguire un sogno e di lottare per raggiungerlo seguendo strade mai immaginate, a volte impervie ma di sicuro affascinanti. La sua storia parte dai campi del paese, quelli dove aiuta i genitori sempre in compagnia del suo cavallo, e quello della parrocchia in cui tira i primi calci al pallone, preludio di una carriera che dopo qualche anno lo porterà a diventare un calciatore di serie A con le maglie, tra le altre, di Roma, Fiorentina e poi Inter e Milan: «C’era la partita al campetto ma a volte non potevo giocare perché dovevo andare nei campi a falciare l’erba ed aiutare mio padre; poi a 15 anni sono partito da Lozzo verso Milano con la mia valigia di cartone e le lacrime agli occhi, dalla campagna alla città, senza la mia famiglia ma con determinazione e fiducia, del resto avevo basi sane e solide su cui poggiarmi». Il sogno inseguito da Nevio Scala però non ha a che fare con la popolarità, la fama o con qualche coppa prestigiosa da alzare al cielo, ma parla di natura e silenzi e porta direttamente ai campi ed alla terra della sua infanzia: «Sono sempre stato innamorato del lavoro sulla terra, da bambino seguivo mio padre nei campi e trascorrevo le giornate in campagna. Credo di non aver mai pensato ne tanto meno desiderato di diventare un calciatore importante ma mi è servito per costruire il sogno che avevo sin da piccolo. Sono stato fortunato nella vita, il calcio è stato il mio lavoro, ma la mia vita è la terra».
Finita la carriera da calciatore infatti, apre l’azienda agricola che ancora oggi gestisce con i suoi fratelli. «La terra dà delle soddisfazioni che chi non conosce non può apprezzare: non si diventa ricchi con il lavoro nei campi, è un mestiere faticoso che dipende dal cielo, dal sole, dall’acqua; è una sfida che si accetta per amore e per passione». La vita calcistica di Nevio Scala è legata indissolubilmente al Parma, società con la quale da allenatore ha vinto numerosi trofei in Italia ed Europa, diventando uno dei più importanti mister italiani degli anni 90’. Fu lui stesso che per la finale di Coppa delle Coppe vinta dal Parma nel 1993 noleggiò una corriera per portare i tifosi da Lozzo Atestino in direzione di Londra, obiettivo il tempio del calcio: lo stadio di Wembley! Da Parma la strada di Scala si dirige verso l’estero dove allena in Germania, Turchia, Ucraina e Russia.
«Tornare a Lozzo mi ha sempre dato la carica per ripartire e continuare la mia avventura, appena avevo un minuto di tempo prendevo l’aereo e tornavo a casa: l’energia la prendevo dall’aria, dai Colli e dai miei cari. Salire sul mio trattore mi rilassava e mi dava la forza di cui avevo bisogno». «Naturalmente il paesaggio è cambiato… e non tutto in meglio! Ogni volta che ritornavo negli Euganei vedevo qualche parte dei colli che era sparita tra le polveri delle cave. Anche le acque in cui nuotavo da ragazzino mutavano: il Molina era limpido e pulito, si pescavano buonissime tinche e pesci gatto, mentre ora il colore delle sue acque è completamente differente… e credo che pochi pesci vi abitino ancora».
Queste trasformazioni del paesaggio sono state per Scala un motivo in più per raggiungere il suo obiettivo… infatti può sembrare poco credibile, ma c’è chi guadagna con il calcio e non aspira a diventare ricco ma, come nel caso di Scala, investe tutto nella sua terra: «Creare la mia azienda è sempre tata la mia priorità, poi appena ne ho avuto la possibilità ho preso un pezzo di terra sul Monte Lozzo dove adesso abbiamo 200 ulivi che sono in produzione da 5 anni». Per il futuro l’azienda Scala sta pensando di investire nel vitivinicolo e nel biologico sfruttando le potenzialità e le peculiarità del territorio: «Credo che l’economia e la strada dell’uomo vadano sempre di più verso una riscoperta del “naturale”, del biologico e anche noi vorremmo lavorare in questa direzione anche se sappiamo che non sarà facile». Di certo non mancano i momenti in cui l’ex allenatore accarezza l’idea di tornare nel mondo del pallone, ma la qualità della vita che ha inseguito e trovato ha la priorità su tutto: «Adesso sono in pace con me stesso, ho raggiunto quello che sognavo da piccolo: poter gestire e lavorare la mia terra, la stessa terra che mi ha cresciuto e formato».
M. Trevisan