Percorso Oliva, da Arquà a Bignago per Sassonegro
Percorso Oliva
da Arquà a Bignago per Sassonegro
L’inverno è alle porte, ma dentro ognuno di noi il bisogno di aria aperta e di sole è ancora forte! Per rispondere a questa esigenza, vi proponiamo un percorso cicloturistico adatto a tutti, anche se con qualche severa salita, che sarà ripagata però dai meravigliosi scorci paesaggistici che andremo a scoprire. La partenza è fissata nel parcheggio di Arquà Petrarca, in Via Fontana, che offre un ottimo spazio per posteggiare l’auto e salire in bicicletta. Lasciamoci subito alle spalle l’antico borgo e procediamo a sinistra verso il Monte Ricco (339 m), seguendo Via Palazzina. Tra qualche curva e piccoli dossi cominciamo a sentire il profumo del bosco nel quale siamo immersi; quello che più ci stupisce però è vedere in ogni angolo di casa e nei cortili piante di rosmarino, salvia, erbe officinali e campi coltivati di lavanda. Davanti a noi intravediamo il Monte Castello (215 m), la terza cima del Monte Ricco mentre a destra scorgiamo le Valli di Arquà con la caratteristica terra di colore nero, sommersa dalle acque sino alla bonifica avvenuta attorno al 1500. Procediamo girando a sinistra in Via Monte Ricco con una piccola e piacevole salita. Alla nostra destra segue la via sterrata che ci porta in Cava Radici da cui si diramano moltissimi sentieri, ma noi procediamo dritti e poi svoltiamo a sinistra fra curve e piccole villette. Il Monte Piccolo (316 m) comincia a scorgersi davanti a noi, mentre a destra possiamo osservare il cucuzzolo del Monte Calbarina (136 m) e qualche scorcio del Laghetto della Costa si intravede fra la vegetazione. Allo stop procediamo a sinistra, vicino all’ottocentesca Villa Centanin dove ha sede la Fondazione Musicale Masiero Centanin, nota per il suo impegno di promozione e diffusione della cultura musicale.
Seguiamo la strada panoramica e giungiamo nel centro storico di Arquà Petrarca. Percorriamo le stesse strade tanto care a Francesco Petrarca ed arriviamo sul sagrato della Chiesa di Santa Maria Assunta (datata attorno all’anno 1000) che ospita la Tomba del sommo poeta (la quale nel corso dei secoli ha conosciuto profanazioni e furti). Dopo una breve sosta in cui la nostra attenzione è attirata dalle botteghe di prodotti tipici e dal buon profumo di schissotto e zaéti, seguiamo la severa salita di Via Jacopo da Arquà. Cominciamo a notare come la pietra bianca sia basilare nell’architettura del borgo, infatti, a ridosso dell’Oratorio della SS. Trinità (al cui interno è visibile l’altare ligneo seicentesco con la pala di Palma il Giovane raffigurante la Trinità) la Loggia dei Vicari è incastonata nella scaglia bianca. Siamo in Piazzetta San Marco dove sorge l’insolito e caratteristico edificio comunale. La pace e la quiete che ci circondano sono sorprendenti, sarà difficile lasciarsi alle spalle questo scorcio e proseguire per l’impegnativa salita che ci porta a prendere a destra Via Scalette.
Proseguiamo sulle orme del Petrarca e concediamoci una pedalata tra il suggestivo panorama che si apre alla nostra destra con il Monte Cecilia (200 m) ed il Monte Cero (415 m) in primo piano, mentre noi ci troviamo ancora alle pendici del Monte Ventolone (408 m). Un leggero saliscendi tra coltivazioni di olivi e scaglia bianca ci porta al Mottolone (284 m) mentre a sinistra si apre un’ampia e suggestiva vallata. Prestiamo molta attenzione, poiché la via è molto stretta.
Seguiamo la strada che ci porterebbe al Pianoro di Arquà, ma giriamo a sinistra in Via Morlunghe e scolliniamo in una freschissima e rigenerante discesa. Questa zona è molto umida: notiamo i molti canneti, la lavanda e le ampie coltivazioni di rosmarino e viti pregiate, che portano a considerare Arquà Petrarca come il paese delle piante mediterranee. Allo stop svoltiamo a sinistra, siamo nella zona chiamata Aganoor (il nome deriva dalla poetessa Vittoria Aganoor Pompilj, 1855-1910) e procediamo per circa 100 mt.
imbocchiamo a sinistra Via Valleselle. La vegetazione ci avvolge e con nostra grande sorpresa, dopo una brusca curva a destra, ci ritroviamo alla Casa di Francesco Petrarca (trasformata in museo a partire dal 1400). Siamo nuovamente nel centro storico di Arquà Petrarca, oltrepassiamo la piccola strettoia di case e procediamo a destra in Via Montà Piccola. La rinfrescante discesa si apre tra le case costruite seguendo la fisionomia del monte e ci conduce allo stop in cui procediamo dritti per Via Fonteghe. La strada è pianeggiante e dietro di noi verso destra possiamo osservare zona Sassonegro (chiamata così per il tipico colore della pietra). Siamo al km 6,5 e incontriamo il Laghetto della Sita, recentemente recuperato e ristrutturato. Una tappa qui è obbligatoria, data la presenza anche di panche e tavoli per il ristoro. Il bacino d’acqua è alimentato da due fonti la Fontana Dee Picchette e Fonte Sita, che scaturiscono dal Monte Cecilia. Siamo arrivati alla rotonda in cui prendiamo la terza uscita per Via Monte Bignago.
Oltrepassiamo Villa Bignago e procediamo dritti in questa piccola e suggestiva via. Seguiamo le curve e leggeri saliscendi per giungere allo stop in cui teniamo la destra; immediatamente alla nostra destra in Via Zane troviamo il sentiero per le grotte del Monte Bignago (84 m), ma noi scolliniamo piacevolmente nella leggera discesa che ci riporta in centro ad Arquà Petrarca. Teniamo la destra e seguiamo il rivo d’acqua che nasce nella Fontana del Petrarca e godendoci gli ultimi scorci di sole che illuminano l’antico borgo procediamo dritti sino al parcheggio da cui siamo partiti.
Scarica qui il percorso in Pdf: Percorso Euganeamente Arquà Petrarca