Poliporo gigante
MERIPILUS GIGANTEUS
Sinonimi : Polyporus giganteus Pers.: Fr.
N.V. Poliporo gigante
Carpoforo: da 30-80 cm. di diametro, di consistenza elastica formato da innumerevoli individui, tutti i cappelli partono da una unica diramazione centrale ramificata e si suddividono a ventaglio, come delle tegole sovrapposte mensoliformi e libere le une dalle altre, la superficie è tutta percorsa da fibrillature granulose ruvide con delle gibbosità e depressioni che danno un aspetto rugoso al carpoforo, che è di color bruno rossiccio scuro, su fondo ocra marrone cannella, il margine di ogni cappello è spianato irregolare ondulato e fessurato a tempo secco e con la manipolazione o l’età annerisce facilmente.
Imenoforo: è costituito da tubuli corti, 1-1,5 cm. di color biancastro ocraceo che non si staccano dal cappello. I pori sono piccoli, rotondi e sottili, 0,2-0,3 cm di diametro, dentati a maturità, di color giallastro bruno, che al minimo tocco anneriscono.
Gambo: quasi inesistente, è un ammasso di carne da dove partono tutte le diramazioni ramificate, allungato e molto profondo nel substrato legnoso di cui si nutre.
Carne: elastica, tenera, succosa da giovane, fibrosa, dura, coriacea a maturità, di color bianco crema, se ammaccata diventa nerastra, odore forte aromatico, sapore acidulo astringente.
Spore: 5-7,5 x 4,5-5,5 micron, ellissoidali, lisce, ialine, monoguttulate.
Habitat: si trova su ceppaie di latifoglia: Querce, Olmi, Bagolari ecc. in estate e autunno. Località: Monte Boscalbò, Monte Lonzina, Tramonte, “Parco di Villa Selvatico”.
Commestibilità: non commestibile.
Osservazioni: è un fungo che ho visto soltanto due volte, è molto appariscente per le sue dimensioni, può crescere a ventaglio laterale sulle piante, oppure sui ceppi tagliati, può prendere una forma circolare che può raggiungere il metro di circonferenza e il peso di oltre 20 Kg. Si possono contare fino a 150 cappelli sovrapposti a mò di tegole con un ammasso di carne centrale da dove partono le diramazioni. Il profumo che emana è molto forte intenso di mandorle amare, la carne è succosa, spugnosa finchè giovane, con l’età diventa coriaceo legnoso tanto da sembrare un fiore imbalsamato.
I Funghi, in Gastone Cusin, Giancarlo Zanovello (a cura di), I Funghi dei Colli Euganei, 2012.
Testo e Foto di proprietà del Gruppo Micologico Naturalistico Culturale di Monselice e Teolo, per loro gentile concessione.