Possedimenti Monastici e Boschi Scomparsi
Possedimenti Monastici e
Boschi Scomparsi
Storia e storie di Rovolon un paese, tra natura, arte e armonia tra i
più affascinanti dei Colli Euganei. Un piccolo capoluogo
euganeo, terra di confine, contesa e amata, dove
ataviche vicende ne hanno segnata la storia.
Già municipium di Padova al tempo dei Romani, Rovolon vanta nel proprio territorio collinare la più antica pieve risalente al periodo longobardo, che appartenne all’abbazia di Santa Giustina fino al XVIII secolo. Il paese, ancora oggi capoluogo del vasto territorio comunale, è situato in magnifica posizione panoramica sulle pendici del monte della Madonna e del monte Grande, all’estremo versante Nord dei Colli Euganei. Sul poggio denominato “della Costa” si mostra Villa Ottavia, magnifica residenza dai tratti cinquecenteschi con barchessa a forma di chiostro, evidente richiamo monastico del possedimento da parte dei monaci di Santa Giustina fin dal 1441. Questo luogo ha una valenza importante per la diplomazia ecclesiastica della Riforma e del Concilio di Trento. Infatti qui si tennero delle “conversazioni spirituali” nel 1536 tra il monaco Marco da Cremona, l’abate Gregorio Cortese e l’inglese Reginald Pole, quest’ultimi divenuti cardinali e promotori della Riforma nella Chiesa. Nel cuore del paese si erge la chiesa di San Giorgio, devozione certamente introdotta dai longobardi. Un documento del 970 attesta che il luogo era afferente all’area vicentina e che il Vescovo di Padova Gauslino la donò ai benedettini di Santa Giustina.
La chiesa si presenta oggi nelle forme derivate dai restauri della fine ‘800, mentre il campanile risale al 1865. La parrocchiale fu la principale chiesa alle dipendenze dell’antica Corte Benedettina del Vegrolongo, una grande proprietà monastica dell’Abbazia di Santa Giustina di Padova posta nella pianura sottostante, confiscata poi in epoca napoleonica. Nella lunetta del portale della facciata è ancora raffigurato lo stemma dei monaci di Santa Giustina. La pieve fu ricostruita nella seconda metà del 1400 e dotata di pitture e arredi dalla fede del popolo. Nel 1502 è stata consacrata e si presentava arricchita dall’affresco nel catino dell’abside raffigurante la Madonna assunta avvolta da cherubini, tra lo sguardo di stupore dei dodici apostoli. L’affresco è stato attribuito a Jacopo da Montagnana.
La pala dell’altare maggiore, raffigurante San Giorgio, potrebbe essere opera giovanile di Girolamo Tessari “dal Santo”, attivo anche a Praglia ai primi del Cinquecento. Nella parte superiore del dipinto compaiono ai lati della Madonna col Bambino i santi Prosdocimo e Giustina, patroni della diocesi di Padova.
Il territorio comunale si estende in gran parte nella sottostante pianura. Fulcro della plaga è Bastia, il cui nome è dato dalla costruzione, nel 1386, di quella “bastia” voluta dagli Scaligeri impegnati nella guerra contro i Carraresi di Padova. La costruzione circolare di terra battuta e palizzate in legno, divenne ben presto caposaldo difensivo dei padovani verso il confine vicentino. La crescita demografica della pianura ha fatto si che si sviluppasse un borgo di maggiori dimensioni rispetto al capoluogo Rovolon, facendo divenire Bastia la sede municipale, pur rimanendo frazione di Rovolon. È famosa nella storia della Serenissima la riserva di legname del Bosco del Cansiglio per il fabbisogno della flotta di Venezia. Ma anche se poco note, sono state una grande riserva di legname pure le macchie boschive di Rovolon e Bastia, quali serbatoi di piante di rovere per l’Arsenale di Venezia. Famoso è il Bosco della Carpaneda, con una estensione di oltre un centinaio di ettari.
Esso contava ancora verso la fine del 1700 ben più di diecimila roveri, scomparsi per essere impiegati come traversine dei binari per la costruzione della ferrovia Venezia-Milano. Mentre i tronchi del Cansiglio venivano portati in laguna attraverso la Brenta, le “legne” di Rovolon venivano portati fino alle rive del Bacchiglione a San Martino della Vaneza per discendere verso l’Arsenale di Venezia. Storia e storie di una paese tra natura, arte e armonia tra i più affascinanti dei Colli Euganei. Un piccolo capoluogo euganeo, terra di confine, contesa e amata, dove ataviche vicende ne hanno segnata la storia.