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S. Antonio sul Monte Sirottolo

S. Antonio Strazzabosco - Colli Euganei

S. Antonio sul Monte Sirottolo
Ricordi di una presenza benedicente

la storia del Monte Sirottolo a Villa di Teolo parte dal lontano 1602, quando si racconta che una nobile donna padovana, Camilla Villa e il nobile veneto Antonio Boldù abbiano ripristinato la chiesetta detta Oratorio del Monte Sirottolo. Nel giorno dell’Esaltazione della Croce di allora, cioè il 14 settembre, cui è dedicato l’Oratorio, vi fu infatti un grande concorso di fedeli attratti dalla venerazione di un’immagine della Madonna presente nell’Oratorio.
Ricordo che da giovane, quindi, ahimè, alcuni decenni fa, sempre nella festività dell’Esaltazione della Croce, ci si recava ancora in pellegrinaggio, sostando tutta la giornata nei pressi dell’Oratorio e nell’interno dello stesso, con preghiere e momenti di festa. Nel corso degli anni questa bella tradizione, per varie ragioni, si è spenta e attualmente l’Oratorio è all’interno di una proprietà privata. Insieme all’Oratorio della Santa Croce, dal quale prende appunto il nome via La Croce, che sale dalla Chiesa di Villa di Teolo sul Monte Sirottolo, c’è un’altra bella testimonianza cristiana legata a S. Antonio di Padova. Parlando di S. Antonio a Teolo è bene innanzitutto ricordare che ci sono più santi che portano questo nome.
Spesso capita infatti di confondere S. Antonio Abate, al quale è dedicata la chiesetta sul Monte della Madonna, con S. Antonio di Padova, “Il Santo”, al quale ci riferiamo. La festa di S. Antonio Abate (251c a- 357), vissuto nel IV sec., è il 17 gennaio, mentre la festa di S. Antonio di Padova è il 13 giugno, giorno della morte nel 1231. Si racconta che S. Antonio, dovendosi recare a Verona dal tiranno Ezzelino (1194-1259), per perorare una causa a favore di alcuni nobili padovani, da lui perseguitati e carcerati, sollecitato anche dal Beato Giordano Forzatè (1158-1248), allora residente a Montemerlo, in un Castello nel quale trascorreva momenti di intensa preghiera, poi distrutto dalla furia iconoclasta del tiranno Ezzelino, partì probabilmente proprio da Montemerlo e si avviò verso Verona, passando per i Colli Euganei. Arrivato a Verona incontrò Ezzelino senza ottenere alcun risultato, e poi ritornò a Padova passando per S. Bonifacio, Lonigo, Campiglia, Vò, su per Zovon fino a Teolo e giù verso Tencarola. Era infatti necessario all’epoca transitare per la parte settentrionale degli Euganei, dove appunto si incontra il Monte Sirottolo. Qui il Santo sostò e fu preso da grande giubilo, esaltò Padova con grande lodi e la benedisse. E, rivolto al frate compagno di viaggio, disse che doveva essere distinta da grande onore. Il progetto di ricordare questo episodio antoniano nacque in occasione del 700° anniversario dalla morte di S. Antonio cioè nel 1931 e Padova era in grande fermento, ed io ero un fanciullo. Venne così l’idea di ricordare l’episodio della benedizione di Padova, dal Colle Sirottolo, costruendo nel luogo un Monumento dedicato al Santo Benedicente.

S. Antonio Padova - Colli Euganei

La cosa fu immediatamente condivisa e l’Associazione Universale S. Antonio, nata a Padova nel 1888, che è tuttora esistente e pubblica il mensile “Il Santo dei miracoli”, iniziò una raccolta fondi e assunse a proprio carico la guida e il sostegno della proposta. Autorità, persone umili e facoltose e popolo concorsero per la realizzazione del grande progetto. Il Cardinale vaticano responsabile della Basilica di S. Antonio all’epoca, presente a Padova per presenziare i festeggiamenti del centenario, sollecitò e raccomandò di proseguire nella realizzazione del progetto, e volle recarsi di persona a visitare il Colle Sirottolo.
Anche il Podestà di Teolo di allora, il Cavaliere Indri diede tutto l’appoggio e il sostegno affinché l’opera si realizzasse. Era anch’egli intrepido zelatore fra i tanti che in quel momento si resero disponibili. Il Cardinale della Basilica e Carlo Agostini (1888-1952), eletto Vescovo di Padova da appena un anno, raccomandarono che l’opera fosse sollecitamente portata a compimento e diedero queste cinque indicazioni per la sua realizzazione:
1. Come felice auspicio alla città e alla pianura di Padova, 2. Come augurio di pace tra i popoli (questo infatti desiderò e volle il Santo di Padova); 3. Come ricordo del 700° anniversario della morte del Santo (1231-1931); 4. Come motivo e speranza di tutti i tribolati e oppressi dai mali della vita; 5. Come augurio di tempi migliori.
Il Monumento, ideato dall’architetto Bonato ed eseguito dallo scultore padovano Luigi Strazzabosco (1895-1985) è tutto in pietra trachite ed è immerso nel Monte Sirottolo, raggiungibile a piedi. L’immagine stilizzata del Santo, alta complessivamente sette metri, è rivolta verso Padova in atto di benedire la città. Anche ricordare questa storia e questo luogo è un po’ come mettersi sotto quello sguardo e quella mano benedicente che protegge i Colli e la Città del Santo.

Gastone Bastianello