Silvia Rodella e le Leggende dei Colli Euganei
Silvia Rodella
“Studiate la terra direttamente per comprenderla,
essa vi parlerà più e meglio che non attraverso la povera parola ”
Sul finire dell’Ottocento il ricco uomo d’affari Giuseppe Rodella (1826-1900), originario dell’Altopiano di Asiago, dopo aver preso in moglie Teresa Brochetti Zanini (1844-1904) acquista una ricca abitazione in centro ad Este e la Cinquecentesca Villa Ca’ Pasinetti a Cinto Euganeo. La villa, divenuta proprietà della famiglia Rodella ne prende il nome e viene riadattata per seguire le esigenze ed i costumi dell’epoca e inoltre viene ampliato il sontuoso parco con piante secolari e da frutto. La residenza, lontana dalla città e ricca di spunti culturali diviene la dimora stabile della figlia di Giuseppe, la scrittrice Silvia Rodella (1885-1966).
Silvia, in arte Sellida Ilvaro (anagramma del suo nome) è una semplice e gentile nobildonna appassionata di letteratura, arte e cultura, fortemente legata all’ambiente euganeo dove ha passato la giovinezza assieme ai fratelli Antonio (medico), Umberto (pittore) e Maria (futura moglie dell’avvocato Domenico Toffanin). I Colli Euganei e l’ambiente estense solleticano la sua curiosità e stimolano la sua fantasia, diventando il punto centrale della sua letteratura. Nel 1941 viene pubblicato Leggende Euganee, come ricorda “Il Corriere della Sera”:«la scrittrice raccoglie fantasie erranti e ancora gorgoglianti giù dalla china di generazioni, componendone racconti e favole ricchi di gusto e spesso di incantevole semplicità».
Per la prima volta vengono raccolte in un volume le storie e le leggende dei Colli Euganei tramandate da generazioni, che raccontano di un territorio misterioso e selvatico, ma romantico e dilettevole. Come scrive la stessa Rodella «Nell’incantesimo di questi colli […] ho vissuto felice la mia infanzia. Così gli Euganei mi presero tutta, il cipresso ha saputo dirmi tante cose e ogni angolo di questa terra mi ha narrato la sua storia, perché dell’essere amato si ama ogni cosa». Silvia non procede con perizia storica nella scrittura delle leggende euganee, ma lascia che la storia ed il mito si fondano con il romanzo ed i ricordi della giovinezza. Tornano così a vivere le donne leggendarie dei Colli Euganei in storie romantiche e tragiche come Beatrice fuggita dalla corte estense, Donna Daria coraggiosa ed amorevole, Cecilia la vergine di Baone e Berta con il suo arcolaio. Vengono rievocate anche le paurose storie tramandate da generazioni, come il racconto del Diavolo e della sua “carega” a Calaone e la magica apparizione di Palazzo del Principe e della buona vecchina trasformatasi istantaneamente in un Principe, senza tralasciare Convegni notturni tra Ateste, scheletri e Santi. É un libro di fantastiche visioni, ricco di fascino e mistero, che dipinge un ambiente euganeo romantico e incantevole, in cui la realtà si colora di fiaba e fonde e confonde il lettore con essa.
Tra le opere di Silvia ricordiamo:
Nella Bufera Ed. Gastaldi 1952 e Castelli Euganei, Ed. Draghi 1964.
Giada Zandonà