Un Aiuto ad Alta Quota
Intervista al Capostazione Mauro Scollo
del Soccorso Alpino e Spelogico di Padova
Un Aiuto ad Alta Quota
Una storia di uomini di montagna, legati un profondo spirito di solidarietà, che mettono a disposizione competenze, professionalità ed il proprio tempo, non per raggiungere una vetta, ma per aiutare e salvare chi si trova in difficoltà. Il Soccorso Alpino e Speleologico Italiano (fondato nel 1954) è una realtà d’eccellenza del nostro Paese, dove addestramento e specializzazione formano Tecnici-Soccorritori preparati al meglio per fronteggiare l’emergenza in ambiente impervio e ostile
Come e quando è nata la sezione del Soccorso Alpino di Padova?
La necessità di avere un gruppo di intervento per il Soccorso Alpino è sorta a seguito di un incidente avvenuto nel 1969 a metà della via Carugati sulla parete Est di Rocca Pendice. Dalle difficoltà incontrate da quel primo gruppo di soccorritori, tutti alpinisti del CAI, si è vista la necessità di creare un gruppo di volontari pronti ad intervenire. L’anno successivo, nel 1970, il gruppo di volontari è divenuto Squadra, inizialmente come sezione distaccata della Stazione del Soccorso Alpino di Schio, per poi divenire Stazione autonomo dell’XI DELEGAZIONE PREALPI VENETE. Le stazioni che fanno parte dell’XI Zona sono: Asiago, Arsiero, Padova, Recoaro Valdagno, Schio e Verona.
Che tipo di soccorsi solitamente vi trovate ad affrontare?
Gli interventi di soccorso nel nostro territorio sono svariati. La nostra stazione del Soccorso Alpino è responsabile degli interventi in ambiente impervio su tutta la provincia di Padova e su un’ampia parte della provincia di Vicenza, dove poi passiamo la mano alle stazioni di Asiago, Recoaro e altre. L’intervento più frequente è il soccorso a persone che si infortunano durante le attività sportive: corsa nei sentieri, trekking, mountain bike. Ma anche arrampicata e alpinismo. Poi vengono gli interventi per persone che perdono l’orientamento sui sentieri dei nostri colli, Euganei e Berici: sono quasi il 40% degli interventi di soccorso e sono purtroppo dovuti spesso a mancanza di preparazione nell’affrontare l’ambiente naturale.
Il vostro intervento è gratuito per tutti?
Assolutamente sì. Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico è un organo del CAI, nato per garantire soccorso e sicurezza in montagna in un rapporto di fraterno sodalizio. Lo spirito è sempre lo stesso e prestiamo soccorso gratuitamente. Siamo finanziati, per le spese operative, dalla Regione Veneto e con fondi del CAI. A volte si sente parlare di interventi a pagamento, ma questi riguardano il servizio di elisoccorso e il recupero di persone con l’elicottero che hanno affrontato la montagna con deliberata sfrontatezza e senza preparazione. Ma anche il questo caso il ticket applicato va al servizio sanitario regionale, non al CNSAS.
Siete tutti volontari, perché avete decisodi dedicare il vostro tempo e faticaad aiutare chi si trova in difficoltà?
Non è facile rispondere. La maggior parte di noi sa bene che, frequentando assiduamente la montagna, un incidente può sempre accadere. E avere la certezza che qualcuno è pronto a partire – giorno e notte – per portare soccorso, è molto importante. La nostra è una missione, fatta di sacrifici, addestramento, a volte rischio. Siamo spinti da una forte voglia di mettere a disposizione le nostre competenze per aiutare gli altri. Lo facciamo un una preparazione assolutamente professionale, anche se non retribuita. C’è anche il piacere di stare assieme, di allenare fisico e mente, di frequentare la natura. Ma innanzitutto la voglia di rendersi utili in compiti che pochi sanno affrontare.
Quali sono le criticità maggiorinei vostri interventi?
Lavoriamo in ambiente impervio. I pericoli oggettivi ci sono: caduta di sassi, maltempo, troppo freddo o troppo caldo. Poi c’è la componente personale: muoversi in montagna comporta il rischio di cadute, errori di manovra, sottovalutazione di alcune situazioni. Ma siamo preparati a svolgere con grande professionalità i nostri compiti di soccorso. A tutti i volontari del CNSAS viene impartita anche una profonda formazione sanitaria, perché prima di tutto dobbiamo portare assistenza a chi è infortunato. E anche questo comporta dei rischi: pensate alla responsabilità nel trasportare in un ripido sentiero, in barella, una persona con traumi importanti. O recuperare un alpinista appeso alla corda, dopo un volo di diversi metri. Serve sangue freddo e addestramento specifico.
Oltre al soccorso di infortunati,quali altre attività svolgete?
La legge ci affida anche il compito di fare prevenzione. Ogni anno organizziamo diverse manifestazioni per promuovere la sicurezza in montagna, fra i grandi e i ragazzi. Poi prestiamo anche assistenza alle manifestazioni sportive, effettuiamo studi e prove sui materiali alpinistici e di soccorso, programmiamo con attenzione addestramenti e formazione per i nuovi entrati nel Soccorso Alpino. Tutte attività svolte con grande passione.
Nei Colli Euganei quali rischisi corrono durante un escursione?
L’ambiente di quote medio/basse può portare a sottovalutare i rischi. Sui Colli Euganei sono presenti numerosi sentieri esposti, con gradi di difficoltà elevati. Il rischio di cadute e infortuni è piuttosto alto. Serve molta attenzione anche per l’orientamento. Le tracce e i sentieri si stanno moltiplicando, ma non tutte sono ancora censite e perdersi è tutt’altro che raro.
Per evitare spiacevoli incidenti qualisono le regole di prudenza da seguire?
Preparare l’itinerario con attenzione già da casa. Munirsi di cartine topografiche e magari di GPS. Controllare che il percorso scelto sia ancora percorribile. Scegliere il percorso adatto alle proprie capacità, considerando sempre il meno esperto del gruppo. Equipaggiamento e attrezzatura idonei. Servono sempre scarpe adatte, da montagna, vestiario adeguato e non dimenticare cibo e acqua a sufficienza. Controllare le previsioni meteo, rivolgendosi al sito dell’ARPAV, il più completo e affidabile al momento. Partire in compagnia: in montagna da soli si corrono molti più rischi e può risultare difficile chiamare i soccorsi. Avvertire e informare familiari e amici sull’itinerario che si vuole intraprendere.
Nello zaino cosa si deve mettere prima di partire per una passeggiata o escursione?
Il bravo alpinista viaggia con uno zaino leggero. Ma con tutto il necessario per muoversi in sicurezza in montagna o in ambiente impervio. Ecco che servono allora vestiti caldi, cibo leggero ma nutriente (barrette di cereali, frutta secca, panini), acqua sempre in abbondanza. Poi ricordarsi anche una lampada frontale, anche se si esce di giorno (i tempi possono protrarsi). Un coltellino multiuso. Nastro isolante, può essere utile per piccole riparazioni sul momento. E fondamentale è mantenere sempre la batteria del cellulare carica o avere un power bank per ricaricarla.
In caso di incidente in montagnacome bisogna comportarsi?
In caso di necessità la chiamata di soccorso deve avvenire tramite il numero unico di emergenza sanitaria 118 o tramite il NUE 112. Comunicare all’operatore:
1. Il numero di telefono da cui si sta chiamando; il telefono non deve mai essere abbandonato (se la chiamata dovesse interrompersi è importante che il telefono venga lasciato libero per consentire alla Centrale operativa di richiamare).
2. L’esatta località dove è ubicata l’area da cui si sta chiamando (Comune, Provincia o sicuramente un riferimento importante di ricerca rilevabile sulla cartina).
3. La propria posizione se in possesso di altimetro (opportunamente tarato) o GPS.
4. Indicazioni in merito a cosa è visibile dall’alto (pendio, bosco, cima, rifugio, ecc.).
5. Cosa è successo.
6. Quando è successo.
7. Quante persone sono state coinvolte nell’incidente.
8. Le proprie generalità (fondamentali).
9. Le condizioni evidenti della/e persona/e coinvolta/e: difficoltà respiratorie, coscienza, perdita di sangue, traumi visibili, ecc.
10. L’esatta posizione del ferito (se seduto, se disteso supino, se disteso prono, se appeso, ecc.).
Il Soccorso Alpino ha sviluppato anche una app per chiamare il soccorso: si chiama GeoResq ed è disponibile sul sito www.georesq.it
Come si diventa soccorritori?
Per entrare nel Soccorso Alpino e Speleologico bisogna conoscere bene la montagna ed essere buoni alpinisti. Bisogna saper arrampicare sufficientemente bene e sapersi muovere sulla neve con gli sci. C’è una selezione, passata la quale inizia il piano formativo che nell’arco di un paio di anni porta all’operatività. La nostra porta è sempre aperta, maggiori informazioni possono essere richieste direttamente presso la nostra sede o ai nostri recapiti
- Soccorso Alpino e Speleologico di Padova – Colli Euganei
- Soccorso Alpino e Speleologico di Padova – Colli Euganei
INFO:
Stazione di Padova
Via Giovanni Gradenigo, 10
Cell 368 7839103
padova@cnsas.veneto.it