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Monte Orsara, Tesori Naturalistici

Monte Orsara

Tesori Naturalistici del Monte Orsara

Tesori Naturalistici del Monte OrsaraIl Monte Orsara, “Ea Ossara” per gli abitanti locali (pare il termine faccia riferimento  alle rocce biancastre che si trovano verso la cima del colle e che fanno pensare a delle ossa), è un’altura riolitica a ponente di Galzignano Terme, che raggiunge i 362 metri di quota. Si erge fra due “calti” ricchi d’acqua: il “Calto Sengoina” a meridione il “Calto Pavajon” a settentrione. Un sentiero, chiamato dei Sette guadi, parte dal centro di Galzignano e raggiunge la cima del colle. È chiamato così perché nel suo percorso di risalita attraversa ben sette volte il Calto Pavajon e nel periodo invernale, quando è ricco d’acqua, si hanno difficoltà nel percorrerlo. La sommità del monte è formata da due propaggini che si identificano in due camini vulcanici, chiamati neck, riempiti di breccia riolitica. Di grande suggestione

è lo sperone trachitico detto “Priara dea Ossara” che emerge dalla massa riolitica a ponente della collina, fra la casa del Moro Polo (dove c’è il castagno più antico dei Colli Euganei) e la Chiesetta di San Gualberto che si trova a lato della strada che sale dal Passo Roverello verso il Passo del Roccolo. Pochi sanno che nel lato sud della grande roccia c’è una piccola grotta che in passato serviva come nascondiglio e rifugio ai partigiani. La strada che da Galzignano sale al Passo Roverello, cioè Via Cengolina, “Sengoina” per gli abitanti locali, costeggia il versante sud del Monte Orsara (che salendo si trova a destra) ed i versanti nord dei colli di Galzignano: Monte Casteasso, Monte delle Grotte, Monte Ruéta (dosso collinare), Monte Peraro.

Di grande interesse sono i versanti di questi colli, bellissimo esempio di terreno agrario terrazzato e coltivato a viti, olivi e ciliegi, in maniera ordinata, di una bellezza unica, un vero patrimonio della zona euganea. A metà strada di Via Cengolina, prima della curva a gomito a sinistra che sale in quota, c’è una sorgente ricca d’acqua che alimenta il Calto Sengoina: “Ea Fontana dea Giassana”. Ritornando al sentiero dei Sette Guadi, dopo il settimo guado, la via sale in quota verso la cima del Monte Orsara; se al bivio noi teniamo la sinistra si può arrivare ad un paio di raccolte d’acqua perenni, in cui in primavera si possono vedere moltissimi girini. Sono luoghi appartati, nascosti dalla boscaglia, poco conosciuti, dove fin’ora non sono arrivati né gli aironi né le tartarughe americane dalla testa rossa, è proprio per questo che ci sono i girini! Un bosco di castagni ci accompagna dalla vallata fin sopra la cima della collina da cui si gode una vista magnifica sull’Eremo Camaldolese del Monte Rua, che si trova verso nord. La vegetazione del bosco di castagno è formata da specie tipiche dei terreni acidi, vi incontriamo l’Erytronium dens-canis (Dente di cane), l’Hepatica nobilis (Erba Trinità), la Daphne laureola (Olivella), la Calunna vulgaris (Brugo), la Viola sylvestris (Viola dei boschi). I versanti a sud invece presentano specie tipiche della flora mediterranea: Arbutus unedo (Corbezzolo), Erica arborea (Brecane), Cistus salvifolius (Cisto a foglie di salvia), Quercus pubescens (Roverella), Clematis vitalba (Visoni o Scrossoe). Poche le orchidee spontanee, solo qualche esemplare di Plantanthera bifolia e Platanthera chlorantha. In autunno si possono incontrare invece diverse specie di funghi, in particolare la Russula cyanoxantha (Colombina maggiore o Verdone) e l’Armillaria mellea (Chiodini). Il Monte Orsara è un’altura interessante e curiosa, che merita di essere conosciuta.

Gastone Cusin