Torreglia e Luvigliano Luoghi d’Incontri Culturali
Torreglia e Luvigliano Luoghi d’Incontri Culturali
Tra la fine del ‘700 e i primi 30 anni del ‘900 nel territorio di Torreglia e Luvigliano assistiamo ad un particolare fenomeno di natura socio-demografica. Accanto all’originario aggregato sociale – costituito prevalentemente da persone dedite all’agricoltura, alla silvicoltura e in minima parte alla pastorizia – si viene progressivamente a formare una sorta di élite di nuovi residenti che provengono non soltanto da Padova ma anche da Venezia, Vicenza, altre località del Veneto, Roma, Francia, Germania e Russia. Di norma i nuovi arrivati non affittano abitazioni ma edificano ex novo ville o restaurano preesistenti case coloniche, originariamente per trascorrere nei Colli Euganei il periodo estivo e poi per tempi più prolungati. Le ragioni del fenomeno sono molteplici: Torreglia è una delle porte di accesso all’area euganea, l’amenità dei luoghi, l’investimento economico. Dopo il periodo napoleonico infatti le commende (in primis del Castelletto) e le altre proprietà ecclesiastiche (si pensi all’Eremo del Monte Rua) vengono progressivamente confiscate, frazionate e alienate ai privati. Non manca dunque chi (fra i tanti per es. i Tolomei, i Medin o i Rosa) una volta acquistati dei terreni decida poi di risiedere in loco per seguire direttamente i propri investimenti.
Come ricordato la società originaria di Torreglia e Luvigliano fino agli inizi del ‘900 era costituita prevalentemente da persone semianalfabete, contadini, mezzadri, braccianti, spesso afflitti dalla pellagra e dagli ultimi colpi di coda della malaria. Il nuovo gruppo esprime invece personalità di significativo livello culturale, appartenenti alla classe sociale aristocratica, con elevata disponibilità economica che talora si traduce anche in importanti gesti filantropici. Basti citare il ruolo dei Maluta, Maffioli, Dataico Dalla Torre, Perocco, Cavalli nel finanziamento della Chiesa Parrocchiale “Sacro Cuore” di Torreglia, consacrata nei primi del ‘900, per non parlare della famiglia Verson, il cui capostipite Francesco Saverio (Trieste 1805- Padova 1849), medico, si spese per migliorare a titolo gratuito le condizioni igienico-sanitarie degli abitanti di Torreglia e Luvigliano. Con il passare degli anni, tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 i nuovi abitanti cominciano a frequentarsi, intessendo relazioni, accomunati come sono da un idem sentire determinato non soltanto dal censo ma soprattutto da una non comune sensibilità culturale. In tal senso di particolare interesse è la profonda amicizia che si sviluppa tra il pianista e didatta musicale Cesare Pollini (Padova 1858, 1912) e il pittore – giurista Roberto Ferruzzi (Sebenico 1853, Venezia 1934); amicizia che genera a Luvigliano una sorta di “Cenacolo Culturale” i cui incontri si tengono principalmente in Villa Zanon-Rasi, posta in prossimità di Villa dei Vescovi, all’epoca affittata dalla famiglia Ferruzzi. A tal proposito illuminante è la testimonianza di Mariska Ferruzzi, figlia del pittore: “L’amicizia di mio padre per il Maestro Cesare Pollini, fraternamente ricambiata, cominciò tra il 1897-98 e nell’antica villa (Zanon-Rasi) ebbero inizio le serate, i pomeriggi e le mattinate musicali, con le sue impareggiabili interpretazioni dei capolavori di musica classica. Egli richiamava nel nostro eremo insigni esecutori lontani. Ricordo: Broglio da Bologna, ospitato dalla famiglia Verson, Cuccoli da Venezia, il violoncellista Gilberto Crepase ospite nostro; Principe Remigio, ottimo violino, i fratelli Sorgato violinisti venuti dalla Russia a passare l’autunno presso di noi, il maestro Renzo Lorenzoni di Padova prediletto allievo del Pollini; oltre ad avere la costante ed appassionata collaborazione del caro prof. Dottor Saverio Verson valente violinista. L’uditorio
fortunato era rappresentato dalla nostra famiglia (Ferruzzi), da quella di Cesare Pollini e spesso dall’esimio prof. Enrico Verson, padre di Saverio, da diversi nostri ospiti e da qualche comune amico villeggiante. Va da sé che una platea di tale livello non si limitava al mero ascolto delle straordinarie interpretazioni al pianoforte di Cesare Pollini. Come infatti ci conferma in altri scritti la stessa Mariska Ferruzzi gli incontri musicali proseguivano in interessanti conversazioni che, è ipotizzabile considerando le specializzazioni dell’uditorio, potevano spaziare dalla musica alla pittura, alla medicina, all’entomologia al diritto.
Non mancano poi molteplici affinità che legano particolarmente C. Pollini e R. Ferruzzi:
-Entrambi provengono da nobili famiglie di giuristi; C. Pollini è figlio di un notaio padovano, R. Ferruzzi di un principe del foro di Sebenico ma originario della Toscana (Ferrucci poi venetizzato in Ferruzzi).
-Studiano a Padova e si laureano in Giurisprudenza.
–Parlano correntemente il tedesco (C. Pollini traduce libri musicali dal tedesco all’italiano).
–Sono degli artisti (musicista e didatta musicale l’uno, pittore e critico d’arte l’altro).
È interessante notare che anche alcune vicende della loro vita li accomunano come in una sorta di gioco di specchi. C. Pollini, in vita, viene considerato dalla critica il più grande pianista o quantomeno uno dei massimi pianisti del suo tempo. La sua fama è internazionale. Viene nominato “Solista di Corte Savoia” nelle sedi di Monza e Stupinigi. R. Ferruzzi, in vita, potrebbe recarsi in Germania e trovare un francobollo che riproduce la sua opera “Maternità” (dipinta a Luvigliano nel 1896 e oggi perduta), visitare l’Italia, la Russia e il Nord America per imbattersi in diverse tipologie di riproduzioni del citato quadro. Dopo la loro morte: C. Pollini se si esclude una ristretta cerchia di esperti cade nel dimenticatoio ma il ricordo viene comunque assicurato dall’intitolazione al suo nome del Conservatorio di Padova; R. Ferruzzi rimane invece uno sconosciuto ai più sia in vita che in morte.
Gran parte delle riproduzioni della sua “Maternità” sono prive di un richiamo all’artista o comunque ne citano il nome scorrettamente: Ferruzzio, Ferruzzini, Ferruzzo e così via. Per lo studioso, il viaggiatore o il turista cosa rimane di questo periodo e del “Cenacolo Culturale” di Villa Zanon-Rasi di Luvigliano o dell’altro Cenacolo che si teneva presso la Trattoria “Ballotta” di Torreglia? Poche testimonianze, alcuni scritti, le opere degli artisti ma soprattutto una ventina di Ville e Residenze alcune delle quali (per es. Villa Medin e Villa Maffioli) purtroppo andate perdute, mentre altre, anche se talora modificate, conservano una forza evocativa di eventi passati ma di profondo fascino culturale anche per il presente.
Gionata Ceretta
Presidente Associazione
Roberto Ferruzzi