Home » Curiosità » Il 1º Roc del Monte Venda

Il 1º Roc del Monte Venda

I comandi Protetti della Nato primo ROC del Venda - Colli Euganei

Il 1º Roc del Monte Venda

Il 1° ROC (Regional Operative Center), fu il comando di guerra della 1ª Regione Aerea.
Fu attivo dal 1962 al 1998. Aveva compiti della difesa e offesa aerea del nord – est italiano
.

Il sito operativo si trovava sul monte Venda, era in galleria, dove all’interno del monte si trovavano in vari uffici, chiamate agenzie, alcune attivate h 24, come quello della difesa aerea ed altre solo in caso di esercitazione. Fu scelto il monte Venda perchè già dal 1955, era sede del 1° DAT (Difesa Aerea Territoriale).
Il 1° ROC nacque dal 1962 ed che entrò nella sua piena efficienza nel 1965, con funzioni di difesa (1) e offesa aerea. Si trattava di uffici e sala operativa in galleria. Il Monte Venda, il più alto dei Colli Euganei, a 603. Fin dall’antichità il luogo ebbe insediamenti, come il monastero dei monaci olivetani che fu chiuso durante il periodo napoleonico.
Dopo la 2ª guerra mondiale, l’aeronautica militare individuò in quella località il luogo dove erigere una base militare. Nel 1950, si diede l’avvio alla costruzione della strada militare che da Castelnuovo raggiungeva la vetta del monte (2). Nel 1953, iniziò la costruzione di una serie di fabbricati esterni e l’anno successivo si ampliò la galleria perché doveva esser collocato il DAT. Nell’ottobre 1954 il comando, all’aeroporto di Treviso, si spostò al Venda. La prima sala operativa, in attesa che fosse ultimata la sede protetta, fu ubicata al primo piano di una palazzina esterna. Il servizio di controllo del traffico aereo, civile e militare si svolgeva su un grande tavolo di forma quadrata con il lato di 4 metri, sulla cui superficie erano visualizzate la parte nord del territorio nazionale e le nazioni confinanti. Gli operatori erano disposti su tre lati del tavolo e provvedevano attraverso bacchette in legno, poi sostituite con bacchette con l’estremità magnetica, per inserire, togliere e spostare speciali simboli o piccole tabelline numeriche che identificavano le varie tracce dei velivoli e rappresentavano i nominativi degli stessi per l’identificazione. Il 1° settore utilizzava per il rilevamento degli aerei di radar autocarrati di fabbricazione americana.

I comandi Protetti della Nato primo ROC del Venda - Colli Euganei
Il capo controllore della difesa aerea, era posizionato in una cabina posta al di sopra del tavolo per consentirgli una miglior visione dello stesso. Al secondo piano della palazzina, c’era il bancone del controllo del traffico aereo. Era un tavolo con tre postazioni di lavoro, dotato di una parete inclinata su cui erano posizionati le Strips (particolari striscette di carta dove si riportavano i dati del velivolo controllato). Il direttore del controllo aereo era il tenente Pezzutti e il personale era distaccato quotidianamente dall’aereoporto di Vicenza (3). Nel 1955 iniziarono i lavori di costruzione del Centro Radio di Bajamonte e in cima al Venda ci furono nuovi fabbricati. Erano baracche in legno, tipo Pasotti, residuati bellici che furono utilizzati per alloggi e sale ricreative.
Nel 1959, i lavori della galleria si conclusero e nel maggio il settore DAT che aveva assunto la nuova denominazione di 1° SOC (Sector Operation Center), andarono nella sala operativa nella sede protetta. In galleria fu anche trasferito il controllo del traffico aereo. Con il foglio d’ordini n. 11 del 3 settembre 1962, a seguito della ristrutturazione dell’aeronautica, ci fu la soppressione delle ZAT e al Venda nacque il Comando operativo della 1ª regione aerea, COR che poi si chiamò ROC. Il Comando aveva le responsabilità di coordinamento e del controllo tattico di tutti i reparti operativi della regione aerea.
Il comando fu la sede di guerra della 1ª Regione Aerea. In tempo di pace, il 1° ROC vive una doppia dipendenza. Per il settore della difesa aerea integrata della NATO e in caso di esercitazioni e di attività di pianificazione alleata dipende dai comandi dell’Alleanza atlantica. In questo caso, il comando sarebbe alle dirette dipendenze della V ATAF (Allied Tactical Air Force) di Vicenza. Per la logistica e l’amministrazione rimaneva sotto il controllo della regione aerea. L’ente, riassumendo, aveva compiti di difesa aerea, attacco e cooperazione, chiamato C 3 (Comando, controllo, comunicazioni), il coordinamento della ricerca e soccorso e nel controllo del traffico aereo operativo esercitato dall’AOC (Air Operation Center), attraverso le varie agenzie, SOC, ATCC, SCC, RCC, OOC e JASC che traducevano le missive in ordini esecutivi di missione per i reparti operativi controllandone l’attuazione e aggiornando di conseguenze il quadro tattico di settore (4).

I comandi Protetti della Nato primo ROC del Venda - Colli Euganei
La galleria che accede alla AOC si sviluppa per 1046 metri, sotto una copertura rocciosa il cui spessore va dai 20 ai 70 metri. La zona operativa disponeva di 150 postazioni che coprivano l’intero arco delle 24 ore (5).
In ossequio ai principi difensivi della NATO, solo i centri di comando e i reparti della difesa aerea sono per ordini e missioni esclusivamente difensive erano sotto il controllo dell’Alleanza e integrati nella cortina di sorveglianza radar NADGE (Nato Air Defence Ground) estesa dalla Norvegia alla Turchia. L’agenzia addetta a ciò, era il SOC, responsabile della difesa aerea nell’area denominata Warning 31, che coincideva con quella di giurisdizione del 1° ROC e includeva il 65% delle forze da combattimento dell’aeronautica e la totalità dei reparti missilistici, dell’esercito e aeronautica, oltre ai centri industriali e demografici della pianura padana e della Liguria.
La sala era attiva h 24 e riceveva via data link una selezione dei dati sintetici del traffico aereo, rilevati dai cinque sottosettori di avvistamento affidati ai GRAM (Gruppo Radar Aeronautica Militare), di Lame di Concordia, chiamato Pedro (6), Poggio Renatico, chiamato Pioppo (7), Mortara, chiamato Puma (8), Poggio Ballone, Quercia, e Potenza Picena, Bracco (9) eventualmente integrati da alcune postazioni mobili di radar MRCS 403 gestite dalla 122ª squadra della Brigata tecnica addestrativa (BTA – DA) di Borgo Piave anche con compiti di supporto per la protezione civile (10). Nella giurisdizione c’era anche il 15° di Andora – Capo Mele, nominativo radio Trota, che era un CRP (Centro Riporto Posizione) che non svolgeva il ruolo di guida – caccia (11) Mediamente in un anno, il SOC ordinava dai 25 ai 30 scramble a reparti di intercettori, per lo più perché era richiesto l’intervento per l’identificazione di un aeromobile che non rispondeva ai normali sistemi di identificazione. Durante l’operazione in Jugoslavia, Denny Flight, per la non violazione dello spazio aereo, provocò un sovraccarico di lavoro per il 1° SOC che fece aumentare gli operatori per turno: 7 – 8 più un capo controllo e il personale della delegazione francese (12) Per la copertura delle basse quote erano disponibili i velivoli radar E – 3° della NAEW (NATO Airborne Early Warning Force) dislocati a Geilenkirchen in Germania e che operavano in coordinamento con il SOC sia per missioni di addestramento che per quelle on call indirizzate al Force Commander presso SHAPE, il Comando supremo della NATO in Europa. Attraverso operatori della marina militare distaccati al SOC era possibile il collegamento con le navi ADS (Air Defence Ship) per lo scambio di tracce di particolare interesse, oltre che per il coordinamento e l’integrazione dei sistemi d’arma con quelli a terra.

I comandi Protetti della Nato primo ROC del Venda - Colli Euganei
All’interno della sala c’era il Combat Reporting Officer, responsabile della selezione e dell’afflusso dei dati interessanti il SOC. Operava in coordinamento con i Track Production Officer dei GRAM e con la sezione che gestiva le autorizzazioni diplomatiche per il sorvolo del territorio nazionale da parte di aerei stranieri, che dovevano seguire le rotte definite dall’autorizzazione del ministero degli esteri, per dare al capo controllore di turno tutte le informazioni necessarie che erano la base del lavoro dell’agenzia. Il SOC, si trasferì a Poggio Renatico nel 1995.
In tempo reale si doveva valutare la minaccia e coordinamento di impiego dei mezzi attivi della difesa aerea. L’Evaluation Officer, via link o voce passava costantemente a SHAPE la situazione dell’attività aerea nei paesi non NATO, in base al quale il Comando supremo elaborava e rimbalzava gli ordini di incremento del grado di prontezza dei comandi e dei reparti intercettori di pertinenza del Fighter Coordinator (13).
Da esso dipendevano i Fighter Allocation dei GRAM, che dati i tempi ristretti di reazione richiesti, sia per i propri target che per tracce passate da altri, avevano il controllo sulle armi e potevano ordinare lo scramble degli intercettori. Restava al SOC la supervisione dell’impiego degli aerei rispetto al grado di prontezza degli intercettori dei 4 gruppi CIO (Caccia Intercettori Ognitempo) su F 104 ASA, del 9° a Grosseto, 21° a Cameri, 22° a Istrana e 23° a Rimini che erano sotto il controllo diretto del 1° ROC. Oltre ad essi, potevano essere prestati dagli alleati o da portaerei, oltre ai gruppi Nike (14). Si dovevano anche aggiungere la componente dell’esercito, con il 4° e 5° reggimento artiglieria contraerea, armati di missili Hawk, sempre sotto il controllo del SOC (15).
Per il controllo del traffico aereo, dopo la sua civilizzazione, furono create le agenzie SC/AM (Servizio di Coordinamento e Controllo dell’Aeronautica Militare) affiancate e ubicate con i 4 ACC civili della allora AAVTAG ora ENAV SpA; nell’area di competenza del 1° ROC vi erano quella di Abano e di Linate che dipendevano gerarchicamente dal Comandante del ROC  Il compito di queste Agenzie è quello di controllare il traffico militare operativo (OAT), di coordinarlo con quello civile e di controllare il traffico civile quando è autorizzato ad attraversare gli spazi aerei riservati.

I comandi Protetti della Nato primo ROC del Venda - Colli Euganei
Durante le operazioni nella ex Jugoslavia, Deny Flight e Decision Endevour, vennero coordinate e controllate circa 22.000 missioni annue da e per il cielo della Bosnia Erzegovina, oltre a quelle d’addestramento effettuate sul territorio nazionale dai reparti di volo alleati rischierati sulle basi italiane, compresa quella di Aviano.
A sua volta, un’altra agenzia con compiti essenzialmente di coordinamento del traffico interno, l’ATCC (Air Tactical Control Center), coordinava in tempo di pace le attività di volo addestrativo dei reparti, analizzando i programmi di volo per il giorno dopo dei Reparti per deconflittare le singole missioni e per l’attivazione delle aree addestrative. L’attività di volo supervisionata dell’ATCC superava di molto le 20.000 missioni annue (16).
Dopo una verifica tra il SOC e lo SCC/AM venivano emanate le autorizzazioni per il giorno dopo. Durante le 24 ore successive, l’ATCC, sempre in contatto con le sale operative degli Stormi (WOC), controllava che l’attività avvenisse secondo la programmazione del giorno prima autorizzando eventuali “missioni immediate” qualora ve ne fosse la necessità effettuando i preventivi coordinamenti del caso.
In caso di esercitazione o di tensione, l’ATCC assumeva il totale controllo aerotattico delle missioni emanando, gli ordini di missione (ATO) per il tramite dell’Air Task Message. L’agenzia più vicina alla popolazione civile era l’RCC (Rescue Coordination Center) che disponeva h 24 di almeno un paio di elicotteri d’allarme pronti al decollo in 30 minuti, ma raramente superavano i 15.

I comandi Protetti della Nato primo ROC del Venda - Colli Euganei
 Erano a disposizione i Gruppi SAR (Search and Rescue) di Rimini su elicotteri HH3F o le squadriglie di Linate, Villafranca, Istrana e Grossetto su AB 212. L’agenzia poteva anche chiedere l’intervento di elicotteri di altre forze armate e di velivoli del 31° Stormo e della 46ª Brigata Aerea. Non esistendo all’epoca strutture e/o organizzazioni atte a svolgere compiti di soccorso in campo civile, si pensò di affidare agli RCC tutti compiti in questo delicato ed importante settore, quali la ricerca ed il soccorso di velivoli civili, di dispersi in montagna e in mare, il soccorso al personale imbarcato su pescherecci e sulle navi, al trasporto di organi, di equipe sanitarie, di ammalati e partorienti da zone isolate (isole e zone montuose), e tutti gli interventi di soccorso in caso di catastrofi naturali (alluvioni, terremoti, frane, inondazioni). Poichè i mezzi dell’aeronautica militare non potevano garantire tutta questa attività, vennero via via messi a disposizione dell’RCC i mezzi ad ala rotante dell’ Esercito, della Marina, dei Carabinieri. Il personale dell’RCC operava normalmente da Monte Venda con turni H 24 e giornalmente disponeva di due elicotteri dell’aeronautica posti in stato di allarme e da utilizzarsi con immediatezza, all’occorrenza.
In caso di calamità o di eventi di particolare rilevanza, per meglio assicurare il controllo in loco dei mezzi disponibili, parte del personale dell’RCC si trasferiva nella zona interessata ed utilizzava un mezzo ruotato chiamato UMOCAV (Unità Mobile di Controllo e Assistenza al Volo), sempre disponibile presso il 2° Telegruppo sull’aeroporto di Padova. L’RCC inoltre veniva chiamato a organizzare e partecipare ad esercitazioni di ricerca e soccorso nazionali, internazionali e interforze, anche in funzione degli accordi SARMEDOC (Ricerca e Soccorso Mediterraneo Occidentale). Normalmente queste esercitazioni prevedevano una fase SATER (su terra) ed una SAMAR (su mare). Una delle esercitazioni più classiche era la GRIFONE (che si pratica ancora oggi).

I comandi Protetti della Nato primo ROC del Venda - Colli Euganei
Facendo un bilancio dell’attività di un anno dell’agenzia, il 1989, ci furono 286 casi per 411 missioni, con 876 ore di volo e 1.811 passeggeri trasportati. Per lo più si trattò della ricerca di dispersi, trasporto di soccorritori e aereo soccorso in zona montana, trasporto di persone gravi da zone isolate, di medici e organi per i trapianti e ricerca e soccorso di dispersi in mare e imbarcazioni. Meno frequenti le missioni SAR aeronautico.
A completare l’attività dell’agenzia, sempre nel 1989 ci furono poco meno di 200 allertamenti aeronautici poi rientrati e altri 80 rimbalzati dal centro di Tolosa che riceveva i segnali del beacon (radiofaro) del sistema satellitare di emergenza e localizzazione17. L’RCC inoltre veniva chiamato a organizzare e partecipare ad esercitazioni di ricerca e soccorso nazionali, internazionali e interforze, anche in funzione degli accordi SARMEDOC (Ricerca e Soccorso Mediterraneo Occidentale). Normalmente queste esercitazioni prevedevano una fase SATER (su terra) ed una SAMAR (su mare). Una delle esercitazioni più classiche era la GRIFONE (che si pratica ancora oggi).
Facendo un bilancio dell’attività di un anno dell’agenzia, il 1989, ci furono 286 casi per 411 missioni, con 876 ore di volo e 1.811 passeggeri trasportati. Per lo più si trattò della ricerca di dispersi, trasporto di soccorritori e aereo soccorso in zona montana, trasporto di persone gravi da zone isolate, di medici e organi per i trapianti e ricerca e soccorso di dispersi in mare e imbarcazioni. Meno frequenti le missioni SAR aeronautico.
A completare l’attività dell’agenzia, sempre nel 1989 ci furono poco meno di 200 allertamenti aeronautici poi rientrati e altri 80 rimbalzati dal centro di Tolosa che riceveva i segnali del beacon (radiofaro) del sistema satellitare di emergenza e localizzazione (18). Negli anni ’80, fu costruita ad Abano Terme, località Giarre, la zona logistica.
Il 1° gennaio 1998 il comando di Monte Venda fu sciolto e tutto il personale fu spostato nel nuovo comando che anche attualmente si occupa della difesa aerea e del controllo dello spazio aereo italiano, l’attuale COA (Comando Operazioni Aeree) di Poggio Renatico (19), in provincia di Ferrara.

I comandi Protetti della Nato primo ROC del Venda - Colli Euganei

1) Per maggiori informazioni sul funzionamento della difesa aerea si rimanda a S. Castaldi, La difesa aerea.. I mezzi di intervento, in Rivista Aeronautica, n. 5, 1978, Roma, 1978, pp. 36 – 43; S. Castaldi, La difesa aerea. La rete radar, in Rivista Aeronautica, n. 4, 1978, Roma, 1978, pp. 42 – 49; S. Castaldi, La difesa aerea. Il personale, in Rivista Aeronautica, n. 6, 1978, Roma, 1978, pp.38 – 44; G. Mega, Per l’aria, buona guardia! Rivista Aeronautica, Roma, 2017.
2) C. E. Paciaroni, Il Venda e il 1° R.O.C. La storia di un monte: dai monaci agli aviatori, Abano, 1993, p. 25.
3) Ivi, p. 29.
4) M. Milanese, E. Celotti, Il 1° Roc, in Panorama Difesa, n. 69, Edai, Firenze, 1990, pp. 18 – 29, p. 21.
5) F. Smith, M. Torcoli, D. Bigolin, A prova di bomba. Aeronautica & Difesa visita il 1° Roc del Monte Venda, in Aeronautica e Difesa, marzo 1995, Roma, 1995, p. 51.
6) F. Mariani, Cenni storici sulla postazione radar di Portogruaro (VE), Portogruaro, 2015.
7) Per approfondimenti sulla storia del radar si rimanda a D. Antonini, Call Sign Pioppo da Nucleo Presidiario Aeroportuale a GRCDA, Italia Tipolitografia Editore, Ferrara, 2013.
8) Per maggiori informazioni sulla storia del radar si rimanda a Aeronautica Militare, 12° Gruppo Radar, 1953 – 1978, s.e., Mortara, s.d.; A. Castellini, Il Puma nascita, vita e….c’ero anch’io!, s.e., s.d., s.d.
9) Aeronautica Militare, 14° Centro Radar, 1956 – 1981, Tipolitografia Franchellucci, Porto Sant’Elpidio, s.d.; Associazione Arma Aeronautica Macerata, 60° Centro Radar A.M. Potenza Picena 1956 – 2016, Stampalibri, s.l., 2016.
10) M. Milanese, E. Celotti, Il 1°, cit., p. 21
11) F. Smith, M. Torcoli, D. Bigolin, A prova, cit., 54.
12) Ibidem.
13) M. Milanese, E. Celotti, Il 1°, cit., p. 22.
14) Per maggiori informazioni sul sistema missilistico si rimanda a A.M. Carnevale, E. Ferracin, M. Struffi Cieli fiammeggianti. Dalla Guerra fredda a Base Tuono, Itinera Progetti, Bassano del Grappa, 2016.
15) Ibidem.
16) Archivio Manzan (A.Ma.), Briefing sul 1° ROC, s.l., s.d.
17) M. Milanese, E. Celotti, Il 1°, cit., p. 23.
18) Ibidem.
19) Per maggiori informazioni sulle funzioni attuali del comando di Poggio Renatico si rimanda a A. Calabrese, Il nuovo “ground environment” della Difesa Aerea, in Rivista Aeronautica, n. 5, Roma, 2014, pp. 46 – 49;  S. Cosci, A Poggio Renatico, centro di comando e controllo di “UP”, in Rivista Aeronautica, n. 3, Roma, 2011, pp. 44 – 57. “I comandi protetti della Nato” di Leonardo Malatesta

 

Materiale Fotografico per gentile concessione di
I Luoghi dell’Abbandono

Leonardo Malatesta