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Invasione cinghiali: tutti i numeri dell’emergenza

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Invasione cinghiali: tutti i numeri dell’emergenza

Siamo invasi. Non è uno slogan di un gruppo politico e nemmeno il titolo di un film di fantascienza. È l’allarme lanciato a gran voce ormai da anni da agricoltori e resi-denti dei Colli Euganei, sempre più succubi di un fenomeno tanto impattante quanto sottovalutato. Il numero dei cinghiali registrati a fine 2015 dalla Regione è spaventoso. Gli esemplari che quasi indisturbati scorrazzano ormai in ogni zona del Parco sono oltre 4.000. Ma quel che fa ancor più preoccupare è che qui in cima alla catena alimentare ci sono proprio loro.

E una specie senza predatori, si sa, è destinata inesorabilmente a prolifera- re, crescendo di numero, e così, in maniera direttamente proporzionale, aumentando i disagi a discapito di un intero ecosistema e della società che lo popola. Se da un lato poco si può fare nei confronti dell’istinto animale dei cinghiali, altrettanto non si può dire per quanto riguarda le politiche che in quasi vent’anni avrebbero dovuto quanto meno arginare il problema: dal canto suo il Parco è sempre sembrato combattuto tra il divieto imposto a qualsiasi forma di caccia nel suo territorio e la necessità di salvaguardare lo stesso. A questo si è sempre aggiunto un mancato impegno di fondi che potessero garantire un intervento su larga scala. Come se non bastasse il taglio ai finanziamenti destinati all’eradicamento ha provocato nel 2015 una notevole diminuzione degli interventi, palesata dal drastico calo di catture fatto registrare a dicembre: appena 315 esemplari, a fronte degli 899 nel 2014, dei 670 nel 2013 e degli 815 nel 2012.

Ormai il danno a boschi e colture è incalcolabile. Più di un milione di euro, si stima, dall’introduzione della specie nei nostri Colli, alla fine degli anni ’90. Ma l’aumentare del loro numero ha fatto notevolmente crescere anche la loro dispersione sul territorio, e così i casi di bestie che si ritrovano spesso e volentieri ad aggirarsi in zone abitate, per le strade e nei giardini. Appena un mese fa una coppia di Teolo si è vista costretta a far intervenire le forze dell’ordine dopo esser rimasta “ostaggio” in casa propria di tre esemplari che senza alcun timore devastavano il loro giardino. Non solo dannosi ma anche pericolosi dunque, specie quando si sentono minacciati o senza vie di fuga. Sebbene alcuni parlino addirittura di punto di non ritorno già oltrepassato nell’annosa questione, gli abitanti della zona sud-ovest della provincia di Padova potranno consolarsi con l’idea che in realtà l’emergenza cinghiali è un problema che quasi indistintamente sta affliggendo diverse zone d’Italia. La nostra penisola proprio sulla questione è stata citata nei giorni scorsi dal New York Times, che ha parlato di “un’ano- malia tutta italiana” dove non esiste un coordinamento proficuo, ma persiste piuttosto lo scontro ideologico tra cacciatori e ambientalisti. Mal comune mezzo gaudio, si potrebbe dire.

Luca Bernardini

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