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Dormire Allunga la Vita!

Moscardino

Dormire Allunga la Vita!

Gli animali hanno adottato molte strategie per superare la stagione invernale ma tra le tante, quella del letargo, o ibernazione, è sicuramente la più vincente: cosa c’è di meglio che affrontare un problema…dormendoci sopra!
Tra gli animali dei nostri Colli che vanno in letargo ci sono il Ghiro (Myoxus glis) e il Moscardino (Muscardinus avellanarius), due piccoli roditori arboricoli. Entrambi, durante l’autunno, devono ingrassare il più possibile facendo grandi scorpacciate di nocciole, ghiande e castagne: l’accumulo di grasso sottocutaneo, infatti, è importantissimo perché dalla sua quantità dipende il buon esito del letargo stesso. Il loro peso corporeo deve addirittura raddoppiare e il moscardino, dai 20 g che pesava d’estate, prima di entrare in letargo può raggiungere i 50 g, mentre il ghiro arriva persino a 250 g.

La ricerca di un idoneo luogo dove svernare è altrettanto importante. Il piccolo moscardino preferisce costruirsi un caldo e soffice nido nel terreno, tra le radici delle ceppaie o nel cavo dei tronchi e addormentarsi da solo; a volte però giovani individui, nati da cucciolate tardive, possono decidere di utilizzare insieme lo stesso nido.

Il ghiro, al contrario ama dormire in compagnia, ben protetto in comode fessure tra le rocce o nelle cavità dei grossi tronchi di castagno. In questa delicatissima fase le attività fisiologiche sono ridotte al minimo; la temperatura corporea, che in estate è di circa 36°C, scende a livelli prossimi allo 0° C e il ritmo cardiaco si riduce del 90%. Un grave pericolo per i nostri piccoli dormiglioni è la disidratazione, ed è per questo che è molto importante la scelta del luogo dove svernare e che il nido sia costruito con materiali adatti a mantenere alta e costante l’umidità.

La durata del letargo dipende soprattutto dall’andamento della stagione invernale. Dei due roditori, il ghiro è quello che dorme di più, iniziando il letargo ai primi di novembre e risvegliandosi alla metà di maggio. Il moscardino invece dorme per un periodo più breve, da dicembre ad aprile; esso, inoltre, tende a svegliarsi frequentemente, alternando periodi di sonno pesante, che variano da due a trenta giorni, ad altri di veglia che durano solo poche decine di minuti, durante i quali comunque rimangono al sicuro nel nido.

Anche il Riccio (Erinaceus europaeus) in inverno se ne va a dormire. Il suo letargo inizia quando le temperature scendono sotto gli 8-10° C e dura mediamente cinque mesi, con il risveglio tra fine marzo e aprile. Anche nel riccio le attività metaboliche subiscono un forte rallentamento con il battito cardiaco che scende a 1/10 di quello normale e la temperatura corporea che oscilla tra 1° e 5°C. Il suo sonno non è comunque continuo e il nostro simpatico animaletto può risvegliarsi improvvisamente e decidere di costruirsi, inspiegabilmente, un nuovo nido!

pipistrelli-01_webNei pipistrelli, il fenomeno del letargo è altrettanto ben conosciuto. Tre specie di questi mammiferi volanti sono presenti, anche se non comuni, sui Colli Euganei: il piccolo Pipistrello Albolimbato (Pipistrellus khulii), il Serotino (Eptesicus serotinus) e il Pipistrello ferro di cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum). Animali tipicamente notturni, quando la temperatura dell’aria scende sotto i 10°C, raggiungono i luoghi di svernamento, spesso utilizzati da diverse generazioni, e qui si ibernano.

L’idea del pipistrello appeso a testa in giù è quella che più facilmente ci passa per la mente, e il grosso pipistrello ferro di cavallo assume proprio questa precisa posizione: si aggancia con le zampette posteriori alla volta delle grotte o delle vecchie e oscure cantine e si avvolge completamente con le ali. Le altre due, invece, scelgono gli angoli oscuri e protetti delle costruzioni dell’uomo, infilandosi nelle crepe dei muri, attraverso minuscoli pertugi. Anche il sonno dei pipistrelli può essere interrotto in diverse occasioni, come ad esempio per il disturbo causato da visite inopportune ai loro siti di svernamento, oppure per un repentino sbalzo della temperatura. Essi infatti si risvegliano non solo quando la temperatura all’interno dei loro rifugi risale ma anche quando scende sotto zero. In questi casi si spostano e raggiungono luoghi più miti, all’interno della stessa grotta o in altre vicine. Non è raro trovare dei pipistrelli addormentati completamente ricoperti di perle di rugiada a causa dell’umidità presente nei luoghi di svernamento che si condensa sulla loro pelliccia.

Questa strategia, con la riduzione delle attività fisiologiche, consente ad animali di piccole dimensioni di essere particolarmente longevi: le loro aspettative di vita sono infatti di 6-12 anni per il ghiro e solo leggermente inferiori per il moscardino, di una decina di anni per il riccio e addirittura una ventina per i nostri amici pipistrelli. E’ proprio vero che una bella dormita allunga la vita!

Paolo Paolucci