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Il Monastero degli Olivetani

Monastero-Olivetani

Il Monastero degli Olivetani

Il Monte Venda, il più alto tra i Colli Euganei, è noto per le rovine di un antico monastero, detto “degli Olivetani”, che si trovano ad alta quota, sul versante orientale del monte. Questa interessante testimonianza, sopravvissuta alle intemperie e al passare del tempo, ci riporta nel Medioevo, quando non erano pochi i colli che ospitavano chiese, eremi e monasteri. I maggiori tra questi, come la comunità femminile del Gemola e lo stesso monastero del Venda, furono inclusi nell’ordine benedettino padovano dei “monaci albi” (dal colore bianco della veste), un ordine nato dalla riforma realizzata nella prima metà del Duecento dal Beato Giordano Forzatè, priore del cenobio cittadino di San Benedetto. La prima fonte che documenta la presenza di religiosi sul Venda risale al 1197 quando qui viveva una comunità eremitica fondata da Adamo di Torreglia. A questa seguirono altre esperienze di vita ascetica con protagonisti alcuni monaci provenienti da Santa Giustina di Padova. All’inizio del Duecento esistevano nel luogo due chiese: la più antica dedicata a San Michele (di cui non è rimasta traccia) e l’altra costruita da due monaci benedettini e dedicata a San Giovanni Battista. Grazie alla protezione e alle donazioni da parte della famiglia Maltraversi (o Da Castelnuovo), la stessa che aveva fondato l’abbazia di Praglia alcuni secoli prima, il monastero di San Giovanni Battista crebbe e prosperò a lungo.

Dopo la metà del Trecento il monastero attraversò una fase di crisi e nel 1380 il Vescovo di Padova decise di affidare la comunità del Venda ai monaci Olivetani, una nota e fiorente congregazione benedettina originaria della Toscana. In seguito a questa unione il monastero sul Venda tornò all’antico splendore, fu ampliato nei suoi edifici ed acquisì vasti appezzamenti fondiari. Per vari secoli gli aderenti a una confraternita padovana intitolata al Battista salivano fino al monastero due volte all’anno per festeggiare allegramente il loro Santo patrono. Nel 1771 la Repubblica di Venezia decretò la soppressione dei monasteri con pochi monaci e ciò determinò la fine della comunità del Venda. I monaci Olivetani si trasferirono a Venezia e le autorità misero all’asta tutti i possedimenti che furono acquistati dalla famiglia Erizzo. Le strutture monastiche furono usate perlopiù come luogo di riparo da pastori e caddero rapidamente in rovina. Dell’imponente complesso del monastero di San Giovanni Battista del Venda oggi si possono vedere parti della chiesa, la torre campanaria e la cripta, che sono stati oggetto di recenti interventi di restauro. Una statua trecentesca raffigurante San Giovanni Battista, proveniente dal monastero, si trova oggi nella chiesa arcipretale di Boccon di Vo’ Euganeo, chiesa che un tempo dipendeva dal monastero degli Olivetani.
Nel 1818 i ruderi del monastero del Venda furono visitati durante un’escursione dal celebre poeta inglese romantico Percy B. Shelley, il quale dopo aver contemplato da qui lo spettacolo dell’alba, scrisse struggenti versi dedicati al paesaggio euganeo. Nella poesia di Shelley i Colli Euganei sono paragonati a “isole fiorite” che donano conforto “nel mare della vasta angoscia” dell’animo umano.
Nel secondo dopoguerra la sommità del monte Venda è stata occupata da una importante base dell’Aeronautica militare, che è stata dismessa e abbandonata negli anni ‘90. I ruderi del monastero degli Olivetani rappresentano ancora oggi un luogo di grande attrazione e fascino.

Pietro Antoniazzi

Info
Monastero degli Olivetani

Cima del Monte Venda,
Galzignano – Torreglia